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Roma Capitale: volontà di portare il 30% dei dipendenti in Smart Working dopo l’emergenza

Roma Capitale: volontà di portare il 30% dei dipendenti in Smart Working dopo l’emergenza
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La forte spinta verso lo Smart Working non rimarrà confinata al periodo di quarantena. Anche Roma Capitale vuole proseguire su questa via. L’intervista di Gianni Dominici a Raffaele Gareri, Direttore trasformazione digitale e sviluppo economico urbano di Roma Capitale

10 Giugno 2020

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Redazione FPA

Lo Smart Working, nell’ultimo periodo, ha avuto un’impennata incredibile: come riporta anche la ricerca di FPA, il 94% dei dipendenti pubblici proseguirebbe anche nel post-emergenza con le modalità di lavoro agile testate durante la pandemia. Di certo, lo Smart Working vissuto in questo periodo non è propriamente lavoro agile, ma le tecnologie e le infrastrutture sono state messe a dura prova.

Roma Capitale: volontà di portare il 30% dei dipendenti in Smart Working dopo l’emergenza

In questo processo, le pubbliche amministrazione hanno un ruolo fondamentale, trainante per tutto il Paese. Ne parliamo con Raffaele Gareri, direttore trasformazione digitale e sviluppo economico urbano di Roma Capitale, intervistato da Gianni Dominici. Uno degli argomenti centrali per la rubrica #road2ForumPA2020, che ci guida verso la manifestazione che si terrà online dal 6 all’11 luglio.

L’intervista

“Le prime settimane sono state molto frenetiche” esordisce Gareri, “però devo dire che grazie all’impegno di tutti siamo riusciti a mettere 8mila persone in Smart Working”.

Non solo Smart Working: il Comune di Roma ha attivato altre piattaforme tecnologiche: “Poi si è aperto il fronte del sostegno alla parte politica” aggiunge Gareri, “per consentire alla Giunta di fare le proprie riunioni, abbiamo attivato la piattaforma per le videoconferenze, aggiungendo anche il voto elettronico, sfruttando dei pezzi infrastrutturali già esistenti. C’è stata comunque un’accelerazione nell’ultimo periodo: se ci avessero chiesto prima se saremmo stati in grado di fare in due mesi queste cosa la risposta razionale sarebbe stata “no”.

L’aiuto dei dipendenti pubblici è stato fondamentale in questo processo: “Gli 8mila dipendenti in Smart Working hanno dovuto contare anche sulla dotazione personale, mettendo a disposizione la propria connettività e i propri device. Un segno di collaborazione forte da parte di tutti” conclude Gareri.

Cosa accadrà in futuro? “Anche noi stiamo valutando di mantenere i benefici dello Smart Working” dice Gareri, “Piano piano emerge il vero vantaggio di questo modo di lavorare. L’amministrazione vuole restare su un 30% circa di lavoratori, andando a sostenere l’aspetto formativo delle posizioni organizzative della struttura, aumentando la consapevolezza e usando al meglio le modalità dello Smart Working”.

La città, comunque, deve ripartire da un dialogo concreto con la cittadinanza: “Quello che sta accadendo è che la digitalizzazione sta trasformando tutti gli ambiti” conclude Gareri, “Noi stessi dobbiamo perfezionare la nostra abitudine a interagire con i colleghi per partire dai bisogni della città e ridefinire i servizi pubblici, in partenariato pubblico-privato, dialogando anche con cittadini e imprese. Altrimenti, se non costruiamo questo quadro condiviso, non coglieremo le potenzialità di questa rivoluzione in atto”.

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