Studenti in ritardo nelle competenze digitali, le donne peggio degli uomini

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Oltre metà degli studenti universitari è ferma al livello base dell’uso di Internet e social media. Il 60% delle donne non ha competenze digitali specifiche, contro il 45% dei maschi; il 78% non ha mai pensato di lanciare un’impresa, contro il 61% degli uomini. Solo un terzo delle aziende ha un piano di formazione sul digitale

13 Dicembre 2016

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Redazione FPA

Le competenze digitali sono importanti per trovare lavoro secondo due terzi degli studenti universitari italiani. A questa consapevolezza però non corrisponde un livello adeguato di sviluppo, che per la maggioranza dei ragazzi (il 53%) è fermo ad una conoscenza da semplice utilizzatore di Internet e social media, mentre solo il 12% gestisce un proprio blog o un sito web e appena il 9% conosce Seo/Sem, Social Network, Google Adwords. Per il 67% degli studenti servono anche esperienze imprenditoriali nella ricerca di lavoro e, se l’11% ha avuto un’idea di business, un buon 12% ha già avviato o sta per avviare una startup. Appena una minoranza conosce le nuove professioni del digitale come il Social Media Specialist (25%), il Data Scientist (38%) o il SEO Specialist (34%).
La maggioranza degli universitari non conosce tematiche di grande portata sociale come la “sharing economy” e non sa definire una “benefit corporation”. In questo scenario, si delinea un evidente gap di genere: le studentesse hanno minori competenze digitali specifiche rispetto ai colleghi maschi, minori conoscenze di programmazione e minore propensione imprenditoriale.
E le aziende italiane? Non sembrano ancora pronte. Gli HR Manager avvertono una crescita dell’importanza del proprio ruolo nella gestione della trasformazione digitale e l’81% evidenzia la necessità di inserire nuove risorse con competenze digitali. Ma solo il 20% ha già realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali dei dipendenti e appena un terzo ha costruito un piano formativo ad hoc per lo sviluppo di queste competenze.
Sono alcuni dei risultati della ricerca “Il Futuro è oggi: sei pronto?”, giunta alla seconda edizione, realizzata da University 2 Business, la società del gruppo Digital360 che punta a promuovere la cultura del digitale e dell’innovazione tra gli studenti universitari. Lo studio ha coinvolto un campione di 2628 studenti statisticamente significativo di tutta la popolazione universitaria e un panel di 168 HR manager delle principali imprese del Paese, con l’obiettivo di approfondire e confrontare la percezione degli studenti e dei responsabili delle Risorse umane sui cambiamenti della trasformazione digitale nel mondo del lavoro, nell’economia e nella società.
“Anche se la maggior parte degli studenti universitari dichiara di avere consapevolezza del ruolo importante svolto dall’innovazione digitale nel cambiare l’economia e le imprese, solo una piccola parte di essi si prepara concretamente per questa sfida, cercando di sviluppare competenze digitali approfondite e di fare esperienze imprenditoriali concrete – afferma Andrea Rangone, CEO di Digital360.
Sullo stesso piano anche gli HR manager, i quali evidenziano un impatto atteso della trasformazione digitale sulla propria azienda nei prossimi 3 anni ben superiore a quello che si è verificato nell’ultimo triennio. Tuttavia, sono ancora pochi coloro che mettono in atto azioni concrete per diffondere una cultura digitale e imprenditoriale nelle proprie aziende.

L’innovazione digitale nel mondo del lavoro
Per il 52% degli studenti universitari italiani l’Innovazione Digitale è il principale motore del cambiamento delle imprese, seguito dalla green economy (45%) e dalla globalizzazione (34%). Una convinzione diffusa in particolare tra gli studenti di economia, informatica e ingegneria. Invece, il 69% degli HR Manager indica l’Innovazione digitale al primo posto – una percentuale ben superiore a quella degli studenti – seguita dagli “scenari macroeconomici” (49%). il 58% degli studenti del Nord ritiene che l’innovazione digitale sia il principale motore del cambiamento contro il 43% degli studenti del Sud. Nei processi di recruiting, il 59% degli studenti pensa che le competenze digitali in un neolaureato siano “essenziali” (19%) o “molto importanti” (50%) per l’assunzione. Anche in questo caso, gli HR Manager sono più consapevoli, dando importanza nel 94% dei casi (51% “fondamentali” e 43% “molto importanti”). Mentre le esperienze imprenditoriali sono importanti nella scelta di un neolaureato per il 67% degli studenti e per il 60% degli HR manager. Il 48% degli studenti pensa che le aziende tengano conto del contenuto dei profili personali sui social network nella ricerca e valutazione di un neolaureato, ma gli HR Manager danno più importanza a questo aspetto (il 61%). Se si chiede agli studenti universitari dove pensino di iniziare la loro carriera, un terzo risponde di non averci ancora pensato. Tra i restanti, poco meno della metà (47%) vorrebbe iniziare in un’impresa “tradizionale”, mentre poco più della metà nella propria startup (25%), in una startup fondata da altri (9%) o in un’azienda dal business digitale (18%). Le risposte degli HR Manager sono diverse: solo un terzo (33%) ritiene che gli studenti intendano lavorare in un’impresa tradizionale, due terzi pensano che gli studenti preferiscano iniziare in contesti innovativi come un’impresa dal business digitale (32%), la propria startup (26 ) oppure una startup fondata da altri (5%).

