Utility e multiutility verso una gestione data driven dei servizi
Il tema della trasformazione digitale del settore utility è stato il cardine di un incontro organizzato da FPA, in stretta collaborazione con Wonderware. L’appuntamento, intitolato “Unified Operation Center: valorizzare i dati per servizi efficienti e un business sostenibile”, era riservato ai rappresentanti delle aziende di servizio o multi-servizi municipalizzate e si è svolto online il 2 dicembre scorso
9 Dicembre 2021
Redazione FPA
È indubbio che l’uso di soluzioni hardware e software di natura digitale sia in grado di abilitare il totale ripensamento e la semplificazione del processo produttivo in qualsiasi ambito. A maggior ragione, la sua valenza è amplificata laddove l’erogazione di nuovi beni e servizi e l’efficientamento di quelli attuali siano finalizzati a migliorare la vita dei cittadini. Una gestione data driven delle operation, coniuga, infatti, obiettivi di miglioramento dei processi di gestione interni alle aziende con quelli di pubblico interesse. Un buon bilanciamento delle risorse idriche, reti fognarie efficienti, efficace smaltimento dei rifiuti, trasporti adeguati, sono servizi essenziali per la cittadinanza e sono indice di buona governance da parte delle amministrazioni.
La trasformazione digitale, oltre a essere un obbligo normativo (Piano Triennale AgID) e una parte importante del processo di ripartenza dell’Italia, che avverrà nel solco del PNRR, è anche una precisa responsabilità delle utility e multiutility companies. Vi sono imprescindibili obiettivi di sostenibilità e di resilienza da raggiungere, che impongono drastici cambiamenti operativi e di gestione.
Prendiamo come esempio la riduzione degli sprechi idrici: nel nostro Paese quasi il 50% dell’acqua potabile viene sperperato. Gran parte si disperde a causa di falle negli impianti di distribuzione (Fonte: Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente 2020), difficili da monitorare analogicamente su reti da centinaia di chilometri. E che dire delle risorse idriche che una municipalizzata deve acquistare per far fronte a una carenza d’acqua che non ha potuto prevedere? Le soluzioni digitali permettono di agire su modelli predittivi, calcoli e dati raffinati. Ed è proprio la raccolta e la gestione dei dati a fare la differenza e a permettere proiezioni puntuali ed affidabili sulla base delle quali prendere decisioni.
Tecnologia sì, purché sia avanzata e di semplice utilizzo
L’appuntamento del 2 dicembre scorso ha avuto lo scopo di fare il punto sulle opportunità derivanti dall’adozione di piattaforme che abilitano la gestione data driven applicate alle esigenze del settore utility e multiutility, per un’analisi critica legata ai processi di implementazione.
Attraverso un intervento di scenario sul presente e sul “futuro tecnologico” del settore (a cura di Gianluigi Torchiani, editor presso EnergyUp.tech di Digital360), e la rappresentazione di un case study applicativo, si è potuto mettere a fuoco un reale percorso di implementazione delle soluzioni disponibili sul mercato. A fare da collante tra i due interventi, infatti, erano presenti Alessandro Bertoli, Portfolio & Solutions Manager, e Massimiliano Tesorio, Italian Alliance & Infrastructure Sales Manager di Wonderware Italia, che hanno parlato di una piattaforma avanzata, scalabile e intuitiva che permette di “mettere in collegamento gli asset fisici di una utility o multiutility e trasformarli in informazioni”.
La piattaforma (una OT/IT Convergence Platform) permette di gestire tutta l’operatività da una control room fornendo una soluzione integrata, sicura ed affidabile di gestione dei dati. I dati raccolti vengono elaborati, contestualizzati e resi disponibili alle varie funzioni aziendali nella maniera più intuitiva possibile.
Dal telecontrollo all’Intelligenza Artificiale (passando per l’IoT)
“Sino a ora, gli investimenti in digitalizzazione delle Utility e Multiutility non sono ancora decollati – ha dichiarato Torchiani, aprendo la giornata di lavori -. Grazie al programma del PNRR e ai finanziamenti del Recovery Fund, però, la situazione è destinata a migliorare”. Difatti, dei 30,57 miliardi di euro messi a disposizione per la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività nel sistema produttivo, 13,4 mld sono dedicati allo strumento Transizione 4.0 a cui le Utility potranno accedere per finanziare parte degli investimenti digitalizzazione.
Ma quali sono le tecnologie più adeguate ed efficaci? “Le tecnologie attualmente disponibili sono tante – ha spiegato Torchiani – dall’IoT che permette di effettuare controlli più accurati sui parametri di funzionamento, fino ad arrivare alla creazione di un duplicato digitale (digitaltwin) dell’infrastruttura, da utilizzare anche per la programmazione. Oggi, però, possiamo già intravedere un futuro dominato dall’Intelligenza Artificiale (AI)”.
Sei ragioni per digitalizzare le utility
I motivi che dovrebbero indurre tutte le utility e multiutilities companies alla digitalizzazione possono essere riassunti in sei punti:
- monitoraggio avanzato e in tempo reale delle infrastrutture;
- massimizzazione della resa a livello di impianti e produzione;
- riduzione degli sprechi e aumento dei ricavi anche grazie a un approccio di manutenzione predittiva;
- miglioramento di un rapporto con la propria clientela.
- previsioni di produzione più puntuali;
- creazione di un duplicato digitale (digitaltwin) dell’infrastruttura, da utilizzare anche per la programmazione.
L’importanza delle partnership pubblico-privato per orientarsi nella “giungla” delle innovazioni
“All’indomani della pubblicazione della Strategia Nazionale sulla AI – ha spiegato Torchiani – sappiamo che le soluzioni di intelligenza artificiale avranno un impatto significativo sulla conservazione delle risorse, sulla riduzione delle emissioni, sulla gestione dei flussi di traffico e dei relativi rischi, il rafforzamento dell’economia circolare e la prevenzione dei disastri naturali. Più in generale, l’AI sarà un alleato fondamentale per accelerare la transizione ecologica, un pilastro del PNRR e degli sforzi di ripresa dell’Unione Europea”.
Tuttavia – emerge dal dibattito tra i presenti all’evento – l’innovazione tecnologica è troppo veloce e abbondante rispetto alla capacità di organizzazione media delle società. La scelta delle soluzioni più adeguate alla specifica visione di rinnovamento di ogni azienda rappresenta la difficoltà più sentita. “Avere un partner tecnologico che riesce ad adeguare le proprie feature alle necessità delle aziende, fa anche risparmiare molto tempo nella scelta e nell’implementazione delle tecnologie”, ha concluso Tesorio.