Digital Agenda Assembly: una visione d’insieme (ovvero che è successo a Bruxelles il 16 -17 giugno)
Si è tenuta a Bruxelles, il 16 -17 giugno, la prima Assemblea dell’agenda Digitale Europea. 1600 partecipanti provenienti da tutti i paesi Europei hanno discusso i temi chiave della politica digitale europea in 25 workshop paralleli. Si trattava di un primo esperimento ed il risultato e’ indubbiamente positivo. Grande partecipazione ed energia traspariva nei workshop e su twitter, con più di 9000 tweets, ed è stato riconosciuto anche dagli articoli online. E’ significativo il grande interesse suscitato da una conferenza di natura prettamente politica: siamo abituati a vedere migliaia di persone solo quando si tratta di eventi legati a finanziamenti europei, come il settimo programma quadro. Ma l’Europa esiste non solo per distribuire fondi, come ha dimostrato l’Assemblea.
28 Giugno 2011
David Osimo*
Si è tenuta a Bruxelles il 16 -17 giugno la prima Assemblea dell’agenda Digitale Europea. 1600 partecipanti provenienti da tutti i paesi Europei hanno discusso i temi chiave della politica digitale europea in 25 workshop paralleli. Si trattava di un primo esperimento ed il risultato è indubbiamente positivo. Grande partecipazione ed energia traspariva nei workshop e su twitter, con più di 9000 tweets, ed è stato riconosciuto anche dagli articoli online. E’ significativo il grande interesse suscitato da una conferenza di natura prettamente politica: siamo abituati a vedere migliaia di persone solo quando si tratta di eventi legati a finanziamenti europei, come il settimo programma quadro. Ma l’Europa esiste non solo per distribuire fondi, come ha dimostrato l’Assemblea.
Si è infatti discusso di temi importanti quanto diversi: come regolare la proprietà intellettuale su Internet? Come affrontare il problema della privacy online e della protezione dei minori? Come rendere l’Europa competitiva sul web? Come garantire sufficienti investimenti sulla banda larga? E come definire le nuove politiche per l’innovazione ICT che tengano conto del modello di innovazione del web, basato su continue iterazioni e progetti con bassi investimenti iniziali?
Tra i momenti importanti, sicuramente dobbiamo citare le premiazioni delle competizioni online. Tali premi non sono più solo una celebrazione un po’ stantia di sedicenti progetti di successo, ma un nuovo paradigma delle politiche di innovazione. Si sta infatti pensando di utilizzare i premi come nuovo modo di finanziare l’innovazione. Ed i premi organizzati per la Digital Agenda Assembly confermano l’efficacia di tali strumenti: basti pensare che l’Open Data Challenge, una competizione per applicazioni basate su dati pubblici, ha ricevuto ben 430 candidature.
Questo conferma inoltre l’importanza del tema degli Open Data, il cui workshop e’ stato il piu’ seguito in sala e su twitter: attenzione che e’ stata confermata dall’intervento della Commissaria Kroes, come al solito in grande sintonia con il popolo di Twitter, che ha confermato il lancio del portale europeo di Open Data per il 2013.
Ma in fondo, che differenza ha fatto la Digital Agenda Assembly (DDA)?
Si e’ trattato di un evento come tutti gli altri, destinato solo ad attirare l’attenzione mediatica per poi lasciare il tempo che trova?
Non credo sia così. La DAA ha simboleggiato davvero un nuovo modo di fare politica digitale, che parli ad una platea più ampia dei lobbisti di professione basati a Bruxelles. In preparazione dell’evento, sono stati lanciati più di 30 iniziative di interazione su web, da documenti commentabili online alla pre-selezione partecipata dei temi del workshop, dalla pubblicazione delle statistiche chiave in modalità open e interattiva alla raccolta di video realizzati da chi lavora sui temi dell’agenda digitale ogni giorno sul territorio. Dopo l’evento , è stato lanciato un feedback forum online in cui proporre idee per migliorare eventi futuri – una sorta di crowdsourcing della progettazione. Proprio durante l’evento, il direttore general Robert Madelin ha confessato di avere appena aperto un account su twitter. E’ stato insomma un laboratorio di un nuovo modo di fare politica digitale, sopratttutto per gli standard delle istituzioni europee.
Ad esempio, per citare un caso che ci riguarda da vicino, durante la sessione plenaria di fronte a 1600 persone e’ stato proiettato il video realizzato da una piccola start up italiana, criticalcity.org, che reclamava una maggiore apertura dei finanziamenti europei a piccoli attori innovativi.
I partecipanti sono sicuramente ripartiti con molta energia ed idee, ma anche con la consapevolezza che l’unico modo perché l’Agenda Digitale realizzi i suoi obiettivi è attraverso la partecipazione di tutti gli stakeholders, a cominciare dagli Stati Membri. La Digital Agenda Assembly deve ora trasformarsi da un evento significativo ad un processo continuo di partecipazione alla politica digitale europea.
David Osimo è un esperto europeo di politiche dell’innovazione. In occasione della Digital Agenda Assembly ha facilitato, per la Commissione europea, l’animazione on line.