Futuro, prospettive e opportunità degli open data. Ne abbiamo parlato con Ilaria Vitellio, urban planner, in questa intervista realizzata da Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, in vista di FORUM PA 2022
31 Maggio 2022
Redazione FPA
Vivere un territorio e raccontarne storie, bellezze, bisogni e criticità attraverso le mappe e gli open data. Aspettando FORUM PA 2022, che si terrà dal 14 al 17 giugno all’Auditorium della Tecnica di Roma, abbiamo intervistato Ilaria Vitellio, urban planner e imprenditrice, che ci ha presentato il suo nuovo progetto: CityOpenSource.
L’app, “nata come spin-off di Mappina” e proseguendo nell’ambito della “cultura openness dei beni comuni digitali”, è stata utilizzata dal MaNN, Museo archeologico di Napoli, e anche dalla città di Salerno. Nel primo caso attraverso questa applicazione open source si stanno mettendo insieme open data, mapping dal basso e storytelling condiviso del patrimonio culturale diffuso della città di Napoli nell’ambito del progetto ExtraMANN.
“CityOpenSource – spiega Ilaria Vitellio – è stata da subito coinvolta in diversi progetti. Uno molto bello per il museo archeologico di Napoli con il progetto Extra Mann, che coinvolge le piccole realtà territoriali mettendole in rete e raccontando la varietà del patrimonio culturale. La nostra applicazione racconta la storia di questo patrimonio, ma anche la storia di queste associazioni e di questi ragazzi che gestiscono i patrimoni”. L’app inoltre permette una narrazione condivisa consentendo anche ai visitatori di questi siti d’interesse culturale presenti a Napoli di raccontare la propria esperienza, mappando la città sia da un punto di vista cartografico e sia da un punto di vista narrativo.
“Un altro progetto è su Salerno – continua Vitellio – è un progetto finanziato dal bando Fermenti in Comune. Il Comune lancerà questa applicazione sugli immobili non utilizzati e per tutte le attività che si fanno nello spazio urbano di Salerno, mettendo a sistema gli spazi non usati e gli attori che potrebbero utilizzarli. In pratica li matcha insieme in un progetto di mappatura collettiva”. La piattaforma utilizza la base cartografica aperta, che permette di immettere dati strutturati geografici aperti per costruire mappe e di coinvolgere le comunità nel raccontare il loro territorio.
Partendo dalla lunga esperienza di Ilaria Vitellio nel campo degli open data, Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, in questa intervista si è confrontato con lei sullo stato dell’arte in Italia della diffusione dei dati aperti e “liberati” da pubbliche amministrazioni e aziende.
“Stiamo andando avanti, complessivamente – commenta Ilaria Vitellio – le amministrazioni si stanno rendendo conto che anche i processi di innovazione e trasformazione dipendono da quanto riesce a emendare la cultura degli openers. I cittadini sanno che c’è questo movimento molto forte sui dati aperti e sappiamo che abbiamo messo in campo molte risorse anche con il PNRR. La ricerca ha sempre utilizzato e prodotto i dati, anche se quasi mai in formato aperto. Ma è sulle imprese che andrebbe fatto un grandissimo investimento culturale, parlo delle PMI italiane che potrebbero ispirarsi a nuovi modelli di business. Questa animazione culturale sui dati aperti manca, perché è molto di nicchia in Italia”.
Ne è nata una riflessione sull’utilità sociale degli open data sia per i cittadini che per il territorio, passando anche per le imprese. E qual è il futuro dei dati aperti? “Bisogna avere molto coraggio di fare e sperimentare”, ha concluso Ilaria Vitellio anticipando un suo nuovo studio che metterà insieme rete disintermediata e open data per un metaverso condiviso.