L’intervista di Gianni Dominici a Raffaele Gareri, Capo Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale, sul tema delle smart cities. Per comprendere al meglio il concetto di innovazione è importante discostarlo da quello del digitale in senso informatico. Digitalizzare significa ripensare i modelli organizzativi in funzione del cittadino tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie ma servendosi della multidisciplinarietà. Oggi ancor di più serve una forte leadership in questo senso che porti le città a comunicare e collaborare con la cittadinanza per risolvere i problemi collettivi
9 Dicembre 2020
Redazione FPA
La crisi sanitaria ha prodotto una forte accelerazione nel processo di digitalizzazione del Paese, mostrando le potenzialità derivanti dalla trasformazione dei processi, specialmente quelli che necessitano una presenza fisica. È importante però non confondere il concetto di innovazione con quello di avanzamento tecnologico, perché soprattutto quando si parla di PA è facile ricadere nell’errore che sia esclusivamente la tecnologia a portare cambiamento mentre la differenza è data dal processo organizzativo.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Raffaele Gareri, Capo Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale e autore del libro “Un new deal digitale” insieme a Bas Boorsma. Esperto di innovazione nella PA, Gareri è stato responsabile della transizione digitale della provincia di Brescia ed è da poco fondatore e presidente di “The smart city association Italy”.
“L’innovazione è multidisciplinare” esordisce Gareri, in quanto si tratta di un processo che rimette in discussione i modelli di erogazione dei servizi, specialmente nella PA. È necessario abbandonare le logiche gerarchiche tradizionali e favorire modelli trasversali, dove le competenze si mescolano e si lavora insieme agli stakeholder per realizzare piani strategici che mirino davvero allo sviluppo.
“Serve definire uno strumento di comunicazione efficace”, continua Gareri, riferendosi al fatto che comunicare con i cittadini è fondamentale per poter coinvolgere la cittadinanza e godere del confronto con chi beneficia direttamente dei servizi della PA. Per coniugare metodi economicamente condivisi e obiettivi di business è fondamentale che la realtà sociale sia cosciente e partecipativa.
Passando poi al libro scritto insieme a Bas Boorsma, Gareri si sofferma sulla necessità di un new deal digitale, come descritto dal titolo. “Serve ripensare il sistema”, dice Gareri, immaginando un nuovo approccio al digitale inteso come opportunità per riformulare i servizi secondo le logiche della tecnologia ma senza pensare che ricorrere al digitale significhi soltanto adottare nuovi sistemi informatici. In questo senso il libro si pone come uno strumento operativo, un punto di partenza da cui immaginare i percorsi formativi del futuro.
La pandemia ha ulteriormente sottolineato la necessità di operare al più presto sulla digitalizzazione, cogliendo l’occasione per ripensare le infrastrutture digitali e segnare una forte discontinuità rispetto al passato in termini di approccio al cambiamento.