Data tracing: la parola che stiamo cercando è precauzione

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In un momento di strategia normativa così dinamico, in cui si era cominciato a lavorare davvero con i dati, nell’attualità si scardinava qualsiasi programmazione ponderata sul loro uso e riuso, e l’emergenza sanitaria irrompeva prepotentemente nelle case, negli ospedali, nel bollettino quotidiano sul sito della Protezione Civile. Da subito dobbiamo decidere se vogliamo proseguire la strada dell’uso del dato per il bene comune (o, in questo caso, dell’interesse pubblico), o se vogliamo rimandare alla prossima emergenza sanitaria mondiale.

8 Aprile 2020

B

Marina Bassi

Project Officer Area Ricerca, Advisory e Formazione FPA

Photo by Kipras Štreimikis on Unsplash - https://unsplash.com/photos/Wqw1Lnq40bE


Non potevamo immaginare un’occasione peggiore per cominciare a interessarci davvero delle potenzialità reali del riuso dei dati. La Commissione Europea, con la sua Guidance on private sector data sharing di novembre 2019, aveva sollecitato la comunità sul tema, dopo un anno di lavoro di cui abbiamo avuto modo di raccontarvi, che individuava nel dato una fonte di valore inesauribile nel tempo, capace di creare soluzioni win-win tra rappresentanti del settore pubblico quanto di quello privato, in forma di accordi di collaborazione o contratti di servizio.

Mentre quindi ci preparavamo a ricevere indicazioni operative discendenti dall’approccio Shaping Europe’s digital future, anche nel nostro Paese è arrivato il virus e ci ha convinti ad accelerare il processo di innovazione che coinvolge la gestione dei dati e delle persone, facendoci conoscere il concetto sotteso di opportunità nella parola crisi (come puntualmente evidenziato da Mauro Minenna).

Civic hacking e solidarietà digitale

Ci è voluto poco per chiamare a raccolta i civic hacker che hanno prontamente risposto dimostrando, ancora una volta, che la collaborazione esiste e può fare la differenza tra informazione e disinformazione (sul punto, si consideri il recente approfondimento di Daniele Fichera). Ne passiamo in rassegna alcuni:

  • OnData ha trasformato i dati ufficiali della Protezione Civile da PDF a formato machine readable a meno di 15 giorni di distanza dalla segnalazione del primo caso, il 5 marzo. Il 7 marzo, due giorni dopo, la Protezione Civile annuncia la pubblicazione di mappe con i dati in tempo reale sui contagi;
  • Covid19Italia.help è nata grazie all’impegno dei fondatori di Terremoto Centro Italia, a seguito del racconto di Maurizio Napolitano sul caso dei civic hacker Wuhan2020.

A questi esempi si aggiunge il lavoro costante di realtà, come Dataninja, che si sforzano da tempo di raccontare i dati e le loro potenzialità, e che in questo caso hanno fornito importanti contributi anche su come leggerli criticamente.

Innova per l’Italia. Le azioni concrete e tempestive

Una settimana fa il lancio di tre fast-call rivolte a tutte le realtà in grado di proporre soluzioni per arginare la diffusione del COVID-19, di cui quella specificamente dedicata al tracciamento dei dispositivi mobili, leggiamo dalla pagina dedicata al progetto Innova per l’Italia [1] concepito per l’occasione, ha già raggiunto gli obiettivi di scouting prefissi.

Adesso starà alla task force per l’utilizzo dei dati contro l’emergenza COVID-19 analizzare le risposte pervenute dalla fast call, nonché procedere alla ricognizione dei dati detenuti da organizzazioni pubbliche e private utili per l’occasione. Per raggiungere l’obiettivo, il gruppo di 74 esperti tra giuristi, data analyst, economisti procederà con:

  • analisi e mappatura delle banche dati di interesse e dei livelli di interoperabilità esistenti;
  • analisi e studio di metodi e strumenti per la progettazione e l’attuazione di politiche data-driven, sfruttando tecnologie per l’interpretazione di grandi volumi di dati (Big Data);
  • analisi delle problematiche connesse alla raccolta, conservazione ed elaborazione dei dati relativi all’emergenza in atto sotto il profilo giuridico, economico, sociale, sanitario ed ambientale;
  • analisi del quadro normativo di riferimento nazionale ed europeo, in particolare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

Su quest’ultimo punto, ci si domanda se si riuscirà a dialogare con quanto previsto dal diritto di privacy dei cittadini; dalla necessità di risposta tempestiva all’emergenza; dalle potenzialità economiche del dato detenuto dalle organizzazioni private, che si trovano oggi a dover rilasciare per urgenza mondiale dati che altrimenti sarebbero rimasti indisponibili. Cosa ancora più importante, dovremo domandarci cosa ne sarà della nostra resilienza, quando diventeremo resilienti a questo impegno straordinariamente positivo delle ultime settimane.

