A decidere con i dati devono essere le persone, non solo le macchine

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Regione Veneto è impegnata in una massiccia opera di acculturamento sul tema dei dati. Le progettualità principali in rampa di lancio sono quelle relative agli innovation lab e all’Api management ed entrambe sfrutteranno fondi strutturali a valere sul POR-FESR 2014-2020.

3 Novembre 2017

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Gianluigi Cogo, Agenda Digitale Regione Veneto

L’Agenda digitale del Veneto ha messo al centro della propria strategia il valore dei dati. Per Regione Veneto i dati sono il driver fondamentale che connota la Pubblica Amministrazione come soggetto abilitante in grado di offrire i contenuti per sviluppare applicazioni e servizi da parte del mercato, delle altre PA e non da ultime delle comunità intelligenti.

Il modello #GaaP (Government As A Platform) si concretizza dunque con uno spiccato senso di ‘ disponibilità’, inteso come offerta di accesso ai dati prodotti in conseguenza alla raccolta determinata da adempimenti, afferenze e deleghe che vede proprio l’Ente Regione come un soggetto votato alla Data driven innovation.


La consapevolezza di essere ormai entrati a pieno titolo in un’ economia che si basa sempre più sui dati e dove i dati stanno diventando la vera ricchezza , pone la Regione Veneto di fronte alla scelta obbligata di puntare sulla qualità delle “risorse” per rincorrere l’eccellenza in qualsiasi progetto a sfondo tecnologico. La possibilità di raccogliere, condividere, analizzare e utilizzare i dati disponibili diventa allora un esercizio fondamentale per poter poi erogare servizi efficaci e innovativi.

Nell’affrontare questo percorso siamo consci che servono innanzitutto standard, uniformità semantica, processi di condivisione e soprattutto l’adozione di processi di big data analytics utili per il sistema decisionale, nonché per l’attivazione di nuovi servizi nativi che utilizzino piattaforme d’intelligenza artificiale secondo i paradigmi del Machine Learning .

Citando espressamente il passaggio del documento programmatico su cui si basa questa strategia, risulta chiaro l’intento di far evolvere l’Ente in ottica di Data Driven Government Organization: ‘L’esplosione della quantità di informazioni e dataset disponibili grazie ai progressi tecnologici e alla digitalizzazione delle informazioni ha posto la necessità di valorizzare questo patrimonio informativo andando oltre ai tradizionali approcci statistici usati fino ad oggi.

L’obiettivo è quello di integrare i dati sanitari e sociali ad oggi in possesso per creare un vero e proprio mondo dei Big Data. La valorizzazione di questi dati risiede proprio nelle capacità di estrarre il maggior numero di informazioni e di indagare relazioni, non più solo di casualità ma di correlazione e predittive da poter applicare in maniera trasversale su più campi.

Questo nuovo approccio all’informazione e al dato pone le basi per la creazione di applicazioni avanzate che rispondano ad esigenze puntuali di governance, management, monitoraggio e ricerca in ambito socio-sanitario. Cruscotti di monitoraggio, modelli predittivi economici e socio-assistenziali sono solo alcuni degli esempi di strumenti innovativi che si mira a realizzare; l’obiettivo infatti è quello di fornire strumenti smart che permettano a chi governa e a chi fa ricerca di utilizzare il patrimonio informativo regionale traducendolo in valore aggiunto per la collettività ’.

Assunta dunque questa presa di coscienza e predisposti i documenti programmatori necessari per sviluppare azioni cantierabili in tal senso, Regione Veneto è ora impegnata in una massiccia opera di acculturamento sul tema dei dati, che passa attraverso l’individuazione di una serie di ‘luoghi’ adatti a diffondere la cultura del dato, il loro uso e soprattutto le modalità per accedervi e usarli per estrarne del valore.

Le progettualità principali in rampa di lancio sono quelle relative agli innovation lab e all’Api management ed entrambe sfrutteranno fondi strutturali a valere sul POR-FESR 2014-2020.

