Open Data Day, il Foia all’Università di Salerno

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Un luogo d’incontro e di confronto tra chi
rappresenta organismi tecnici che supportano le PA nella loro attività anche
quella di rendere accessibili i dati pubblici e chi questo nuovo provvedimento
sulla trasparenza amministrativa vorrebbe fosse stato un vero FOIA

26 Febbraio 2016

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Daniela Vellutino, docente di Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali, Università di Salerno

All’Università di Salerno questo è il quarto Open Data Day che organizzo. Dal primo tenuto nel 2013 sulle prime pratiche di monitoraggio civico ne abbiamo fatto di strada: era solo un’attività della mia cattedra per i miei corsisti e per un piccolo gruppo di giornalisti in collaborazione con il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del governo italiano per sperimentare l’uso dei dati di OpenCoesione. Era una piccola sperimentazione realizzata prima del progetto “A scuola di Open Coesione” che ora fa il giro d’Italia con i fondi Miur e PON Governance e Assistenza Tecnica. L’Open Data Day del 2014, invece, è stato un tavolo tecnico alla presenza di un gruppo ristretto di studenti per discutere con Regione Campania, Legambiente Campania e due Comuni del territorio, su quali dati pubblici sono utili alle aziende della filiera rifiuti; l’Open Data Day 2015, invece, stato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania, una giornata formativa su come dai dati aperti possono nascere inchieste di giornalismo civico utili per cambiare il Paese: Rosy Battaglia raccontò gli esordi dell’inchiesta “Addio Amianto”, realizzata con Guido Romeo per Wired, e Gianluca De Martino raccontò come era nata l’inchiesta “ConfiscatiBene” con il gruppo di DataNinja, poi, esportata in Europa. Da lì nacque anche una collaborazione tra loro e con me, per continuare a scovare dati nelle pubbliche amministrazioni che spesso ignorano possano essere alla base delle informazioni di pubblica utilità necessarie per la tutela dei cittadini.

Con l’Open Data Day di quest’anno abbiamo voluto creare un luogo d’incontro e di confronto tra chi rappresenta organismi tecnici che supportano le PA nella loro attività anche quella di rendere accessibili i dati pubblici e chi questo nuovo provvedimento sulla trasparenza amministrativa vorrebbe fosse stato un vero FOIA (Freedom Of Information Act) che obbliga le amministrazioni pubbliche ad aprire le proprie banche dati, che qui in Italia alcune, quelle che più interessano ai cittadini come quelle che contengono dati sanitari, ambientali, sul debito pubblico, sono più inaccessibili delle banche d’affari.

E poi quest’anno abbiamo sperimentato la piattaforma SPOD per visualizzare e socializzare i dati estratti da dataset formato open data, sviluppata dal gruppo di ricerca ISISLab del Prof. Vittorio Scarano, del Dipartimento d’Informatica, che coordina il progetto Horizon 2020 ” ROUTE-TO-PA” (Raising Open and User-friendly Trasparency-Enabling Technologies for Public Administration), che coinvolge 12 partner di 4 Paesi europei, con l’Italia ci sono l’Olanda, la Francia, l’Irlanda e aziende con le quali dalla ricerca si passa all’azione e alla sperimentazione.

Con i miei studenti, quelli della Scuola di Giornalismo di Salerno, i liceali della scuola “A Genoino” di Cava de’ Tirreni, che partecipano a “A Scuola di OpenCoesione”, ed i corsisti della formazione in “Esperto in gestione integrata: Ambiente, Qualità e Sicurezza”, organizzato dall’associazione Ass.For.In di Avellino abbiamo usato SPOD per visualizzare e socializzare i dataset open data. Abbiamo testato SPOD sui dati di BeniConfiscati di Dataninja, con Gianluca de Martino e Alessio Cimarelli; sui dati trovati dai miei studenti nei loro Comuni cercando nei documenti amministrativi sui rifiuti in formato pdf immagine (per questi dati abbiamo elaborato dataset prototipando un data model); dati sulle quantità di rifiuti prodotti in Italia rilasciati a Cittadinireattivi da Legambiente e i tanti e ricchi dati sui rifiuti della piattaforma Mysir, messi a disposizione del CEO Carlo Di Domenico. I dataset di Mysir sono una vera e propria miniera di dati sui rifiuti perché questa piattaforma è usata per gestire il loro trasporto e le isole ecologiche di numerosi Comuni ed usata da Legambiente per la campagna “Comuni Ricicloni”. Speriamo che, come già accaduto per la pratica di monitoraggio civico, dopo di noi anche altri in Campania e altrove provino a fare Datathon o DataLab o in qualsiasi altro modo si voglia denominare un laboratorio per trasformare gli open data in informazione istituzionale e giornalistica.



[i] Al Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione si è discusso dell’importanza degli Open Data per la trasparenza nella PA a partire dall’individuazione dei dataset strategici per il patrimonio informativo pubblico dell’Italia con Gabriele Ciasullo (Agenzia per l’Italia Digitale), Giuseppe Clementino (Ancitel), Flavia Marzano (Stati Generali dell’Innovazione), Nello Iacono (Istituto Italiano Open Data, Rosy Battaglia (CittadiniReattivi), Giancarlo Chiavazzo (Legambiente Campania), Virgilio d’Antonio, professore ordinario di diritto dell’Informazione. I lavori sono stati introdotti da Daniela Vellutino, promotrice dell’iniziativa e docente di Comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali, che da anni cura il progetto di didattica sperimentale per la comunicazione pubblica “ Diritto di Accesso Civico

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