EDITORIALE

​Ottobre, tempo di città. Vi aspettiamo a Bologna con ICityLab

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Ottobre si avvicina e con esso il momento dell’anno in cui ci incontriamo a Bologna per fare il punto sul tema delle città. Dopo quattro edizioni di Smart City Exhibition, quest’anno cambiamo sostanzialmente format e programma, focalizzandoci sugli strumenti di analisi e governance degli ecosistemi urbani. Una sorta di spin off interno per cui quella che prima era una linea di lavoro che avevamo chiamato ICityLab cresce e diventa il tema principale fino a dare il titolo all’intera Manifestazione.

14 Settembre 2016

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Gianni Dominici

Ottobre si avvicina e con esso il momento dell’anno in cui ci incontriamo a Bologna per fare il punto sul tema delle città. Dopo quattro edizioni di Smart City Exhibition, quest’anno cambiamo sostanzialmente format e programma, focalizzandoci sugli strumenti di analisi e governance degli ecosistemi urbani. Una sorta di spin off interno per cui quella che prima era una linea di lavoro che avevamo chiamato ICityLab cresce e diventa il tema principale fino a dare il titolo all’intera Manifestazione.

ICityLab – dove la “I” evoca Innovazione, Inclusione, Interazione, Intelligenza – è un’iniziativa di FPA che nasce per offrire supporto a tutti coloro che, ai diversi livelli, lavorano per rendere le nostre città più “intelligenti”, ovvero più vivibili, sostenibili, inclusive, competitive. ICity Lab si rivolge quindi ad amministratori, politici, imprese, associazioni, cittadini e vuole offrire a tutti loro strumenti, spunti di lavoro e occasioni di confronto sui diversi temi e ambiti che caratterizzano, a livello nazionale e internazionale, la discussione sulle città.

Con ICityLab intendiamo mettere al centro, in maniera ancor più decisa, il ruolo dell’informazione e della conoscenza nella gestione e nella crescita dei territori. Siamo sempre più convinti, infatti, che alla base del buon governo e dello sviluppo dei territori ci debba necessariamente essere la capacità di prendere decisioni (politiche, imprenditoriali, civiche) sulla base dell’esatta conoscenza di quello che avviene nel territorio stesso. È il Data driven decision making – o se preferite la Data driven economy – ed è la conseguenza virtuosa di un processo in grado di trasformare i dati grezzi in informazioni, queste in conoscenza su cui prendere, infine, decisioni.

Le fonti dati sono sempre di più e sempre più dettagliate. Alle fonti istituzionali si sono aggiunte le informazioni che provengono dai diversi device che popolano le città (l’Internet delle cose), dalle segnalazioni dei cittadini o dal funzionamento stesso della macchina amministrativa (ad esempio dai processi di fatturazione elettronica).

Le potenzialità sono enormi: si va dall’analisi dei bisogni, e quindi dalla previsione della domanda, a una maggiore razionalizzazione della spesa pubblica fino al miglioramento delle performance pubbliche.

In questo contesto, però, se solo guardiamo ai recenti e drammatici eventi di Amatrice, capiamo che dal punto di vista amministrativo e politico resistono ancora forti limiti operativi. La tecnologia da sola non basta. È necessario un forte cambio culturale sia a livello amministrativo sia politico. Abbiamo bisogno di una PA disposta a introdurre innovazioni organizzative al suo interno, con una migliore definizione dei ruoli e delle competenze, una PA che dia il giusto spazio alla formazione e alla sensibilizzazione. Al tempo stesso abbiamo bisogno di una classe politica in grado di metabolizzare e di utilizzare al meglio le informazioni per elaborare una conoscenza sempre più precisa del territorio.

È importante che si diffonda la cultura e la prassi della città resiliente intesa come un modello di governo in grado di gestire risposte sociali, economiche e strutturali per permettere al territorio di sopravvivere, adattandosi alle sfide e alle minacce che provengono dall’ambiente esterno. Un modello improntato alla flessibilità e fondato sulla prevenzione, la formazione e la conoscenza.

Al contrario, è difficile parlare di smart cities e di smart communities se non si creano le condizioni per rendere meno vulnerabili e più sicuri i nostri centri urbani, se singole azioni e interventi non sono coerenti con un modello di intervento condiviso che consideri le città nella loro complessità e nelle diverse dimensioni infrastrutturali, sociali ed economiche.

ICityLab vuole essere questo: luogo e momento di riflessione, di analisi, di confronto su come i dati e le informazioni possono far diventare le nostre città sostenibili e sicure.

In queste settimane che ci separano dalla Manifestazione continueremo ad approfondire il tema così da creare le condizioni affinché l’evento sia realmente partecipato e fruttuoso.

Vi aspettiamo a Bologna, il 20 e il 21 ottobre con #icitylab16

Il programma completo è consultabile qui.

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