Alcune considerazioni possiamo già farle:

Diritto di privacy

Spesso ci capita di pensare al trattamento dei dati personali generalmente inteso come un reato, e al diritto di tutela della propria privacy come un diritto negativo, di risposta a una minaccia. In realtà, tutto dipende dall’obiettivo che quel trattamento persegue: se l’obiettivo è salvaguardare l’individuo stesso che acconsente all’utilizzo del dato, è forse corretto ammettere una flessione del diritto in forza di un beneficio collettivo più grande.

Forse il focus non dovrebbe essere tanto sul parametro normativo, quanto sul fornire al cittadino gli strumenti utili per capire la portata positiva – economica, sanitaria – della cessione del dato, come ha ricordato Francesca Bria poche ore fa. È una questione di fiducia, prima che di norme. La sicurezza e la libertà non sono in contrapposizione per natura, e la tecnologia serve a creare ponti, non alzare muri (come ha ricordato Stefano Epifani).

Potenzialità del dato detenuto da imprese private

Questa (brutta) occasione è finalmente una (bella) opportunità per iniziare a ragionare su come le istituzioni possono servirsi delle risorse tecnologiche e gestionali detenute dalle imprese in termini di dati. Su questo farà fede il lavoro cominciato dalla Commissione europea, che ha già individuato i principi con cui ci si dovrà approcciare il tema:

  • Trasparenza – rendicontare su chi avrà accesso a quali dati e per quali finalità;
  • Creazione di valore condiviso – da una parte, sottolineare il ruolo dei privati nell’utilizzo del dato; dall’altra parte, rendere evidente quali benefici ne trarrà l’impresa (data trust);
  • No lock-in dei dati – Consentire la massima portabilità del dato a cura delle imprese.

Il ruolo delle istituzioni

Le tre fast-call, la prontezza della creazione di una task force, l’ascolto dei civic hacker, ci hanno dimostrato che siamo pronti per passare al secondo decennio dei dati, elevandoli a concreto strumento per le politiche pubbliche e il mercato. Lo sforzo del governo adesso sarà di individuare una giusta proporzionalità degli interventi, nonché le condizioni per mettere a punto un principio di precauzione declinato sui dati, così come la Comunicazione (COM(2000) 1final) lo interpretava per l’ambiente alle porte del nuovo millennio, che risponda a obiettivi di:

  • Completa analisi scientifica;
  • Valutazione del rischio nell’azione e conseguenze potenziali dell’assenza di azione;
  • Coinvolgimento di tutte le parti (istituzioni, società civile, imprese) allo studio delle misure di intervento.

Ne riparleremo al prossimo appuntamento di A colazione con…

Queste sono solo alcune delle letture che possiamo dare a questo enorme fenomeno che stiamo vivendo, e che sperabilmente cambierà il nostro modo di guardare l’innovazione. Ne riparleremo il prossimo mercoledì, 15 aprile 2020, alle ore 9.00 durante il nostro ormai consolidato appuntamento in tavola rotonda digitale, A colazione con…

Potrai seguirci in diretta su Youtube

Come sempre, è possibile fino a 24 ore prima dell’incontro, segnalare all’indirizzo advisory@forumpa.it casi virtuosi che riguardino amministrazioni locali o centrali. A chi intenderà partecipare attivamente chiediamo di proporre un breve pitch in un massimo di 5 minuti analizzando un progetto o una ricerca (o simili) inerenti al tema che approfondisca:

  • Ambito tematico (cosa, dove, come, quando, perché)
  • Criticità individuate
  • Proposte di innovazione

[1] Il progetto è un’iniziativa congiunta del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi, insieme a Invitalia e a sostegno della struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

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