Contributo “Innovazione per una governance armonica” di R. Di Palma
Premessa
Il titolo del 1° capitolo, “Lavorare insieme per un’innovazione distribuita, empatica e collaborativa.” , mi fa pensare ad un grido di allarme carico di speranza, che condivido in pieno.
29 Ottobre 2010
Rosa Di Palma
Premessa
Il titolo del 1° capitolo, “Lavorare insieme per un’innovazione distribuita, empatica e collaborativa.” , mi fa pensare ad un grido di allarme carico di speranza, che condivido in pieno.
Si sente la necessità di attivare tempestivamente nel nostro paese un processo di aggregazione delle "persone" in quanto cittadini e di tutte le rappresentanze sociali (imprese, banche, associazioni, commercianti, università, categorie professionali, categorie sociali, ecc…) in quanto “componenti” vive e determinanti nel sistema paese. Si tratta di fare dietro-front rispetto al processo che ha caratterizzato l’individualismo e l’ egoismo spinto dell’ultimo ventennio, rivelatosi del tutto fallimentare e cannibalesco! Purtroppo sino ad ora la parola chiave è stata l’abusata “sostenibilità” in cui è stata sottesa una, neanche troppo velata, ricerca di totale sfruttamento di tutte le risorse materiali in gioco con evidente superamento, in taluni casi, dell’offerta di prodotti/servizi tarata sulla domanda “percepita” e non sulla domanda “reale”.
Occorrebbe, perciò, ripensare il sistema paese attraverso un approccio più “umanistico”, disegnare politiche e strategie di gestione della globalizzazione in modo da conseguire lo sviluppo delle comunità in modo più "armonico", valorizzare le risorse immateriali delle comunità emancipandosi dalla inumana e riduttiva sostenibilità che affonda le sue radici in un terreno sterile e inerte.
Il nuovo punto di vista, a mio avviso, dovrebbe essere orientato sulla progettazione di un futuro in cui sia possibile stabilire dove è opportuno arrivare affinché tutte le componenti del sistema sociale e ambientale siano in armonia fra loro, cioè, concentrarsi sul come fare affinché l’umanità e la terra conseguano il livello ottimale di salute generale. Una sorta di ricerca del punto di equilibrio in grado di garantire il massimo beneficio per tutti (bene comune) correlato alla minima perdita individuale.
Considerazioni
L’economia della felicità che usa l’innovazione distribuita, empatica e collaborativa come leva per conseguire il “bene comune” non può prescindere da una governance del sistema basata sull’approccio armonico (governance armonica) nella quale occorre presidiare i seguenti indispensabili pilastri:
1. Sviluppo culturale della dirigenza politica affinché possa definire più “proporzionatamente” le regole volte alla composizione degli interessi in gioco
2. Sviluppo culturale degli attori privati in gioco, singoli o associati, affinché possano accedere alla conoscenza con pari opportunità e possano esercitare il ruolo critico proattivo richiesto dalla governance “armonica”
3. Applicazione dei principi dell’etica nel management pubblico affinché sia possibile far convergere l’azione della P.A. su risultati di benessere diffuso
Un tema interessante, pertanto, mi sembra quello di progettare soluzioni o interventi che sostengano questi tre pilastri della governance armonica con azioni di sistema volte al rafforzamento delle competenze e delle conoscenze pubbliche e private, nonché, all’adozione di comportamenti virtuosi da parte dei protagonisti dell’innovazione tali che il benessere collettivo non sia più un risultato casuale, frutto di comportamenti di singoli particolarmente “illuminati”, ma diventi cultura diffusa, cioè diventi una priorità per tutti in quanto si rivela la migliore risposta ai fabbisogni individuali .