Le competenze digitali e imprenditoriali
Il 53% degli studenti universitari ha una conoscenza di Internet e dei Social Media da mero utilizzatore. Il resto possiede competenze digitali più approfondite: il 12% gestisce un proprio blog o un sito web; il 27% degli studenti gestisce una pagina Facebook oltre al proprio profilo personale; il 9% ha competenze di SEO/SEM, social network, Google Adwords; il 13% ha un canale YouTube; il 2% gestisce un sito di vendite on line; il 21% utilizza regolarmente un marketplace come Ebay o Amazon per la vendita online. Circa il 30% degli studenti universitari italiani sa programmare o sta imparando. Solo il 15% ha sviluppato queste competenze in università, per il 60% la prima fonte di apprendimento è la rete, attraverso YouTube, blog, siti web.
Per quanto riguarda le esperienze imprenditoriali concrete, il 12% degli studenti ha avviato o sta per avviare una start up, l’11% dichiara di aver avuto almeno un’idea di business, mentre il 70% non ha mai pensato di lanciare un’attività. Per acquisire competenze imprenditoriali, il 35% degli studenti si è affidato ai corsi universitari, il 33% è ricorso alla rete e il 31% a corsi fuori dall’Università. Appena il 25% degli studenti sa cosa fa un “Social Media Specialist”, il 38% indica correttamente la definizione di “Data Scientist”, il 34% conosce il ruolo di “SEO Specialist” e il 43% degli studenti sa individuare la definizione di “E- procurement Specialist”. Emerge chiaramente un “gap” di genere nelle competenze digitali. Quasi il 60% delle studentesse universitarie dichiara di non possedere competenze digitali specifiche, contro il 45% dei maschi; solo il 20% sa programmare o sta imparando, contro il 43% dei colleghi; il 78% delle studentesse non ha mai pensato di lanciare una propria attività, contro il 61% degli studenti; solo il 10% ha avviato o sta per avviare una propria attività, contro il 15% dei maschi.

Rivoluzione digitale e impatto sociale
Indagando il grado consapevolezza e la percezione degli studenti su tematiche di grande portata sociale, si scopre che solo il 41% degli studenti conosce il concetto di “sharing economy”, con una conoscenza molto più ampia tra gli iscritti a scienze economiche e ingegneria rispetto a quelli di facoltà umanistiche. Appena il 19% degli studenti conosce il concetto di “benefits corporation” e di questi solo uno su due sa poi selezionare la corretta definizione. Internet è giudicato uno strumento di democratizzazione, solo dal 24% degli studenti, ma la percentuale sale al 43% per gli studenti di economia e scende al 16% per quelli di medicina.

Gli HR manager
Il 66% degli HR Manager evidenzia un impatto della trasformazione digitale sulla propria azienda nei prossimi 3 anni ben superiore a quello che si è verificato nell’ultimo triennio. In questa transizione, il 91% si attende un incremento del contributo al cambiamento da parte della funzione HR.

Per gestire la trasformazione digitale, è necessario avere in azienda competenze adeguate o attrarle dall’esterno. Nella ricerca di nuovi profili senior con 3/5 anni di esperienza lavorativa, le competenze digitali sono fondamentali o molto importanti per l’81% degli HR manager, mentre quelle imprenditoriali sono valutate meno strategiche, con quasi la metà degli intervistati che le ritiene non importanti. È fondamentale però anche mappare e monitorare il livello di diffusione delle competenze digitali e imprenditoriali fra i dipendenti già presenti in azienda e su questo aspetto la situazione appare critica: solo il 20% degli HR Manager ha realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali per i ruoli manageriali (la percentuale sale leggermente nel caso di neolaureati, 23%, e per i ruoli specialistici digitali, 34%).

Anche sulla formazione, però, emerge un notevole ritardo. Escludendo i ruoli specialistici digitali, poco più del 30% dei Manager HR ha già realizzato un piano formativo ad hoc. Il resto del campione ha pensato di inserire nel piano formativo azioni per le competenze digitali o non ha alcuna azione specifica. Per le competenze imprenditoriali, la formazione è prevista in particolare per i ruoli manageriali/specialistici (su cui circa un terzo degli HR Manager non ha un piano formativo), ma solo il 15% ha programmi formativi per altri ruoli e per neoassunti.

Le principali azioni attivate per sviluppare le competenze digitali o imprenditoriali nelle aziende italiane (nel 53% dei casi) sono iniziative di sensibilizzazione tramite intranet o campagne di comunicazione, corsi di formazione spot (51%), workshop di innovazione (49%). In minor misura sono attivati scouting di Digital Champions/Intrapreneurs (20%) o percorsi formativi strutturati (20%).

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