Polo Strategico Nazionale: pronti al countdown
Il PSN – Polo Strategico Nazionale vedrà la luce nel 2022 ed entro giugno 2026 circa 280 amministrazioni (centrali, sanitarie e locali) dovranno già aver migrato i loro dati e servizi nell’infrastruttura centralizzata. Questa la timeline prevista dal PNRR che dedica al PSN uno specifico investimento. Il PSN rappresenta inoltre uno dei tre pilastri della nuova Strategia Cloud Italia, presentata il 7 settembre 2021. Tutto chiaro dunque? In realtà la strada (di allestimento organizzativo e normativo) appare ancora in salita. Per un confronto su criticità ed eventuali proposte, il 7 ottobre scorso FPA ha organizzato un confronto dal titolo “Verso il Polo Strategico Nazionale: quali soluzioni per la gestione dei dati pubblici”, in collaborazione con Pure Storage. Ecco cosa è emerso
13 Ottobre 2021
Redazione FPA
Il PSN – Polo Strategico Nazionale – vedrà la luce nel 2022 e, entro giugno del 2026, circa 280 amministrazioni (centrali, sanitarie e locali) dovranno già aver migrato i loro dati e servizi nell’infrastruttura centralizzata.
Questo impulso innovatore potrebbe sembrare l’avvio verso la naturale conclusione di una storia durata anni, quella della genesi del PSN. Tuttavia, le implicazioni di questo processo non sono ancora state debitamente messe in luce. Men che meno risolte. La sfida, dunque, rimane aperta e le difficoltà non riguardano solo i tempi di realizzazione.
La timeline di cui abbiamo accennato è prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dedica al PSN uno specifico investimento. Il PSN rappresenta inoltre uno dei tre pilastri della nuova Strategia Cloud Italia, presentata il 7 settembre 2021. Nel documento è inserita anche la classificazione dei dati e dei servizi pubblici in base agli impatti che una loro compromissione potrebbe avere sul Paese. La catalogazione in tre categorie – Strategici, Critici e Ordinari – è utile per comprendere quali siano i dati destinati a essere migrati nel PSN e quali saranno allocati in soluzioni Cloud qualificate, offerte dal mercato.
Dunque, c’è un Governo che preme sull’acceleratore della digitalizzazione e ci sono le risorse date dalla Missione 1 del PNRR, 900 milioni per la realizzazione del PSN. Però, la strada (di allestimento organizzativo e normativo) è ancora in salita. Difatti, per le amministrazioni pubbliche è necessario:
- fare chiarezza sullagestione dei dati e dei servizi, soprattutto in presenta di interoperabilità;
- fare i conti con il re-platforming delle applicazioni e con i nuovi standard;
- innalzare i livelli di cyber security;
Per sviscerare le criticità e confrontarsi alla luce delle eventuali proposte, il 7 ottobre scorso FPA ha incontrato, on line e a porte chiuse, molti rappresentanti delle amministrazioni. L’appuntamento di approfondimento e riflessione dal titolo “Verso il Polo Strategico Nazionale: quali soluzioni per la gestione dei dati pubblici” è stato organizzato in collaborazione con Pure Storage.
Le ultime sul PSN: la vera sfida inizia adesso
Andrea Baldassarre, Responsabile Area Content FPA, ha dato l’avvio ai lavori della giornata ricostruendo le fasi e inquadrando il progetto di realizzazione del PSNalla luce del contesto normativo di riferimento. Al centro della strategia di digitalizzazione della PA fin dal 2017, il PSN era stato presentato come una risposta infrastrutturale alle esigenze di:
1) razionalizzazione e consolidamento del patrimonio ICT pubblico.
2) adozione del paradigma Cloud nella gestione di dati e servizi pubblici.
I Piani Triennali 2017-2019 e 2019-2021 affidarono ad AgID il compito di censire i dati-center e di ricondurli a tre categorie. AgID individuò:
- 35 data center candidabili a Polo Strategico Nazionale, grazie all’affidabilità delle infrastrutture;
- 27 data center di Gruppo A: data center di media qualità, non candidabili a PSN;
- 1.190 data center di Gruppo B: data center privi di requisiti minimi di affidabilità e sicurezza, incapaci di garantire la continuità del servizio. Il loro destino era progressiva dismissione.
Nel Piano Triennale 2020-2022, poi, i 35 data center candidabili a PSN sono stati sommati ai 27 costituenti il Gruppo A. Questo nuovo insieme è stato nominato genericamente Gruppo A. Il Gruppo B, invece rimane invariato. Oggi, quindi, esistono data center di Gruppo A o di Gruppo B.
Lo stesso documento definisce il PSN nel seguente modo: “Polo Strategico delle Infrastrutture Digitali ovvero l’insieme delle infrastrutture digitali localizzate all’interno del territorio nazionale, ad alta disponibilità, che garantiscono elevati livelli di sicurezza, affidabilità ed efficienza energetica”.
