Competenze digitali, quali sono e perché sono importanti
Nel 2017 AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, ha diviso le competenze digitali in tre livelli: competenze digitali di base; competenze specialistiche; competenze di e-leadership. Scopriamo quali sono, con un focus particolare sulle competenze digitali per i dipendenti pubblici e su come potenziarle
16 Settembre 2021
Redazione FPA
- 1 Cosa si intende per competenze digitali?
- 2 Quali sono le competenze digitali per i cittadini
- 3 Quali sono le competenze specialistiche ICT
- 4 Quali sono le competenze di e-leadership
- 5 Quali sono le competenze digitali di base per i dipendenti pubblici
- 6 Che cos'è l'Agenzia per l'Italia digitale (AgID)?
- 7 Trasformazione digitale della pubblica amministrazione: Cosa prevede l'Agenda Digitale Italiana (ADI)?
Cosa si intende per competenze digitali?
Le competenze digitali sono state inserite tra le otto competenze chiave nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 2006 e sono ritenute essenziali per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Nella Raccomandazione troviamo questa definizione di competenza digitale: “consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle ICT (Information and Communication Technologies, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
Nel 2017 AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, ha diviso le competenze digitali in tre livelli: competenze digitali di base; competenze specialistiche; competenze di e-leadership.
Per le competenze digitali di base, la catalogazione AgID segue i modelli europei: il quadro di riferimento europeo delle competenze digitali dei cittadini è il DigComp, sviluppato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea e pubblicato per la prima volta nel 2013, aggiornato nel 2016 con la versione DigComp 2.0 e poi con la versione attuale DigComp 2.1, che prevede otto livelli di padronanza per ciascuna competenza.
Per quanto riguarda nello specifico le competenze digitali di base nella PA, nel 2018 il Dipartimento della funzione pubblica ha rilasciato un Syllabus, articolato anche questo in un framework di ispirazione al modello DigComp, dove le competenze digitali vengono sistematizzate al fine di offrire un percorso ragionato e articolato specificatamente per chi lavora nella pubblica amministrazione. Il Syllabus “Competenze digitali per la PA” parte quindi dal modello concettuale DigComp per declinare le specifiche competenze di chi lavora nel settore pubblico e descrive le conoscenze e le abilità di base richieste a un qualsiasi dipendente pubblico, ad eccezione degli specialisti ICT, per partecipare attivamente alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana.
Quali sono le competenze digitali per i cittadini
Le competenze digitali sono fondamentali per realizzare la cittadinanza digitale, per garantire l’inclusione digitale e per accedere e partecipare alla società della conoscenza con una piena consapevolezza digitale.
Non a caso l’articolo 8 del Codice dell’Amministrazione Digitale è dedicato proprio alla “Alfabetizzazione informatica dei cittadini” e prevede che lo Stato e le pubbliche amministrazioni promuovano “iniziative volte a favorire la diffusione della cultura digitale tra i cittadini con particolare riguardo ai minori e alle categorie a rischio di esclusione, anche al fine di favorire lo sviluppo di competenze di informatica giuridica e l’utilizzo dei servizi digitali delle pubbliche amministrazioni con azioni specifiche e concrete, avvalendosi di un insieme di mezzi diversi fra i quali il servizio radiotelevisivo”.
Per definire le competenze digitali dei cittadini il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea ha creato il modello DigComp, la cui versione attuale DigComp 2.1 è organizzata in 5 aree di competenza, 21 competenze e 8 livelli di padronanza.
