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Il valore delle connessioni e il ruolo delle persone per il paradigma “One Health, digital”: lo scenario di apertura di FORUM PA Sanità 2021

One Health, digital: da una logica “egocentrica” a quella “ecocentrica”
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Persone, integrazione e competenze. Sono queste le parole chiave emerse dallo scenario ‘One Health, digital: da una logica “egocentrica” a quella “ecocentrica” sfruttando la leva dell’innovazione digitale’, che ha aperto FORUM PA Sanità 2021

27 Ottobre 2021

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Michela Stentella

Direttrice testata www.forumpa.it

One Health, digital: da una logica “egocentrica” a quella “ecocentrica”

Per attuare davvero il paradigma One Health bisogna mettere al centro delle politiche e degli investimenti alcuni valori, fondamentali per sostenere in maniera trasversale il percorso verso una sanità globale e digitale, inclusiva e sostenibile: le persone, l’integrazione e le competenze. Sono queste le parole chiave emerse dallo scenario che ha aperto FORUM PA Sanità 2021, l’evento digitale organizzato da FPA e P4I-Partners4Innovation. L’appuntamento di apertura, dal titolo ‘One Health, digital: da una logica “egocentrica” a quella “ecocentrica” sfruttando la leva dell’innovazione digitale’, è stato, infatti, da un lato l’occasione per definire e tracciare i confini del tema scelto quest’anno come filo conduttore di tutta la manifestazione, dall’altro per ricordare la centralità del confronto tra le reti, come ha ricordato Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, in apertura di evento: “L’obiettivo di tutte le nostre iniziative è essere piattaforma abilitante dei diversi soggetti che in Italia sono protagonisti dell’innovazione. Questo è ancora più importante in questo periodo, in cui serve avere chiare non solo le politiche di riferimento, ma anche i soggetti in grado di attuarle”.

Queste politiche in ambito salute e sanità rimettono ora al centro proprio il concetto di One Health: nella Missione 6 del PNRR si parla esplicitamente di definire entro la metà del 2022 “un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico” in linea con questo approccio. Il concetto non è nuovo, la definizione nasce addirittura nel 2004 in occasione della conferenza organizzata dalla Wild Conservation Society, ma era per pochi addetti ai lavori e riferito soprattutto alle problematiche del mondo animale, come ha ricordato Carla Collicelli, Docente presso Sapienza Università di Roma, Associate Researcher presso Cnr – Cid Ethics e membro del Segretariato ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Poi nel 2015, anno del varo dell’Agenda ONU 2030 e l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, arriva una grande spinta all’approccio olistico alla sostenibilità che è alla base anche del concetto One Health, consolidata poi nel 2016 dalla nascita di ASviS.

“Quando parliamo di One Health – ha sottolineato Collicelli – parliamo in primis di rapporto tra salute umana, salute dell’ambiente e di tutte le altre specie viventi, ma parliamo anche di interconnessioni di natura sociale, scientifica e istituzionale. Mai come durante la pandemia, ce lo hanno spiegato gli stessi medici, è emerso che il problema è legato soprattutto alla medicina di comunità, alla medicina del territorio, e ora si sta finalmente cominciando a ragionare su questo in termini più attenti. Il PNRR per la prima volta sta affrontando queste tematiche in maniera globale”.

“La pandemia – ha aggiunto Collicelli – ha prodotto una cesura tra il vecchio e il nuovo modo di affrontare i problemi, ha creato un solco tra passato e presente. Il momento è cruciale per riuscire tutti insieme a utilizzare le risorse che abbiamo a disposizione per un uso intelligente delle tecnologie, facendo attenzione a non allontanarsi dall’obiettivo generale del benessere collettivo, e per valorizzare le potenzialità delle reti e delle interconnessioni sotto tutti i punti di vista. Centrale sarà il monitoraggio passo dopo passo e progetto per progetto di come utilizzeremo i fondi del PNRR”.

One Health è quindi oggi una sfida possibile. E lo è anche grazie alle tecnologie, come ha sottolineato Mariano Corso, Responsabile Scientifico Osservatorio Sanità Digitale Politecnico di Milano e Presidente P4I: “Oggi abbiamo le tecnologie e abbiamo potenzialmente anche le risorse, a patto di mettere in campo le progettualità adatte per utilizzarle. Per gestire la salute in modo globale serve poi una diffusa consapevolezza dell’importanza delle interconnessioni, consapevolezza che con la pandemia si è andata sempre più affermando. Le principali barriere che invece restano ancora in piedi sono: la grande frammentazione del sistema, sia a livello di governance che di architetture per la gestione dei dati; la cultura e le competenze, con la grande sfida legata alla multidisciplinarietà; la carenza di un’analisi basata su metodo scientifico dei risultati e degli effetti delle nostre azioni”.

Tutti gli interventi che si sono succeduti nello scenario hanno mantenuto sempre vivo questo filo conduttore: il valore delle connessioni, e il ruolo delle persone. In questo panorama, il digitale è lo strumento abilitante, che non può esprimere tutte le sue potenzialità se non è accompagnato da un percorso di “patient engagement” (connettere gli attori dando loro un ruolo attivo nel momento in cui si sviluppano le piattaforme digitali), da una progettualità che investe il tema delle risorse umane sia dal punto di vista quantitativo, che qualitativo (assumere le professionalità che realmente servono), dal reskilling di chi lavora nel settore (anche dal punto di vista del middle management, come ha sottolineato Giovanni Migliore, Direttore Generale AOU Consorziale Policlinico di Bari – Ospedale Giovanni XXIII e Presidente di FIASO), da una visione di sistema (l’integrazione socio-sanitaria e tutte le misure necessarie per definire un  modello di sanità territoriale, messe in evidenza da Giovanni Iacono, Vice Presidente Vicario di Federsanità ANCI; la cooperazione tra gli stakeholder sui territori e la valorizzazione di realtà che hanno già investito sull’innovazione, priorità evidenziata da Nicola Mangia, Direttore Settore Pubblico di DXC Technology Italia), con un focus particolare sul valore del dato per informare le scelte dei clinici e non solo (la necessità di superare la frammentazione dei dati e delle applicazioni utilizzate citata da Federico Della Casa, Senior Vice President di Salesforce; il tema della standardizzazione, dell’interoperabilità e dell’evoluzione del Fascicolo Sanitario Elettronico messi in evidenza da Giorgio Moretti, Executive Chairman di Dedalus).

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