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Smart working, sicurezza e riservatezza dei dati: il ruolo della piattaforme di collaborazione

Una soluzione sicura e pronta all’uso per collaborare ed innovare: Google Workspace
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Potete rivedere il webinar, organizzato da FPA in collaborazione con Google, Tim e Noovle, durante il quale si è discusso di come i più accessibili strumenti di collaboration possano avere i migliori standard di protezione, aumentare la produttività e agevolare il change management interno all’organizzazione per processi e persone

3 Novembre 2021

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Redazione FPA

Una soluzione sicura e pronta all’uso per collaborare ed innovare: Google Workspace

L’adozione massiccia dello smart working ha portato alla ribalta la discussione relativa alla flessibilità di spazio e tempo e i relativi pro e contro. In questo senso i dati dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, confermati dall’ultima indagine appena presentata, sono abbastanza chiari: un’organizzazione del lavoro agile non solo aumenta la produttività, la creatività e la soddisfazione dei lavoratori, ma ha anche un effetto positivo per la collettività grazie ai benefici ambientali che ne conseguono. Serve però progettare uno smart working davvero abilitante, ponendo particolare attenzione alla questione della sicurezza e riservatezza dei dati.

Ne abbiamo parlato in occasione di un webinar, organizzato il 26 ottobre scorso da FPA in collaborazione con Google, Tim e Noovle.

Soluzioni sicure ed efficienti per il futuro

“Il modo in cui lavoriamo è cambiato radicalmente” ha esordito Federico Navarra, Partner Sales Engineer presso Google Cloud, sottolineando come all’aumento esponenziale di dati sensibili in circolazione sul web debba coincidere una sempre maggiore preoccupazione per la sicurezza dei perimetri di lavoro. “Gli strumenti che abbiamo oggi non erano stati pensati per un’esposizione di questo livello”, continua Navarra, per questo le organizzazioni devono dotarsi di piattaforme nuove, come Google Workspace. Si tratta infatti di una piattaforma cloud native, ovvero nata per essere facilmente accessibile e pronta all’uso per qualsiasi tipologia di utente, grazie alla quale i dipendenti in lavoro agile lavorano meglio, più rapidamente e soprattutto più efficacemente.

Dalla teoria alla pratica

“La trasformazione digitale è molto di più di un progetto IT” ha detto Gabriele Di Tella, Area Manager Business Presales di Noovle, spiegando che nel portare avanti percorsi di change management, soprattutto nella PA, un ruolo fondamentale lo giocano le persone e i processi oltre che le tecnologie. Più nello specifico tutto ciò avviene in tre fasi: in un primo momento si definisce lo stato dell’arte dell’organizzazione che si appresta ad adottare piattaforme cloud native, per poi andare a selezionare delle persone, definite early adopters, che avranno il compito di testare gli effetti di determinati cambiamenti all’interno della struttura organizzativa per poi passare alla terza fase di messa a regime dei processi poco alla volta.

In conclusione, Alessadro Belfiori, Marketing Manager Business Division di Telecom Italia ha enunciato i vari tipi di licenza previsti da Google Workspace e disponibili all’acquisto.

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