Le cinque aree e relative competenze sono:
- Elaborazione delle informazioni
- Navigare, ricercare e filtrare dati, informazioni e contenuti digitali (Articolare i fabbisogni informativi, ricercare i dati, le informazioni e i contenuti in ambienti digitali, accedervi e navigare al loro interno. Creare e aggiornare strategie di ricerca personali)
- Valutare dati, informazioni e contenuti digitali (Analizzare, confrontare e valutare in maniera critica la credibilità e l’affidabilità delle fonti dei dati, delle informazioni e dei contenuti digitali. Analizzare, interpretare e valutare in maniera critica dati, informazioni e contenuti digitali
- Gestire dati, informazioni e contenuti digitali (Organizzare, archiviare e recuperare dati, informazioni e contenuti negli ambienti digitali. Organizzarli ed elaborarli in un ambiente strutturato)
- Comunicazione e collaborazione
- Interagire con le tecnologie digitali (Interagire attraverso diverse tecnologie digitali e capire quali sono gli strumenti di comunicazione più appropriati in un determinato contesto)
- Condividere con le tecnologie digitali (Condividere dati, informazioni e contenuti digitali con altri attraverso tecnologie digitali appropriate. Agire da intermediari, conoscendo le prassi adeguate per la citazione delle fonti e attribuzione di titolarità)
- Impegnarsi nella cittadinanza con le tecnologie digitali (Partecipare alla vita sociale attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati. Trovare opportunità di self-empowerment e cittadinanza partecipativa attraverso le tecnologie digitali più appropriate)
- Collaborare attraverso le tecnologie digitali (Utilizzare gli strumenti e le tecnologie per i processi collaborativi e per la co-costruzione e la co-creazione di dati, risorse e know-how)
- Netiquette (Essere al corrente delle norme comportamentali e del know-how per l’utilizzo delle tecnologie digitali e l’interazione con gli ambienti digitali. Adeguare le strategie di comunicazione al pubblico specifico e tenere conto delle differenze culturali e generazionali negli ambienti digitali)
- Gestire l’identità digitale (Creare e gestire una o più identità digitali, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire i dati che uno ha prodotto, utilizzando diversi strumenti, ambienti e servizi digitali)
- Creazione di contenuti
- Sviluppare contenuti digitali (Creare e modificare contenuti digitali in diversi formati, esprimersi attraverso mezzi digital)
- Integrare e rielaborare contenuti digitali (Modificare, affinare, migliorare e integrare informazioni e contenuti all’interno di un corpus di conoscenze esistente per creare conoscenze e contenuti nuovi, originali e rilevanti)
- Copyright (diritti d’autore) e licenze (Capire come il copyright e le licenze si applicano ai dati, alle informazioni e ai contenuti digitali)
- Programmazione (Pianificare e sviluppare una sequenza di istruzioni comprensibili da parte di un sistema informatico per risolvere un determinato problema o svolgere un compito specifico)
- Sicurezza
- Proteggere i dispositivi (Proteggere i dispositivi e i contenuti digitali e comprendere i rischi e le minacce presenti negli ambienti digitali. Conoscere le misure di sicurezza e protezione e tenere in debita considerazione l’affidabilità e la privacy
- Proteggere i dati personali e la privacy (Proteggere i dati personali e la privacy negli ambienti digitali. Capire come utilizzare e condividere informazioni personali proteggendo sé stessi e gli altri dai danni. Comprendere che i servizi digitali hanno un “regolamento sulla privacy” per informare gli utenti sull’utilizzo dei dati personali raccolti)
- Tutelare la salute e il benessere (Essere in grado di evitare rischi per la salute e minacce al benessere psico-fisico quando si utilizzano le tecnologie digitali. Essere in grado di proteggere sé stessi e gli altri da possibili pericoli negli ambienti digitali, ad es. cyberbullismo. Essere a conoscenza delle tecnologie digitali per il benessere e l’inclusione sociale)
- Tutelare l’ambiente (Essere consapevoli dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali e del loro utilizzo)
- Risoluzione di Problemi
- Risolvere i problemi tecnici (Individuare problemi tecnici nell’utilizzo dei dispositivi e degli ambienti digitali e risolverli (dalla ricerca e risoluzione di piccoli problemi all’eliminazione di problemi più complessi)
- Identificare i bisogni e le risposte tecnologiche (Valutare le esigenze e individuare, valutare, scegliere e utilizzare gli strumenti digitali e le possibili risposte tecnologiche per risolverli. Adeguare e personalizzare gli ambienti digitali in base alle esigenze personali (ad es. accessibilità)
- Utilizzare creativamente le tecnologie digitali (Utilizzare gli strumenti e le tecnologie digitali per creare conoscenza e innovare processi e prodotti. Partecipare individualmente e collettivamente ai processi cognitivi per comprendere e risolvere problemi concettuali e situazioni problematiche negli ambienti digitali)
- Identificare i gap di competenza digitale (Capire dove occorre migliorare o aggiornare i propri fabbisogni di competenze digitali. Essere in grado di supportare gli altri nello sviluppo delle proprie competenze digitali. Ricercare opportunità di crescita personale e tenersi al passo con l’evoluzione digitale).
