Gianni Dominici parla di Platform economy con Simone Cicero, CIO di Boundaryless e creator di “Platform design toolkit”. La crisi sanitaria ha definitivamente fatto emergere il fatto che i problemi del nostro paese non sono tecnologici, bensì organizzativi. Il prossimo passo sarà quello di regolamentare il flusso di informazioni sulla rete e di portare la PA ad investire nei progetti sul territorio
8 Febbraio 2021
Redazione FPA
I mesi difficili della pandemia hanno portato con sé una forte accelerazione sul tema del digitale, sia nel mondo privato che nel pubblico. Chi aveva già un’infrastruttura digitale consolidata ha dovuto comunque migliorarne le prestazioni, mentre chi ne era sprovvisto è stato costretto a dotarsene e a riorganizzare la propria macchina produttiva.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Simone Cicero, creator di “Platform design toolkit” e CIO di Boundaryless, azienda il cui lavoro si fonda sullo studio dell’evoluzione dell’organizzazione, al fine di strutturare strumenti di sviluppo per modelli di business legati alle esigenze del mondo contemporaneo.
Parlando di platform economy, Cicero sostiene che ci troviamo di fronte ai risultati di una trasformazione feroce, se si pensa alle prime forme di piattaforme dalle quali sono nate, e intorno alle quali sono stati costruiti, i modelli di business che conosciamo oggi. “Più il costo di transazione diminuisce, meno vedremo aziende, più vedremo mercati” chiosa Cicero, senza dimenticare di sottolineare che non basta mettere in contatto domanda e offerta, serve comunque grande impegno in termini di capitale, tempo e management.
“Il prossimo cambio di paradigma non è tecnologico – spiega Cicero – è difficile poter andare oltre quello che abbiamo oggi in termini di penetrazione della tecnologia nelle nostre vite. La prossima era sarà quella della regolamentazione di internet”, continua Cicero, per affrontare alcuni pericoli oggi evidenti e per dare risposta alla polarizzazione sociale, che è possibile vedere, per esempio, sui social media.
“Il futuro della tecnologia è a stretto contatto con il policy making” conclude Cicero, e sia il pubblico che il privato saranno fondamentali nel determinare la presenza del digitale nelle vite dei cittadini. In questo senso il ruolo della PA deve essere meno incentrato sul progettare soluzioni proprie e diventare molto più abilitante nel promuovere le soluzioni emergenti già presenti nei territori.