I danni da ”abuso di processo”. Milano applica la legge Brunetta sul processo civile
Raramente litigare fa bene. Ma litigare in tribunale senza motivo fa male alla collettività, rallentando i tempi, già tutt’altro che spediti, del nostro sistema giudiziario. Per questo, chi produce un contenzioso civile che non doveva essere prodotto, agendo con malizia o in malafede, rischia di essere condannato a pagare una sanzione per “abuso di processo”.
3 Febbraio 2011
Redazione FORUM PA
Raramente litigare fa bene. Ma litigare in tribunale senza motivo fa male alla collettività, rallentando i tempi, già tutt’altro che spediti, del nostro sistema giudiziario. Per questo, chi produce un contenzioso civile che non doveva essere prodotto, agendo con malizia o in malafede, rischia di essere condannato a pagare una sanzione per “abuso di processo”.
E’ quello che è successo presso il Tribunale di Milano a una donna, che, come racconta il Giornale nella Cronaca di Milano, in causa con il suo ex marito, ha esposto quattro denunce in due anni, anche a fronte di quella che è stata giudicata una "evidente mancanza di motivazioni".
Il giudice ha ritenuto che la donna ha agito sicuramente in malafede, spiegando così: “Vi è, di fatto, che la facoltà di disporre di buone risorse economiche, da un lato, e la natura litigiosa dei rapporti dall’altro, hanno indotto i litiganti a trasferire nel contesto giudiziario il loro terreno di scontro: come accade nel caso di specie la ex moglie perfettamente a conoscenza della natura del contratto e del suo impegno a restituire il bene oggetto di prestito d’uso (un macchinario della ditta) di fronte alla richiesta del marito, interpone opposizione a decreto ingiuntivo, qui rivelatasi manifestamente infondata e, per di più, sorretta da un elemento soggettivo di rimproverabilità (colpa)»
Il risultato è che, in applicazione delle nuove norme introdotte dalla legge Brunetta n. 69/2009, la donna è stata condannata a pagare 10.000 euro.
La ratio è spiegata così dallo stesso giudice: «Si tratta di una sanzione per avere prodotto un contenzioso civile che non doveva essere prodotto, aggravando il ruolo giudiziario e contribuendo ai ritardi nella definizione dei processi.”
Intuitivamente l’introduzione dell’”abuso di processo”, introducendo il “danno punitivo” nel processo civile italiano, è molto dibattuta nella giurisprudenza dal momento che, come lo stesso giudice riconosce, “chi fa causa rischia di vedersi irrogato una condanna anche alta se ha agito senza cautela”.
La sentenza di Milano è la prima ad applicare la legge cd Brunetta in materia di “abuso di processo”.
Fonte: ilgiornale.it