Per ciascuna di queste 21 competenze sono individuati otto livelli di padronanza, da quello base a quello altamente specializzato e vengono citati esempi di utilizzo. Ciascun livello di competenza contiene la descrizione delle contiene conoscenze, abilità e attitudini attese e rappresenta un gradino in più nell’acquisizione da parte dei cittadini delle competenze in base alla sfida cognitiva, alla complessità delle attività che possono gestire e alla loro autonomia nello svolgimento dell’attività.
AgID è stata la prima realtà governativa in Europa a curare direttamente la traduzione ufficiale del modello DigComp 2.1, che era stato pubblicato in inglese, nel 2017, come “DigComp 2.1: The Digital Competence Framework for Citizens with eight proficiency levels and examples of use” a cura dell’European Commission’s Joint Research Centre.
Le competenze digitali del cittadino sono quindi molto ampie e comprendono elementi di alfabetizzazione informatica e digitale, comunicazione e collaborazione, alfabetizzazione mediatica, creazione di contenuti digitali, sicurezza, aspetti legati alla proprietà intellettuale, risoluzione di problemi. Il che significa non soltanto saper utilizzare le tecnologie digitali, ma anche comprenderne i meccanismi, riflettere sull’impatto che queste hanno in termini di comunicazione e innovazione, essere in grado di proteggere i propri dati, solo per fare alcuni esempi.
Le competenze digitali sono quindi una priorità per lo sviluppo economico e sociale del Paese e c’è ancora molto da fare. Basti ricordare i dati del DESI 2020, in cui l’Italia è all’ultima posizione per l’area Capitale Umano e il 58% degli italiani (popolazione tra 16 e 74 anni) non possiede un livello di competenze digitali almeno di base. Ecco perché nell’agosto 2020 l’Italia si è dotata di una “Strategia Nazionale per le Competenze Digitali”, con l’obiettivo di eliminare il gap con gli altri Paesi europei, in termini generali di digitalizzazione e rispetto ai singoli assi di intervento, e di abbattere il digital divide tra varie aree del nostro territorio nazionale.
Quali sono le competenze specialistiche ICT
Le competenze digitali specialistiche riguardano professionisti e futuri professionisti ICT e sono richieste sia nel settore privato che nel settore pubblico. Lo sviluppo di adeguate competenze specialistiche ICT è una condizione cruciale per la crescita digitale, nel settore dei servizi pubblici online, l’evoluzione dei prodotti manifatturieri, come per l’efficienza e l’evoluzione dei servizi.
L’e-CF European e-Competence Framework 3.0 (norma tecnica UNI EN 16234-1) è lo strumento di riferimento europeo dell’Agenda Digitale per la definizione delle competenze dei professionisti ICT e definisce la competenza ICT come “una dimostrata abilità di applicare conoscenza (knowledge), abilità (skill) e attitudini (attitude) per raggiungere risultati osservabili”.
