Con l’intervista a Raffaele Gareri, Direttore Trasformazione Digitale e dello Sviluppo Economico Urbano di Roma Capitale, prosegue il ciclo di interviste “Dialoghi di innovazione urbana” sul futuro delle città e sugli scenari della ripartenza nel contesto del progetto ICity Club, l’osservatorio della trasformazione digitale urbana
7 Luglio 2021
Redazione FPA
Roma, come testimoniato dai risultati dell’ultimo ICity Rank 2020 nel quale la capitale ha raggiunto il 4° posto guadagnando ben 11 posizioni rispetto all’anno precedente, ha deciso di premere l’acceleratore sulla crescita intelligente trainata da digitale e innovazione sperimentale, puntando a servizi innovativi per relazioni più efficienti con i propri cittadini (come, ad esempio, la “casa delle tecnologie emergenti” o la trasformazione del portale istituzionale in un’ottica user centred).
Secondo Raffaele Gareri, in questo contesto di rinnovamento culturale, di cambiamento e di trasformazione il Piano Roma Smart City, si colloca come uno strumento “di sistema” e offre un indirizzo strategico di lungo periodo ai singoli progetti, secondo gli obiettivi dell’efficienza, dell’apertura, dell’inclusione e della valorizzazione delle risorse naturali.
“Nel piano Roma Smart City l’obiettivo è digitalizzare i procedimenti, ma anche interagire continuativamente con il cittadino”, spiega Gareri. “L’idea della partecipazione è centrale: il coinvolgimento dei cittadini serve a capire i bisogni e le priorità dell’utenza e quindi a orientare la progettazione e la visione di ogni singolo servizio. La governance multilivello che orchestra il piano (strategica, progettuale e operativa) si basa sul principio della partecipazione”.
Ricordando le iniziative più significative che hanno coinvolto la macchina amministrativa – rese possibili grazie al digitale – Gareri si è espresso anche in materia di lavoro agile: “alla fine siamo riusciti a portare quasi 5000 dipendenti in smart working. Il Comune intende continuare a sostenere questa modalità di lavoro creando delle sedi dislocate e diffuse per i dipendenti con il vantaggio di limitare la concentrazione verso il centro città: piccoli sistemi di co-working opportunamente attrezzati dove l’elemento della socialità, al contrario di quanto avvenuto in pandemia, verrà salvaguardato”.
Un ultimo elemento di attenzione ha riguardato la cultura del dato, che risulta sempre più essenziale per la pianificazione e la governance dei sistemi complessi. “Roma sta lavorando alla sua ‘Data Platform’, un cruscotto di controllo ad alto livello tecnologico e di sicurezza che integrerà dati generati da diverse fonti e sarà in grado di analizzare il territorio su diverse dimensioni”, afferma Gareri. La piattaforma consentirà di conoscere i fenomeni e di intervenire attraverso decisioni informate dai dati, migliorerà i processi decisionali e le strategie di investimento.
Roma partecipa a ICity Club, l’osservatorio della trasformazione digitale urbana di FPA