Con la prima si andranno ad individuare dei luoghi di aggregazione in grado di mettere insieme le energie creative per sviluppare applicazioni e servizi sui dati della Regione. Saranno principalmente luoghi di innovazione sociale dove maker, developer, ricercatori, aziende e comunità proveranno insieme a co-creare servizi digitali attraverso un service toolkit offerto in modalità del tutto gratuita.

Con la seconda si andrà a definire la modalità di gestione delle API che permetteranno l’accesso ai dati e che quindi garantiranno a Regione di esporsi come piattaforma abilitante in una logica premiante per il mercato ma anche per la Pubblica Amministrazione, che potrà così concentrarsi sull’asset dei dati e risparmiare investimenti sul software spesso costoso da mantenere e far evolvere.

In conclusione, riprendo alcune considerazioni che avevo fatto su queste pagine già il mese scorso e che si sono rafforzate a seguito delle conversazioni che ho avuto sul tema in occasione di ICity Lab, evento organizzato nell’ottobre scorso a Milano da FPA, e nel corso di tanti incontri pubblici durante la maratona nazionale del DIGITALmeet.

I dati sono petrolio, sono conoscenza, sono valore, sono verità. Lo abbiamo studiato, lo abbiamo interiorizzato, lo abbiamo persino condiviso con altri al fine di convincere per primi noi stessi ad usarli meglio e spesso. Ma poi, lo facciamo? E soprattutto: agiamo di conseguenza a ciò che i dati ci indicano?

Le opportunità derivanti delle famose ‘V’ (velocità e valore in primis) presuppongono una coscienza che ancora non è diventata consapevolezza, ovvero: I DATI SERVONO A CAMBIARE LE COSE IN MEGLIO!

Ciò significa che l’analisi non deve essere funzionale a se stessa. Non dobbiamo fermarci al WOW! Ovvero non basta prendere coscienza, ma bisogna AGIRE DI CONSEGUENZA!

Solo in questo modo il valore dei dati darà i risultati attesi, ovvero cambiamenti sensibili e visibili da tutti.

Nei miei sogni di cittadino ritorna sempre quello che vede un decisore (ovvero un amministratore pubblico), con lo smartphone in mano e una serie di bot che si nutrono di dati pubblici (meglio se open data) in grado di rappresentargli in real time qualsiasi situazione monitorabile e utile per prendere decisioni..

Quello che mi preme evidenziare è che il sogno potrebbe diventare realtà solo quando allo strumento di analisi seguirà un’azione immediata tesa a cambiare in meglio e rapidamente ciò che i dati evidenziano.

C’è una netta differenza fra l’immaginare le città resilienti ed adattive che affidano alle macchine l’onere di cambiare le cose, e l’empowerment di un decisore che in base ai dati decide di cambiare le cose con una mossa ‘politica’.

Secondo me nella prima ipotesi possiamo lasciar risolvere alle macchine problemi contingenti e meccanici: traffico, ambiente, ecc. ma è solo nella seconda ipotesi che vediamo realizzarsi il potere dei dati, ovvero la consapevolezza che diventa politica e che cambia dunque le città in meglio. Campi di applicazione? Basta la fantasia: commercio, turismo, istruzione, ecc.

Ora spero sia chiaro perché come Regione Veneto abbiamo voluto mettere al centro della nostra Agenda Digitale il ruolo fondamentale dei dati e l’accesso agli stessi da parte di chiunque voglia farne un uso ragionevole e utile (città, territori e decisori in primis).

Allo scopo preciso di favorire processi decisionali e applicazioni smart, vogliamo aprire i nostri sistemi di backoffice mettendo a disposizione di tutti i nostri dati attraverso delle API, per proporci realmente come una “piattaforma abilitante” di nuovi servizi pensati e realizzati da terze parti, siano esse altre Pubbliche Amministrazioni, imprese, start up incubate nei costituendi Innovation lab, studenti etc. Vorremmo offrire reali opportunità per contribuire anche allo sviluppo economico del nostro territorio.

Questo articolo è parte del dossier “Il valore dei dati”.

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