PA Digitale 2026, una nuova interazione tra Stato centrale e territori

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PA Digitale 2026, la piattaforma sviluppata su tecnologia Salesforce e che permette alle amministrazioni di richiedere i fondi del PNRR dedicati al digitale, ha registrato un’adesione altissima. Il 98% dei Comuni si è registrato alla piattaforma ed è stato già erogato il 79% delle risorse messe a disposizione dei Comuni. Scopriamo la piattaforma che sta rivoluzionando il rapporto tra Stato centrale e territori

4 Novembre 2022

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Redazione FPA

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PA Digitale 2026 è la piattaforma che consente alle amministrazioni locali di richiedere i fondi del PNRR dedicati al digitale, rendicontare i progetti e ricevere assistenza operativa. Nata a novembre 2021, è pienamente operativa dallo scorso aprile, quando sono stati pubblicati i primi avvisi. Ora, a seguito della pubblicazione lo scorso 12 ottobre del documento Italia Digitale 2026 – Risultati 2021-2022 e Azioni 2023-2026, da parte del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, è possibile tracciare un primo bilancio dell’impatto di questa piattaforma sull’avanzamento delle azioni previste dal PNRR.

Già a giugno 2022, lo stesso Vittorio Colao, l’allora Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, si è dichiarato stupito della risposta dei Comuni: “Più del 60% dei Comuni ha già aderito agli avvisi, confermando più dei due terzi dei fondi. Stiamo andando a una velocità del tutto inaspettata”, ha affermato in occasione di Forum PA 2022.

A ottobre 2022 i numeri sono ancora più confortanti, come sintetizzato nel documento Italia Digitale 2026: la piattaforma PA Digitale 2026 ha permesso la distribuzione di oltre 1,8 miliardi di euro provenienti dal PNRR e il raggiungimento di milestone cruciali, come l’allocazione dei fondi per la connettività, per un ammontare di 6,7 miliardi di euro. Entro il mese di dicembre, inoltre, è previsto il raggiungimento degli obiettivi di assegnazione di ulteriori 6,7 miliardi e di 0,4 miliardi di euro, rispettivamente per i Servizi e le Competenze digitali.

PA Digitale 2026: la risposta della PA locale

Da parte degli enti destinatari dei fondi, c’è stata una rapida adesione. Ad ottobre risulta registrato alla piattaforma il:

  • 98% dei Comuni
  • 96% delle scuole
  • 73% delle ASL
  • 31% delle altre PA

E tramite la piattaforma, sono stati assegnati:

  • 1,7 miliardi di euro ai Comuni (79% del totale disponibile)
  • 64 milioni di euro alle scuole (49% del totale disponibile)
  • 33 milioni di euro ad altri enti (22% del totale disponibile)

L’obiettivo è quello di erogare i rimanenti 624 milioni di euro, tramite PA Digitale 2026, entro giugno 2026.

La pubblica amministrazione sta quindi marciando a ritmo sostenuto verso gli obiettivi di digitalizzazione che l’Italia si è prefissata. Tali mete sono pienamente allineate con la Bussola Digitale 2030, adottata il 9 marzo 2021 dalla Commissione europea, ma più ambiziosi nei tempi, di raggiungimento dei target nazionali. Per questo motivo, il documento contiene anche le raccomandazioni per aumentare l’efficacia del coordinamento tecnologico e digitale del Paese. E proprio il ruolo della collaborazione pubblico – privato in questa fase di profondo cambiamento per il settore pubblico, stimola una riflessione.

Pubblico-privato, un’unica strategia di sviluppo

Esistono due aspetti della retorica sulla PA che la tecnologia sta contribuendo a cambiare: da una parte, la distanza ideologica tra enti locali e amministrazioni centrali, dall’altra la contrapposizione storica tra pubblico e privato, nella prospettiva dei rapporti e della loro efficacia; in altri termini, tra pubblica amministrazione locale, cittadini e imprese. Il dilemma centro-periferia c’è sempre stato. “Il problema – ha argomentato Colao a FORUM PA 2022 – nasce sempre quando c’è un centro che vuole fare cose senza comprendere le vere esigenze della periferia, oppure quando c’è un sistema locale che vuole frammentare soluzioni anche quando non ce n’è bisogno. Il migliore bilanciamento si ottiene quando ci sono architetture e decisioni strategiche condivise”.

Con PA Digitale 2026 si è cercato di creare complementarietà all’azione pubblica e quella privata, intendendo la sfida della digitalizzazione come un progetto comune, come un tema federatore.

La tecnologia alla base di PA Digitale 2026

PA Digitale 2026 e PagoPA sono customizzazioni di Salesforce, “Il pubblico – ha sottolineato l’ex Ministro – sta usando Salesforce, perché non c’è nessun motivo per non usare il meglio che il mercato mette a disposizione. Fra 10 anni il pubblico avrà le stesse tecnologie del privato”.

Per costruire una piattaforma che consentisse di gestire al meglio, e in modo innovativo, i bandi e i fondi, si è scelta la strada della customizzazione di Cityzen 360 Platform, la soluzione interamente in cloud (SaaS) che offre certezze rispetto alla sicurezza dei dati e al corretto funzionamento dell’ambiente. Si compone di moduli che possono essere gestiti con flessibilità, perché pronti all’uso.

Semplicità ed efficienza sono le caratteristiche fondamentali che deve possedere una piattaforma che mette in comunicazione i cittadini/imprese e gli enti, perché l’approccio alla cittadinanza è cambiato: è “omnicanale” perché i cittadini si aspettano che i servizi on line e off line siano interconnessi.

Al fine di agevolare l’implementazione e l’utilizzo di tali soluzioni negli enti locali, l’azienda ha predisposto una speciale offerta formativa gratuita composta da 4 semplici ma approfonditi webinar.

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