L’Agenzia per l’Italia Digitale AGID nel luglio 2018 ha svolto una consultazione durata un mese al termine della quale ha pubblicato tre documenti: le “Linee guida per l’armonizzazione delle qualificazioni professionali, delle professioni e dei profili in ambito ICT”; l’aggiornamento delle “Linee Guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT” e le “Competenze di e-leadership” (vedi paragrafo successivo). Con la versione aggiornata di questi documenti si è voluto realizzare una raccolta completa di indicazioni per garantire una continuità evolutiva delle professionalità ICT e il contesto di applicazione rispetto agli esistenti manuali operativi AgID.
In particolare, le “Linee guida per la qualità delle competenze digitali nelle professionalità ICT” definiscono i profili di competenza delle professioni ICT a partire dal modello per l’identificazione di conoscenze, abilità e competenze per la definizione di figure professionali ICT, noto come eCompetence Framework 3.0 recepito in Italia dalla norma UNI EN 16234. Sostituiscono il manuale operativo «Dizionario dei profili di competenza per le professioni ICT” pubblicato nel 2010 dal CNIPA e contengono importanti novità normative e tecniche, tra cui i nuovi profili dedicati alle professionalità ICT nel settore dell’informazione geografica e una mappatura delle terminologie utilizzate per i profili.
Nel capitolo dedicato ai “Profili di competenza” si richiama la norma UNI EN 16234-1 che fornisce un linguaggio condiviso per descrivere competenze, skill e livelli di proficiency lo rende facilmente comprensibile in tutta Europa. L’e-Competence Framework 3.0 (UNI EN 16234-1), la Mappa delle competenze professionali ICT europee, è strutturata in quattro dimensioni che riflettono differenti livelli di requisiti di business e di pianificazione delle risorse umane e integrano delle linee guida per la definizione dei livelli di abilità lavorative:
- Dimensione 1: 5 aree di e-Competence, derivate dai processi business dell’ICT: PLAN (PIANIFICARE) – BUILD (REALIZZARE) – RUN (OPERARE) – ENABLE (ABILITARE) – MANAGE (GESTIRE).
- Dimensione 2: Un insieme di e-Competence di riferimento per ciascuna area, con una descrizione generica per ciascuna competenza. Le 40 competenze identificate in totale forniscono le definizioni di riferimento dell’e-CF 3.0.
- Dimensione 3: Livelli di Capacità per ciascuna e-Competence: sono articolati in Livello di e-Competence da e-1 a e-5, e messi in relazione con i livelli EQF da 3 a 8.
- Dimensione 4: Esempi di knowledge (conoscenza) e skill (capacità): sono in relazione alla dimensione 2 della e-Competence. Tali esempi, descrivono il contesto aggiungendo valore al framework e comunque non devono ritenersi esaustivi.
La norma UNI EN 16234-1 fornisce un riferimento di 40 competenze richieste e praticate nel contesto lavorativo dell’Information and Communication Technology (ICT). A livello europeo, e successivamente con normazione tecnica nazionale, si sono identificate poi delle famiglie di profili professionali di prima generazione, che hanno dato seguito a 23 profili professionali ICT di seconda generazione.
Quali sono le competenze di e-leadership
Come dicevamo, sempre nel luglio 2018, l’Agenzia per l’Italia Digitale AGID ha svolto una consultazione anche sul documento “Competenze di e-leadership”.
Prima di tutto una definizione: l’e-leader è una figura professionale che spinge le organizzazioni verso l’innovazione e il cambiamento, capace di pensare e realizzare progetti volti a superare i vecchi schemi mentali e ad innovare i processi organizzativi.
L’e-leader diventa quindi leva del cambiamento organizzativo, grazie a un bagaglio variegato di competenze e attitudini che vanno da un’adeguata cultura e conoscenza del mondo digitale, alle ottime capacità individuali di relazione e di comunicazione, alle competenze organizzative e di gestione del cambiamento. In più, calandosi nel mondo delle pubbliche amministrazioni, è necessario che l’e-leader possegga una conoscenza profonda del contesto organizzativo in cui opera e delle competenze approfondite sul funzionamento dei processi della PA per trasformarli in senso digitale.
