ROBERTO GRANDI: l’agire creativo come soluzione per uno sviluppo intelligente
Roberto Grandi è studioso e docente di comunicazione pubblica. Oltre a ricoprire prestigiosi incarichi a livello accademico, rivolge da tempo la sua attenzione alla ricerca sulle Città Creative, argomento su cui ha recentemente tenuto diversi cicli di lezioni all’Università di Shanghai. Su questo fronte, ritiene che oggi investire in creatività sia l’unica possibilità per uno sviluppo smart del territorio. A Smart City Exhibition 2012 Roberto Grandi ha preso parte al al dialogo con Jon Kingsbury sul tema “Smart City: il ruolo della creatività e dell’industria creativa” nel pomeriggio di martedì 30 ottobre
12 Novembre 2012
Vanessa Postacchini
Roberto Grandi è studioso e docente di comunicazione pubblica. Oltre a ricoprire prestigiosi incarichi a livello accademico, rivolge da tempo la sua attenzione alla ricerca sulle Città Creative, argomento su cui ha recentemente tenuto diversi cicli di lezioni all’Università di Shanghai. Su questo fronte, ritiene che oggi investire in creatività sia l’unica possibilità per uno sviluppo smart del territorio. A Smart City Exhibition 2012 Roberto Grandi ha preso parte al al dialogo con Jon Kingsbury sul tema “Smart City: il ruolo della creatività e dell’industria creativa” nel pomeriggio di martedì 30 ottobre
Roberto Grandi, membro del Comitato Scientifico di Smart City Exhibition 2012, tra i suoi numerosi incarichi accademici è professore ordinario di Comunicazioni di Massa e di Comunicazione Pubblica all’Università di Bologna, docente presso la Scuola Superiore di Giornalismo, coordinatore dell’Area Comunicazione alla Alma Graduate School e titolare di diversi incarichi di insegnamento Master. E’ stato Assessore alla Cultura al Comune di Bologna e Presidente di Promobologna. Ha prestato la sua consulenza scientifica ed è stato co-autore della recente ricerca Ervet “Cultura & Creatività – ricchezza per l’Emilia-Romagna”.
In che modo l’investimento in creatività può supportare uno sviluppo smart del territorio?
Investire in tal senso rappresenta oggi l’unica possibilità, se per creatività si intende dare delle risposte non formali, non usuali ai molti problemi nuovi che si pongono, continuare a proporre le stesse non offrirebbe nessuna soluzione.
Sul tema della creatività, si innesta il discorso relativo alle imprese creative, che si occupano di molti settori merceologici presentando proposte fortemente innovative. Sono aziende nuove, start up che stanno crescendo e che offrono le soluzioni per rendere le nostre città più vivibili, affrontando realmente i problemi dei cittadini. E’ ovvio che siano diverse, rispetto alla vecchie imprese manifatturiere, ma è proprio nei loro confronti che la Pubblica Amministrazione dovrebbe impegnarsi di più.
Come si può lavorare in ottica smart per fare marketing territoriale?
Su questo fronte, sappiamo ormai che ogni città è in concorrenza, a livello mondiale, con tutte le altre. Per questo è necessario che ognuna di esse definisca, in primo luogo, la propria identità, nonché comprenda quale sia la relazione di collaborazione con le altre città del territorio, che diventa cooperazione a un certo livello e competizione a un altro.
Se il marketing è smart dovrebbe inoltre rivolgersi a due pubblici. Innanzitutto a quello interno, composto dai cittadini, che devono essere orgogliosi della propria città, diventandone il biglietto da visita. In secondo luogo, a tutti i pubblici esterni, rappresentati da businessmen, turisti culturali o di altro tipo, nonché dagli investitori. A partire dalla distinzione esatta dei due pubblici, è necessario raggiungere entrambi con gli strumenti e le offerte adeguate, attraverso strutture che possano organizzare e coordinare, e che siano composte sia da aziende private che da enti pubblici. Ciò, almeno, è ciò che avviene in Europa e che sarebbe auspicabile anche in Italia.