Competenze della PA e opportunità nell’uso dei dati. Ne abbiamo parlato con David Osimo, Direttore di ricerca del Lisbon Council, nell’intervista realizzata da Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, in vista di FORUM PA 2022
1 Giugno 2022
Redazione FPA
Lungo questo percorso di interviste che ci accompagnano verso FORUM PA 2022 che si terrà dal 14 al 17 giugno all’Auditorium della Tecnica a Roma, Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, ha intervistato David Osimo, Direttore di Ricerca del Lisbon Council.
Se è vero che oggi la PA italiana dimostra più anni di quelli che ha, saprà rinnovarsi per poter affrontare con le giuste competenze le nuove sfide a cui è chiamata a rispondere? La conversazione a due tra Osimo e Dominici è partita proprio da qui, ossia da quanto la nostra pubblica amministrazione sia la più anziana di tutta Europa, sia la meno formata e sia quella che tendenzialmente ha lo sguardo rivolto più al passato che al futuro. E parlando di competenze, skilling, upskilling e turn over, si è arrivati a toccare il tema centrale del dato.
Quali sono le competenze del futuro per poter permettere alla PA di affrontare il tema dei dati? “Per quanto riguarda le digital skills l’Italia è sempre all’ultimo posto e questo sia nella PA che nelle PMI”, ha spiegato David Osimo.
“Oggi – ha continuato Osimo – abbiamo una grossa opportunità in termini non solo economici, ma possiamo applicare anche le lezioni apprese durante la pandemia. Abbiamo capito come il misuse, ossia l’abuso dei dati, sia pericolosissimo, ma anche come lo sia il missed use, ossia il non utilizzo dei dati. La PA ha un problema nell’attrarre personale qualificato, ma soprattutto nel mantenerlo al suo interno quando la competenza è alta. Noi abbiamo sempre avuto pionieri e innovatori nella PA, il problema è metterli a sistema e fare impatto e non restare una fetta piccola della PA italiana”.
Secondo David Osimo nelle due tematiche della cultura del dato e del design dei servizi vi è la possibilità per la PA di divenire “polo di attrazione delle competenze”. “Sul tema dei dati stiamo osservando una proliferazione di ruoli molto diversi, non solo data scientist, ma anche data steward. È importante che la PA sappia rispondere accettando questa diversità e molteplicità dei ruoli”.
In chiusura di intervista si è parlato anche della questione dell’interoperabilità del dato, su cui Osimo ha esposto un’interessante lettura sull’approccio e sul sentiment negativo che hanno oggi i cittadini: “La paura di abusare del dato è importante. C’è una sproporzione fra quanto siamo preoccupati di abusare dei dati e quanto poco siamo preoccupati di non usarli abbastanza. Lo scetticismo dei cittadini nell’uso dei dati è giustificato, perché i governi hanno usato il dato per esempio per risparmiare e per rintracciare l’evasione fiscale e non per fornire servizi migliori”, ha concluso David Osimo.