Ha bisogno quindi di:
- Competenze formali: apprese nella scuola e nell’università.
- Competenze non formali: acquisite prevalentemente nel percorso lavorativo grazie a all’esperienza accumulata nella partecipazione/coordinamento di progetti di digital transformation e nel trasferimento di sapere volto all’azione.
- Competenze informali: acquisite nella vita quotidiana, nel lavoro (non tramite azioni strutturate) e nella partecipazione a network professionali che promuovo l’innovazione digitale.
Il documento riassume le componenti essenziali dell’e-leadership (non necessariamente in seno ad un unico individuo ma anche distribuite tra un team) in 5 aree di competenza:
- Conoscenze digitali: cultura e conoscenze del mondo digitale e dei sistemi ICT;
- Soft skill: capacità (queste sì individuali) di relazione e di comunicazione;
- Leadership organizzativa: competenze organizzative e di gestione del cambiamento;
- Contesto PA: competenze gestionali nel contesto della pubblica amministrazione (in particolare la capacità di individuare trend e capire quali saranno le possibili applicazioni);
- PA digitale: conoscenza dei processi digitali della pubblica amministrazione.
Quali sono le competenze digitali di base per i dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici lavorano in un contesto sempre più digitalizzato. Questo richiede a tutti loro, indistintamente dal ruolo che ricoprono e dalla funzione che svolgono, il possesso di competenze digitali di base, il set minimo di conoscenze e abilità necessarie per partecipare attivamente alla trasformazione digitale della propria amministrazione e della PA italiana in generale.
Cos’è il Syllabus “competenze digitali di base per la PA”?
Il Syllabus, realizzato dall’Ufficio per l’innovazione e la digitalizzazione del Dipartimento della funzione pubblica, è proprio il documento che descrive il set minimo di conoscenze e abilità di base in ambito digitale comuni a tutti i dipendenti pubblici non specialisti ICT e rappresenta la base di riferimento per impostare questionari di auto-verifica e corsi formativi mirati e personalizzati.
Il Syllabus, primo output del progetto “Competenze digitali per la PA” avviato nel 2017 dal Dipartimento della funzione pubblica nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, è stato presentato nel maggio 2019 dopo una fase di consultazione pubblica (tra ottobre e dicembre 2018), preliminare alla stesura finale del documento. Nel luglio 2020 è stata poi rilasciata la Versione 1.1 del Syllabus che aggiorna e sostituisce la precedente.
Il Syllabus è costruito seguendo l’impianto di DigComp 2.1, ma non è incentrato sulle stesse competenze descritte nel framework europeo. Si concentra, infatti, esclusivamente sugli aspetti pertinenti le competenze minime che tutti i dipendenti pubblici devono avere.
I destinatari sono: dipendenti interessati ad intraprendere un percorso di autoverifica delle proprie competenze; amministrazioni coinvolte in attività di pianificazione di interventi formativi rivolti ai propri dipendenti; enti e società di formazione, chiamati a definire corsi formativi in linea con il Syllabus e strumentali a coprire i fabbisogni di conoscenze rilevati.
L’obiettivo generale del Syllabus è fare in modo che tutti i dipendenti pubblici siano in grado di operare attivamente in modo sicuro, consapevole, collaborativo e orientato al risultato all’interno di una pubblica amministrazione sempre più digitale.
Nello specifico, il Syllabus descrive le conoscenze e le abilità che concorrono a rendere i dipendenti pubblici in grado di:
- utilizzare in modo appropriato e nel rispetto della normativa gli strumenti digitali a disposizione nell’ambito dei propri processi di lavoro;
- comprendere rischi e vantaggi della gestione digitale di dati e informazioni così come delle molteplici forme di comunicazione e collaborazione disponibili negli ambienti digitali;
- promuovere la gestione e condivisione dell’informazione pubblica al fine di dare concreta attuazione ai principi di trasparenza e responsabilizzazione;
- comprendere le potenzialità di utilizzo delle tecnologie emergenti all’interno delle pubbliche amministrazioni;
- tutelare i diritti di cittadinanza digitale riconosciuti a cittadini e imprese;
- svolgere un ruolo proattivo e assertivo nel processo di trasformazione digitale della PA.