Operativamente, quel che sappiamo oggi dalle fonti ufficiali (Art. 35 del Decreto Semplificazioni del 16/7/2020, PNRR, Strategia Cloud Italia) è che il PSN:
- sarà distribuito geograficamente in due diverse regioni e articolato in 4 data center (2 coppie ridondanti);
- la sua realizzazione sarà condotta dal Dipartimento per la Trasformazione digitale;
- la sua gestione operativa sarà affidata a un operatore economico, selezionato attraverso l’avvio di un partenariato pubblico/privato (PPP) ad iniziativa di un soggetto proponente. La pubblicazione Bando di Gara per PPP avverrà entro dicembre 2021;
- 95 PA centrali di classe B + 80 ASL verranno migrate per prime, perché attualmente operano con infrastrutture considerate insicure;
- 13 PA centrali di categoria A in una seconda fase, in quanto hanno data center abbastanza sicuri
- le PA centrali di classe B con domanda non significativa di strutture informatiche e le principali PA locali, per un totale di 93 amministrazioni, saranno migrate nella terza fase;
- Il PSN accoglierà i dati denominati Strategici e Critici dalla Strategia Cloud Italia, mentre i dati Ordinari rimarranno fuori dal perimetro del PSN. La classificazione dei dati e dei servizi della PA avviene “in base al danno che una loro compromissione, in termini di confidenzialità, integrità e disponibilità, provocherebbe al sistema Paese”.
Risposte rivelatrici
C’è grande attenzione a quelle che dovranno essere le caratteristiche del PSN, perché tanti sono i motivi di apprensione.
I sondaggi proposti agli intervenuti hanno messo in evidenza che:
- il 33% delle amministrazioni partecipanti all’incontro vorrebbe che il PSN avesse tra le sue caratteristiche “performance che consentano di ridurre i tempi di migrazione” e, a pari merito (33%), “funzionalità che permettano di implementare diversi scenari architetturali”;
- “l’analisi per il re-platforming delle applicazioni” (50%) e “l’adeguamento degli applicativi ai nuovi Standard” (44%) creano preoccupazione;
- parlando di Dati e Servizi classificati Strategici e Critici, le amministrazioni gradirebbero che il PSN fosse dotato di “Interfacce API per garantire l’interoperabilità” (43%), che la “tecnologia fosse di semplice gestione” (36%) e che garantisse “Resilienza e Sicurezza” (25%);
- nel processo di revisione delle applicazioni verso un modello cloud-native, il fattore inibitorie più importante è la mancanza di “competenze e risorse”.
Eugenio Guido, Account Executive di Pure Storage e Responsabile dello sviluppo del mercato PA, ha sottolineato anche l’imprescindibile necessità di proteggere dati e servizi dal cyber crime: “In un mondo in cui il pericolo di ransomware aumenta pericolosamente, è importante avere strumenti per prevenire e proteggere in modo totale i propri dati e servizi”.
Stefano Ricci System Engineering Pure Storage: “Ecco perché è importante considerare soluzioni tecnologiche, che rendano l’infrastruttura stabile, semplice, una vera commodity”.
Amministrazioni in cerca di soluzioni
Di fronte a tali insicurezze, il mondo dei vendor risponde prontamente. Nel presentarsi alla platea di intervenuti, Paolo Fontana, nuovo Country Manager di Pure Storage Italia ha ricorda come l’azienda sia pronta e disponibile ad “accompagnare le amministrazioni nelle sfide imminenti e future, attraverso un’interlocuzione diretta”.
Stefano Ricci, inoltre, ha ricordato che: “Il passaggio sempre più veloce verso il cloud native e l’adozione di standard open, nonché l’integrazione con sistemi europei come Gaia-X, richiedono l’implementazione di sistemi di orchestrazione molto innovativi, che possano interagire con altre istituzioni e con altri standard”.
Rispetto a tutti i punti critici emersi nel corso degli instant poll proposti da FPA, Pure Storage ha risposte risolutive, capaci di cambiare la prospettiva delle amministrazioni. “Attraverso la nostra tecnologia – Flash – e le soluzioni semplifichiamo le migrazioni e l’interoperabilità dei servizi tra amministrazioni, in modo da non dover più preoccuparsi delle infrastrutture, ma solo dei risultati, in termini di user-experience”, ha chiosato Eugenio Guido.
Conclusioni
Il digital talk ha offerto molti spunti di riflessione sulle criticità più sentite dalle amministrazioni rispetto alla realizzazione del PSN. I vendor, dal canto loro, si propongono sempre più come partner in grado di affiancare la PA nella Transizione al digitale, proponendo alle amministrazioni tecnologie che rispondono puntualmente alle preoccupazioni più sentite.