L’intervista di Gianni Dominici ad Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, sul ruolo delle università nella ripartenza del Paese. A causa dell’emergenza sanitaria, le università sono state costrette ad accelerare il processo di innovazione tecnologica e didattica che ha portato comunque delle note positive da conservare per il futuro. La didattica in presenza rimane insostituibile, ma questa crisi sta dando l’opportunità di riflettere su alcuni temi quali il potenziamento dei tirocini curriculari ed extra curriculari e delle politiche di pari opportunità
2 Dicembre 2020
Redazione FPA
La crisi pandemica ha messo in luce alcuni aspetti critici che possono, però, essere anche elementi di rilancio. Fra questi sicuramente vi è la filiera legata alle attività delle università, che ha suscitato grande attenzione sul tema della ricerca e della formazione come leva per il paese e faro sul sistema di assistenza sanitaria.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Antonella Polimeni, neo Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma. Già preside della facoltà di Medicina e Odontoiatria, la professoressa Polimeni ha testimoniato chiaramente nel suo programma elettorale di voler puntare molto sui temi della digitalizzazione e della formazione professionalizzante al servizio del paese.
“La pandemia ha velocizzato l’innovazione tecnologica”, spiega la Polimeni, soffermandosi sulla Didattica a Distanza e sulla necessità di mantenere comunque la modalità in presenza per i tirocini professionalizzanti clinici e una modalità blended per le matricole, che necessitano di maggiore attenzione nel passaggio dalle superiori al mondo universitario. L’augurio resta quello di ritornare alla didattica in presenza, gradualmente, ma consapevoli che tramite modelli didattici innovativi si può pensare di mantenere alcune forme di DaD anche nel futuro.
“L’università ha subito un forte definanziamento in questi anni” continua la Rettrice, sottolineando l’impellente necessità di investimenti se si vuole mantenere nel nostro paese i giovani talenti ed iniziare ad attrarne dall’estero. Serve implementare la struttura di ricerca e questo può avvenire solo con un impegno politico serio.
Una riflessione va necessariamente fatta sul tema dei tirocini curriculari ed extracurriculari, strumenti necessari a formare i professionisti del futuro. Anche le carenze del sistema sanitario nazionale, che si sta rivelando sempre più ospedalo-centrico, hanno evidenziato quanto investire sulla formazione dei medici specializzandi sia ormai indispensabile.
“Sulla questione di genere c’è ancora molto da fare”, conclude la Polimeni, rimarcando un problema che i dati ci dicono essere presente e verso il quale è necessario intraprendere delle contromisure. Nonostante le donne a laurearsi e ad intraprendere carriere accademiche siano più degli uomini, solo una piccolissima percentuale accede a posizioni apicali. Serve lavorare sull’autostima e sulla consapevolezza delle giovani donne per garantire un sistema che dia veramente pari opportunità.