Su questo fronte FPA ha messo a punto un percorso dedicato di formazione sulle competenze digitali dei dipendenti pubblici che risponde agli obiettivi di apprendimento e alle aree di competenza del Syllabus, disponibile sulla piattaforma FPA Digital School e articolato in corsi di e-learning per livelli di padronanza e appuntamenti formativi personalizzati sulla base delle esigenze delle singole PA.
Il Percorso formativo di FPA Digital School
Competenze digitali per la PA | Livello Intermedio
Abbiamo creato un catalogo formativo aderente al syllabus “competenze digitali per la PA" del Dipartimento della Funzione Pubblica. Al via la seconda annualità del percorso Competenze digitali di base per i dipendenti pubblici con i corsi relativi al livello di padronanza intermedio: 11 corsi per le 5 aree di competenza, per un totale di circa 130 ore di autoapprendimento
21 Novembre 2024
Quali sono le 5 aree di competenza digitali?
Il Syllabus individua cinque aree di competenza in ciascuna delle quali sono inserite specifiche competenze con relativa descrizione:
- Dati, informazioni e documenti informatici
- Comunicazione e condivisione
- Sicurezza
- Servizi on-line
- Trasformazione digitale
Area 1 – Dati, informazioni e documenti informatici
Quest’area prevede l’acquisizione delle seguenti competenze specifiche:
- Gestire dati, informazioni e contenuti digitali
Il dipendente pubblico deve saper raccogliere, elaborare e utilizzare dati, informazioni e documenti. Per fare ciò deve saper ricorrere in modo appropriato sia a strumenti standard a disposizione di qualsiasi cittadino per la ricerca di informazioni o strumenti di automazione d’ufficio per la produzione e la catalogazione di documenti, sia a strumenti peculiari dell’amministrazione di appartenenza. Inoltre, deve avere consapevolezza del valore dei dati, deve saper distinguerli da un’informazione e deve conoscere le modalità più efficaci di gestirli, anche attraverso tecnologie avanzate, a supporto dei processi operativi e decisionali. Deve essere a conoscenza delle principali banche dati di interesse nazionale, deve saper archiviare in modo corretto i dati e saper utilizzare le principali fonti pubbliche per la raccolta di dati e informazioni utili ad attività di approfondimento, analisi e confronto. - Produrre, valutare e gestire documenti informatici
Ad ogni dipendente è richiesta anche la conoscenza della normativa che definisce il significato di documento informatico o documento elettronico e le regole per la formazione, gestione, conservazione e trasmissione di documenti con strumenti informatici a cui ogni amministrazione è tenuta ad adeguare la propria gestione documentale. È richiesta quindi la conoscenza di queste regole e la capacità di applicarle ai fini della corretta produzione, gestione e valutazione del documento informatico nonché di un uso consapevole di strumenti quali le firme elettroniche o le marche temporali e delle modalità di fascicolazione e gestione archivistica. - Conoscere gli Open Data
Infine, in presenza di un’attenzione crescente alla trasparenza e al potenziale di sviluppo insito nei dati, il dipendente pubblico ha necessità di acquisire ed applicare i principi di valorizzazione del patrimonio informativo della pubblica amministrazione, in quanto liberamente usabile, riutilizzabile e ridistribuibile da parte di chiunque e per qualunque scopo, così come definito dal paradigma degli Open Data. Per questo, deve conoscere il significato di Open Data, la differenza tra dato aperto e dato pubblico, l’utilità degli Open Data per imprese, cittadini e società civile, comprendere il principio dell’Open Data by default. A tal fine, è fondamentale che sappia riconoscere la qualità del dato e comprendere il significato di Linked Open Data.
