Cosa è il Valore Pubblico, ovvero dare un senso al miglioramento delle performance

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Un
post che fa da apripista a un ciclo di quattro contributi che danno vita alla rubrica “Valore pubblico: cosa è, come si crea, misura e applica”. Complessivamente gli articoli propongono un cambio
di paradigma nel modo di concepire i percorsi di miglioramento delle
amministrazioni pubbliche e, in particolare, delle loro performance. Oltre
a questo post, pubblicheremo del prof. Enrico Deidda Gagliardo “Come si crea il Valore Pubblico”, “Come si
misura il Valore Pubblico” e “Applicazioni
del Valore Pubblico”. Obiettivo: preparare una sessione di lavoro a Forum PA 2016 (24 – 26 maggio, Roma) che vedrà coinvolti esperti ed operatori in un pubblico confronto sul tema. L’appuntamento di maggio aprirà un laboratorio virtuale, su scala nazionale, coordinato da Università di Ferrara e FPA. Dunque, come si dice in questi casi, stay tuned.

30 Marzo 2016

C’era una volta un Comune di 5.000 abitanti in cui i dipendenti furono così bravi da raggiungere gli obiettivi individuali che il Sindaco, anno dopo anno, assegnò loro. In questo piccolo Comune gli uffici furono talmente bravi da conseguire gli obiettivi organizzativi programmati per ogni anno del mandato, e in particolare quello al quale il Sindaco teneva di più: creare un nuovo campo di calcio ogni anno. In quello stesso Comune di 5.000 anime il Sindaco fu così bravo da raggiungere l’ obiettivo istituzionale promesso nel programma di mandato: creare 5 campi di calcio in 5 anni, per far crescere il livello di partecipazione sportiva dei cittadini. Quel Sindaco di buone intenzioni, grazie ad un’organizzazione ben funzionante e a dipendenti efficienti e motivati, riuscì a mantenere le sue promesse di mandato e i 5.000 ottantenni del Comune ebbero 5 campi di calcio nuovi su cui sognare di poter giocare a calcio.

Un’amministrazione pubblica in cui tutte le unità organizzative riescano a raggiungere le performance organizzative in modo eccellente erogando servizi di qualità (output), grazie ai contributi individuali (input) da parte dei propri dirigenti e dipendenti avrà una maggiore probabilità di aiutare il Sindaco a conseguire le performance istituzionali promesse nel programma di mandato. Ma questa eccellenza sarebbe totalmente sterile laddove l’ente non riuscisse a creare “Valore Pubblico”, ossia ad aumentare il benessere reale della collettività amministrata (outcome), e non sarebbe comunque riproducibile laddove l’ente non riuscisse a salvaguardare le proprie condizioni di sopravvivenza e sviluppo.

 

 

Quale rapporto tra performance e Valore Pubblico? Il Valore Pubblico dovrebbe divenire la nuova frontiera delle performance, consentendo a ogni PA di mettere queste ultime a sistema e di finalizzarle verso lo scopo nobile del mantenimento delle promesse di mandato (performance istituzionali) e del miglioramento delle condizioni di vita dell’ente e dei suoi utenti e stakeholder. Insomma, occorre mettere a sistema le performance programmate per evitare che l’inseguimento delle centinaia di performance attese, ad opera dei tanti dipendenti e dirigenti di un ente (performance individuali) per il tramite delle molte unità organizzative di appartenenza (performance organizzative), si trasformi in tante attività scomposte e tra loro scoordinate. Bisogna conferire alle performance una direzione e un senso. Il concetto di Valore Pubblico dovrebbe guidare quello delle performance, divenendone la “stella polare”. E le performance dovrebbero venire valutate per il loro contributo individuale, organizzativo o istituzionale al Valore Pubblico.

 

Che cosa intendiamo per Valore Pubblico? La missione istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni è la creazione di Valore Pubblico a favore dei propri utenti, stakeholder e cittadini. Un ente crea Valore Pubblico quando riesce a gestire secondo economicità le risorse a disposizione e a valorizzare il proprio patrimonio intangibile in modo funzionale al reale soddisfacimento delle esigenze sociali degli utenti, degli stakeholder e dei cittadini in generale. Tramite la seguente matrice classifichiamo i possibili comportamenti degli enti pubblici.

Dato per scontato che i comportamenti amministrativi caratterizzati da sprechi economici e bassa attenzione ai bisogni della comunità (Quadrante 1) spingano inesorabilmente gli enti pubblici, in particolare locali, verso il baratro del fallimento istituzionale e/o del dissesto finanziario, questi ultimi devono evitare comportamenti esclusivamente orientati alla ricerca del consenso sociale (la socialità miope degli anni ‘80 e ‘90 ha generato voragini nei bilanci pubblici – Quadrante 2) o comportamenti guidati dalla cieca frenesia dei tagli lineari alla spesa pubblica (l’economicità miope della recente stagione di “spending review” ha determinato un drastico peggioramento della qualità dei servizi pubblici – Quadrante 3). Occorre un mix equilibrato di economicità e socialità, che poggi sulla riscoperta e sulla valorizzazione del patrimonio intangibile dell’ente: è necessario determinare scientificamente quale sia il livello di economicità effettivamente compatibile con la salvaguardia e lo sviluppo anche sociale dei territori, facendo leva sul proprio patrimonio intangibile (Quadrante 4).

In sintesi, il Valore Pubblico è il miglioramento del livello di benessere sociale di una comunità amministrata, perseguito da un ente capace di svilupparsi economicamente facendo leva sulla ricoperta del suo vero patrimonio, ovvero i valori intangibili quali, ad esempio, la capacità organizzativa, le competenze delle sue risorse umane, la rete di relazioni interne ed esterne, la capacità di leggere il proprio territorio e di dare risposte adeguate, la tensione continua verso l’innovazione,la sostenibilità ambientale delle scelte, l’abbassamento del rischio di erosione del Valore Pubblico a seguito di trasparenza opaca (o burocratizzata) o di fenomeni corruttivi.

 

Vai al secondo post della rubrica “Valore pubblico: cosa è, come si crea, misura e applica” sulle strategie per creare Valore Pubblico.

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* Enrico Deidda Gagliardo è Professore di Programmazione e controllo delle amministrazioni pubbliche e Direttore del Master Perf.ET presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara.

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