L’intelligenza artificiale può giocare un ruolo chiave nella pubblica amministrazione, migliorando efficacemente i processi. Tuttavia, accanto ai benefici in termini di efficienza e produttività, sorgono interrogativi sui rischi di cybersecurity. Rischi da affrontare attraverso una governance che proceda di pari passo con l’innovazione. Ne abbiamo parlato con Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale
18 Aprile 2024
Redazione FPA
Il notevole progresso dell’intelligenza artificiale, in un arco temporale relativamente breve, ci pone di fronte a questioni cruciali: competitività e sviluppo politico, sociale ed economico del Paese, da un lato, potenziali rischi e limiti associati all’introduzione di una tecnologia disruptive come l’IA, dall’altro. Ne abbiamo parlato con Nunzia Ciardi, Vice Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ACN – durante FORUM ITAL(IA), l’evento dedicato all’adozione dell’IA nel settore pubblico, organizzato da FPA in collaborazione con Microsoft Italia.
Grazie ad algoritmi capaci di processare in breve tempo enormi volumi di dati, l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo chiave anche nel settore pubblico con potenziale impatto sull’efficientamento dei servizi.
Accanto ai benefici in termini di efficienza e produttività, si pongono gli interrogativi sulla sicurezza nell’uso dell’intelligenza artificiale; questa deve essere considerata in modo olistico, includendo non soltanto la cybersicurezza ma anche le dimensioni etiche, sociali e tecniche. L’essere umano rimane al centro delle decisioni, ispirando le regole che governeranno l’ambito digitale.