Area 2 – Comunicazione e condivisione
Quest’area prevede l’acquisizione delle seguenti competenze specifiche:
- Comunicare e condividere all’interno dell’amministrazione. Il dipendente pubblico deve saper utilizzare un ventaglio di strumenti tecnologici, più o meno ampio ed istituzionalizzato, per gestire la comunicazione e la condivisione di documenti e informazioni nei propri processi di lavoro. Tale insieme di strumenti include, tra gli altri, la posta elettronica ordinaria, la intranet istituzionale e le cartelle condivise in rete, ma anche sistemi sempre più evoluti, come le applicazioni di instant messaging o di audio video conferencing, i forum interni e le soluzioni di condivisione e sincronizzazione di file. Di conseguenza, il dipendente pubblico è chiamato a conoscere tali strumenti e le loro caratteristiche principali e soprattutto a sviluppare la capacità di scegliere e utilizzare in ogni occasione lo strumento più appropriato in funzione di diversi fattori, incluso la natura e la complessità del contenuto da veicolare, nonché il grado di formalità richiesto e la presenza di eventuali vincoli normativi da rispettare o dettati dalla propria amministrazione.
- Comunicare e condividere con cittadini, imprese ed altre PA. Ogni dipendente deve, inoltre, saper individuare gli strumenti digitali e lo stile di comunicazione più appropriati in funzione dei diversi messaggi e contenuti da veicolare, al fine di interagire in modo appropriato con le altre amministrazioni e, soprattutto, di attivare una comunicazione pubblica e forme di partecipazione efficaci in favore di cittadini e imprese. Saper riconoscere il valore attribuito alle comunicazioni trasmesse a mezzo PEC nei confronti di cittadini e imprese e le modalità per inoltrare validamente istanze e dichiarazioni per via telematica. Conoscere le implicazioni operative dell’obbligo di acquisire d’ufficio le informazioni già in possesso dall’amministrazione e del domicilio digitale di cittadini, professionisti e imprese. Al dipendente è, inoltre, richiesta una conoscenza delle principali caratteristiche di un sistema di gestione avanzato del rapporto con il cittadino (Citizen Relationship Management) e la conoscenza dei diversi stili di comunicazione e registri linguistici a seconda del destinatario e dello strumento utilizzato.
Area 3 – Sicurezza
Quest’area prevede l’acquisizione delle seguenti competenze specifiche:
- Proteggere i dispositivi. Al dipendente è richiesta una conoscenza dei principali attacchi informatici e dei rischi ad essi associati per saperli prevenire attraverso l’adozione di appropriate precauzioni a partire dalle più semplici, come una corretta impostazione della password. Saper riconoscere, valutare e affrontare un attacco informatico al proprio dispositivo personale.
- Proteggere i dati personali e la privacy. Il dipendente deve conoscere il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati e la loro libera circolazione (Regolamento Europeo 2016/679) e deve saperlo applicare in modo appropriato.
Area 4 – Servizi online
Quest’area prevede l’acquisizione delle seguenti competenze specifiche:
- Conoscere l’identità digitale. Il dipendente pubblico deve conoscere il concetto di identità digitale e le relative implicazioni nell’accesso ai servizi on-line offerti dalle amministrazioni. Nello specifico, deve conoscere i diversi strumenti di autenticazione per accedere ai servizi della pubblica amministrazione quali CIE, SPID e CNS. È richiesta, inoltre, una conoscenza delle modalità di ottenimento dell’identità digitale di SPID utilizzando CIE, CNS e firma digitale e la comprensione della valenza di SPID e della CIE all’interno dell’Unione Europea per abilitare servizi utili al cittadino.
