Informare su come accedere ai fondi dedicati dal PNRR alla trasformazione digitale dei Comuni e confrontarsi sul modo migliore per utilizzarli (nella prospettiva strategica di creare nuove efficienze e offrire vantaggi competitivi all’amministrazione nell’offerta di servizi avanzati): questo l’obiettivo di PNRR Focus, un ciclo di incontri organizzati da FPA con la collaborazione di Microsoft. Ecco cosa è emerso dal secondo webinar dedicato agli avvisi a valere sull’investimento 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud”
12 Maggio 2022
Redazione FPA
Sono significativi i fondi messi a disposizione dal PNRR per la modernizzazione della PA, con 6,74 miliardi di euro per la digitalizzazione e 6,71 miliardi di euro per le reti ultraveloci. Una parte dei finanziamenti sono dedicati alla migrazione al cloud, per realizzare il trasferimento in cloud delle attività informatiche per il 75% delle PA entro il 2026, uno dei cinque obiettivi di Italia 26, la strategia nazionale per la digitalizzazione del Paese. La quota dedicata ai Comuni e alle Città è di 500 milioni di euro, messi a disposizione dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, relativamente agli avvisi a valere sull’investimento 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud”. Ne abbiamo parlato in occasione del secondo webinar della serie PNRR Focus, un ciclo di incontri organizzati da FPA con la collaborazione di Microsoft. Ecco cosa è emerso.
Nell’apprestarsi a partecipare all’avviso, le Amministrazioni dovrebbero tenere presente che lo scopo del bando è la digitalizzazione uniforme del Paese e, in secondo luogo, che la migrazione al cloud rappresenta un importante passo in avanti per “svuotare” i server dei Comuni trasferendo i dati e le applicazioni sul cloud, come suggerisce nel suo intervento Andrea Tironi, Project Manager – Digital Transformation – Consorzio IT. Il punto di partenza dovrebbe dunque essere capire come farlo, per quanto già esiste, mentre va da sé che le nuove applicazioni dovrebbero nascere già cloud native, ossia in logica serverless.
Il primo step dovrebbe dunque consistere nel decidere, una volta classificati dati e applicazioni, se limitarsi a trasferire quanto c’è (logica lift & shift) oppure trasformarlo e/o sostituirlo per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’architettura cloud. Va inoltre considerata la possibilità di mantenere a livello locale parte dei dati e delle applicazioni (on premise), necessariamente in connessione con il cloud.
L’architettura Microsoft, come sottolinea Chiara Bondurri, Public Sector Account Technology Strategist – Microsoft Italia, supporta e accompagna tutte queste opzioni nelle diverse fasi.
Il percorso verso il cloud sfruttando i fondi investimento 1.2
L’avviso, “Abilitazione al cloud per le PA Locali” dedicato ai Comuni, pubblicato il 19 Aprile 2022 sulla piattaforma padigitale2026.gov.it, richiede un percorso che prende avvio con la classificazione dei dati e dei servizi, prosegue con la scelta dei servizi da trasferire e del tipo di migrazione per ciascuno, con la definizione del piano di migrazione, per concludersi con il questionario di assessment. Per aderire al bando è necessario candidarsi entro il 22 luglio sul portale padigitale2026, attraverso il legale rappresentante, indicando i servizi coinvolti, la tipologia migrazione e il piano di migrazione.
L’entità dei finanziamenti assegnati dipenderà dal numero di servizi per i quali si chiede la migrazione, dalla modalità di migrazione (trasferimento o trasformazione) e dalla dimensione del Comune (classe di popolazione).
Una novità rispetto a bandi precedenti che Tironi sottolinea con particolare enfasi è che i fondi vengono erogati a fronte del raggiungimento dell’obiettivo (un importo forfettario – lump sum) e non in base alla rendicontazione di quanto speso. L’importo sarà erogato in un’unica soluzione a seguito del perfezionamento delle attività di migrazione al cloud, con la possibilità di inviare le domande di erogazione a partire dal 15 ottobre 2022.
“Per queste nuove caratteristiche del bando, può accadere di ricevere risorse inferiori o superiori di quanto serve – commenta Tironi -. I finanziamenti vanno comunque inquadrati all’interno di una strategia di trasformazione digitale. Questo concetto va spiegato agli stakeholder per aiutare a realizzare quella trasformazione organizzativa che deve accompagnare la trasformazione digitale”.
Tenendo conto che possono essere finanziate anche attività già svolte in precedenza (dal 1 febbraio 2020) e che comunque la situazione dei comuni è estremamente diversificata, Bondurri fa la seguente considerazione: “I fondi sono utili sia per i comuni che devono ancora partire sia per coloro che sono più avanti con la digitalizzazione e lo possono sfruttare per creare nuove efficienze e offrire vantaggi competitivi all’amministrazione”.
Le opportunità offerte da Microsoft, uno dei fornitori di servizi cloud qualificati, coprono tutti i flavour del cloud (SaaS, PaaS, IaaS,) dalle soluzioni Office365 di produttività individuale alle soluzioni di classe Enterprise che offrono attività di collaborazione e gestione della sicurezza anche in mobilità, estesa agli endpoint, fino alla virtualizzazione del desktop, propedeutico per il lavoro agile. Per la scelta di modernizzare le applicazioni Microsoft propone ambienti di sviluppo no code / low code, per creare applicativi semplici, o più sofisticati dedicati agli sviluppatori professionali. Mette inoltre a disposizione, per il trasferimento in cloud senza trasformazione delle applicazioni, l’ospitalità su cloud Azure, con una collocazione per dati e applicazioni in paesi europei, mentre è in arrivo una region Microsoft anche in Italia.
“La vera chiave nell’uso dei fondi sulla digitalizzazione non va trovata nel massimizzare i soldi avanzati, facendo il minimo necessario, quanto nel realizzare il più possibile con i finanziamenti erogati, superando se possibile le richieste dei bandi, per concorrere a centrare l’obiettivo di un livello di digitalizzazione adeguato e uniforme su tutto il territorio italiano”, avverte, in conclusione, Tironi.