L’intervista di Gianni Dominici a Raffaella Saporito, docente della SDA Bocconi School of Management, sul tema della risposta della PA alla pandemia. Il senso di urgenza scaturito dalla crisi sanitaria ed economica ha portato alla riscoperta del valore delle funzioni pubbliche rimettendo al centro, dopo anni, il tema degli investimenti sulla PA. Bisogna conservare questo senso di missione pubblica e investire con coraggio sul ricambio generazionale e sulla formazione
17 Dicembre 2020
L’emergenza sanitaria ha permesso di riscoprire il valore delle funzioni pubbliche, trovando nelle persone e in alcune figure professionali – insegnanti, infermieri, medici, funzionari pubblici – il vero appiglio di speranza ed efficienza per permettere al paese di andare avanti e mantenere la continuità dei servizi.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Raffaella Saporito, docente della SDA Bocconi School of Management e autrice di libri e articoli sul tema della selezione dei dirigenti della pubblica amministrazione (a livello nazionale ed europeo) e della sanità.
“Bisogna iniziare a guardare alla PA come ad un insieme di realtà che necessita bisogni e meccanismi di funzionamento differenti”, esordisce la Saporito, riflettendo sul passato dei grandi tagli della spesa sulla pubblica amministrazione. È facile poi aspettarsi forme di rivendicazione sociale nei confronti dei dipendenti pubblici da parte della cittadinanza che, in una situazione di crisi economica come quella in corso, richiede una maggiore equità sociale.
“La risposta a tutto questo deve essere più profonda”, continua la docente, sottolineando come sia necessario canalizzare queste energie in una politica indirizzata al pubblico impiego. Bisogna entrare nell’ottica che il cambiamento non è possibile a costo zero, anzi, serve che gli investimenti vengano fatti con responsabilità e coraggio e con l’intenzione di sfruttare le risorse che arriveranno per restituire valore al prossimo.
“Serve cambiare i volti della PA”, spiega Saporito, utilizzando strumenti di valutazione delle candidature adeguati e selezionando persone che hanno un senso istituzionale del valore pubblico. In questa ottica diventano fondamentali le competenze trasversali e l’orientamento al cambiamento, e per portare queste qualità nella PA serve partire innanzitutto dalla scuola.
“Se davvero dobbiamo investire sulle persone – conclude la Saporito – bisogna cambiare i concorsi” senza però pensare che siano le norme a fare la differenza ma provando ad imparare dalle istituzioni europee, dalla riscoperta del ruolo della missione del dipendente pubblico.