Soluzioni digitali per rafforzare le capacità di spesa e riscossione dei Comuni
Circa il 52% delle risorse raccolte dagli Enti territoriali per finanziare i servizi ai cittadini proviene da entrate tributarie, contributive e perequative. A bassi livelli di entrate e di spesa corrente corrisponde la minore capacità fiscale del territorio e la limitata capacità di investimento. Alcune ricerche evidenziano come questo sia più vero al Sud
14 Settembre 2023
Redazione FPA
Ammontano a 66,4 miliardi le risorse del PNRR assegnate gli Enti territoriali, di cui 40 miliardi di euro, secondo le stime dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, sono affidati alla diretta gestione di Comuni e Città metropolitane. Da rilevare che, al momento della stesura di questo articolo, è in fase di discussione presso la Commissione europea la proposta di modifica al PNRR italiano proposta dal Governo. Se tale revisione venisse approvata, secondo l’ANCI le risorse del PNRR a favore degli enti locali si ridurrebbero di 13,5 miliardi (fonte Openpolis), ma la di là di eventuali modifiche, è indubbio che sia fondamentale rafforzare la capacità di spesa e riscossione dei Comuni per accelerare la ripresa e gli investimenti sui territori.
Purtroppo, infatti, non tutte le amministrazioni hanno oggi la forza per rispondere alle sfide di spesa del PNRR. Come esprime bene la Corte dei conti nella relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali, in riferimento agli anni 2020-2022: “I progetti di investimento che puntano ad affrontare soprattutto il gap infrastrutturale che affligge alcune aree del Paese potrebbero trovare ostacolo nell’effettiva capacità di spesa delle Amministrazioni comunali che negli anni hanno realizzato livelli bassi di investimento per difficoltà gestionali e per carenza di competenze tecniche oltre che per carenza di risorse”.
Capacità di spesa
Un gap che, come restituito nella stessa relazione della Corte dei conti, ha forti dislivelli territoriali tanto che non permette di affermare che ci sia convergenza a livello nazionale, ad esempio, sulla spesa per i servizi pubblici connessi ai diritti sociali costituzionalmente tutelati.
Come evidenziato in un’analisi della Banca d’Italia, la contrazione dei trasferimenti erariali e l’inasprimento dei vincoli di finanza pubblica locale dell’ultimo decennio hanno determinato in particolare nei Comuni del meridione, rispetto al resto del Paese, una diminuzione della capacità di fornire servizi essenziali per la collettività, oltre ad un forte calo della spesa per investimenti.
La ricostruzione messa a punto da Banca d’Italia fa emergere, con riferimento al triennio 2017-19, un marcato divario, ancora piuttosto attuale, tra Nord e Sud relativo alla spesa corrente pro capite, da cui dipende la capacità da parte dei Comuni di erogare servizi. Nel Mezzogiorno si registra infatti uno scarto di circa il 13 per cento inferiore rispetto alla spesa corrente pro capite rilevata nei Comuni del Centro Nord (828 euro contro 949). Inoltre, l’impatto delle spese più difficilmente comprimibili sulle entrate correnti è in media di circa 8 punti percentuali più elevato rispetto al Centro Nord. Ne emerge un quadro generale in cui le risorse destinate ai servizi rivolti direttamente ai cittadini appaiono nel Mezzogiorno molto più scarse rispetto a quelle del Centro Nord, sia in rapporto alle altre spese, soprattutto in termini pro capite.
Capacità di riscossione
Il divario tra le regioni del nord e del sud si riflette anche nella valutazione della capacità di riscossione, un indicatore significativo della velocità con cui le entrate accertate nei bilanci vengono effettivamente incassate. A bassi livelli di entrate e di spesa corrente, cui fa seguito anche una scarsa offerta di servizi al cittadino, corrisponde essenzialmente la minore capacità fiscale del territorio e la limitata capacità di riscossione.
Nella media del triennio 2017-19, come riportato nel documento di Banca d’Italia, la capacità di riscossione delle entrate correnti dei Comuni del Mezzogiorno è inferiore a quella degli enti del Centro Nord (63 per cento contro il 77). Il divario tra le due aree del Paese, pari in media a 14 punti percentuali, risulta particolarmente elevato per i Comuni con oltre 250.000 abitanti (21 punti percentuali).
Strumenti digitali a supporto degli Enti locali
L’adozione di strumenti digitali può semplificare la gestione delle entrate e rafforzare la capacità di riscossione degli Enti locali, non solo delle entrate accertate, ma anche dei residui attivi, ossia le entrate accertate in passato e non ancora riscosse. Basti pensare che quasi il 52% delle risorse raccolte dagli Enti territoriali, e destinate al finanziamento dei servizi ai cittadini, proviene da entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa.
Ci sono partner tecnologici, come ad esempio Servizi Locali S.p.A, che sono specializzati nella gestione delle entrate tributarie nei Comuni medio-piccoli e ciò si rivela altamente strategico, come dimostrano i casi di successo che vi abbiamo raccontato.