- Erogare servizi on-line. Conoscere l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere i propri servizi disponibili on-line e di consentire al cittadino di esprimere il proprio grado di soddisfazione in merito ai servizi fruiti. Conoscere il diritto dei cittadini a effettuare pagamenti nei confronti dell’amministrazione attraverso il canale digitale e il sistema pagoPA. Conoscere i princìpi che guidano l’erogazione dei servizi on-line, tra cui il concetto di interoperabilità, di “mobile-first” e di “digital first”; infine, capire le conseguenze giuridiche di violazione dell’obbligo di erogazione del servizio in modalità digitale.
Area 5 – Trasformazione digitale
Quest’area prevede l’acquisizione delle seguenti competenze specifiche:
- Conoscere gli obiettivi della trasformazione digitale. Al dipende è richiesta una conoscenza delle linee generali di programmazione della strategia digitale italiana. Tra cui, le competenze chiave richieste ai dirigenti, agli specialisti IT e ai dipendenti di una amministrazione per favorire la transizione al digitale e i compiti del Responsabile per la transizione al digitale. Il dipendente, inoltre, deve conoscere i principali diritti di cittadinanza digitale poiché è necessario che possegga una “cultura digitale” di base relativamente alle tendenze e alle tecnologie emergenti e sia in grado di riconoscerne le potenzialità applicative anche in ambito pubblico.
- Conoscere le tecnologie emergenti per la trasformazione digitale. Il dipendente deve riconoscere le principali tecnologie emergenti e come possono o potranno essere utilizzate per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Tra queste: Cloud computing, Big data, Data Analytics, Intelligenza artificiale, Internet delle Cose (Iot).
Che cos’è l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID)?
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) è l’agenzia tecnica della Presidenza del Consiglio che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana, in coerenza con l’Agenda digitale europea. È stata istituita con Decreto legge 22 giugno 2012, n. 83 “Misure urgenti per la crescita del Paese” (convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134) ed è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro da lui delegato.
L’Agenzia pubblica il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione il documento di indirizzo strategico ed economico previsto dall’articolo 14-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale, che detta regole e principi operativi per la trasformazione digitale in Italia. Inoltre:
- contribuisce alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica;
- elabora indirizzi, regole tecniche e linee guida in materia di omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard per la piena interoperabilità e uniformità dei sistemi informatici della pubblica amministrazione;
- vigila sulla qualità dei servizi e sulla razionalizzazione della spesa informatica della pubblica amministrazione;
- promuove e diffonde le iniziative di alfabetizzazione digitale.
Trasformazione digitale della pubblica amministrazione: Cosa prevede l’Agenda Digitale Italiana (ADI)?
Nella primavera 2010, il Parlamento Europeo ha approvato la Digital Agenda 2020, un documento strategico/programmatico, con il quale ogni Paese membro dell’Unione Europea nel decennio successivo si sarebbe impegnato a promuovere e incentivare lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche e l’innovazione digitale all’interno del proprio territorio nazionale. L’Italia ha recepito ed elaborato, nel marzo 2012, una propria strategia nazionale di digitalizzazione, individuando priorità e modalità di intervento in linea con quanto dettato dall’Agenda Europea e ha prodotto l’Agenda Digitale Italiana (ADI). L’Agenda Digitale in Italia definisce le strategie di sviluppo, crescita e innovazione abilitate dalle tecnologie digitali sia a livello nazionale che locale e ha lo scopo di riformare la Pubblica Amministrazione promuovendo l’utilizzo del digitale tra imprese e cittadini. Alla sua attuazione è preposta l’AgID.
L’ADI ricalca i sette pilastri indicati dalla Commissione europea, adattandoli e orientandoli verso le necessità italiane: Identità digitale e servizi innovativi per i cittadini; Amministrazione digitale; Servizi e innovazioni per favorire l’istruzione digitale; Misure per la sanità digitale; forte impulso per la banda larga e ultralarga; Moneta e fatturazione elettronica; Giustizia digitale.