“Giustizia civile”: tutte le informazioni senza andare in tribunale

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L’app Giustizia Civile consente agli avvocati, ma anche a semplici cittadini, di consultare direttamente dal proprio smartphone o tablet i procedimenti civili in corso presso gli uffici di Corte d’Appello, Tribunale Ordinario, Sezione distaccata e Giudice di Pace. Un grande risparmio di tempo, ma anche una garanzia di trasparenza sull’iter del procedimento, grazie a un servizio realizzato con pochissima spesa per l’amministrazione.

17 Gennaio 2020

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Sono più di 100mila gli utenti che hanno scaricato l’app Giustizia civile (anche su APP Store) on line da gennaio 2013 nella versione attuale, dopo il lancio della versione beta al Salone della Giustizia di fine novembre 2012.

Cos’è e a cosa serve l’app Giustizia Civile

L’app consente agli avvocati, ma anche a semplici cittadini, di consultare direttamente dal proprio smartphone o tablet, senza dover andare in cancelleria, i procedimenti civili in corso presso gli uffici di Corte d’Appello, Tribunale Ordinario, Sezione distaccata (Ex), Giudice di Pace e Tribunale per i Minorenni.

Un grande risparmio di tempo, ma anche una garanzia di trasparenza sull’iter del procedimento, grazie a un servizio che è stato realizzato con pochissima spesa da parte dell’amministrazione.

L’unico costo esterno sostenuto dal Ministero della Giustizia è stato infatti quello per la pubblicazione su Android e App Store (circa 120 euro in tutto), mentre alla progettazione e allo sviluppo dell’app hanno lavorato esclusivamente risorse interne del CISIA (Coordinamento Interdistrettuale per i Sistemi Informativi Automatizzati) di Palermo.

Ma come funziona più in dettaglio l’app?

Proprio il Direttore di allora del CISIA di Palermo, Antonio Vitale, in un’intervista del 2013, ci aveva spiegato che “l’applicazione consente ad avvocati e cittadini di effettuare la ricerca all’interno dei registri (Contenzioso Civile, Lavoro, Volontaria Giurisdizione, Procedure concorsuali, Esecuzioni Mobiliari ed Esecuzioni Immobiliari) utilizzando il numero di registro generale del singolo procedimento”.

“Si ottengono così tutte le informazioni sull’evento processuale di interesse. I nomi delle parti non sono in chiaro, devono restare anonimi per ovvi motivi di privacy, perché possono essere visti anche da persone non coinvolte nel procedimento. Ma è l’unico dato “oscurato”, tutto il resto dell’iter è trasparente. E ovviamente sia gli avvocati patrocinanti sia le parti in causa sanno quali sono i nomi che si “nascondono” dietro l’asterisco”.

“Un aspetto utile per gli avvocati – aveva aggiunto Vitale – è che possono catalogare tutte le loro cause sotto la voce Preferiti. L’app permette infatti di mantenere le informazioni sull’apparato che le ha scaricate e quindi averle a disposizione anche quando si è off line”.

“Quando poi si ricollega, – ha continuato Vitale – l’avvocato può con un semplice “Aggiorna i preferiti” scaricare tutte le novità presenti senza dover ricercare di nuovo i singoli fascicoli. Anche i cittadini risparmiano tempo grazie all’app: non devono contattare la segreteria dell’avvocato per sapere a che punto è la loro causa e possono, invece, usare le informazioni ottenute per chiedere i motivi dell’eventuale ritardo nel procedimento”.

In conclusione: minori costi e risparmio di tempo

“Insomma – ha concluso Vitale – i vantaggi sono il risparmio di tempo, il decongestionamento degli uffici giudiziari, i minori costi sostenuti dal cittadino per accedere alle informazioni che lo riguardano, ma soprattutto la relazione diretta, veloce e immediata che si instaura tra cittadino e pubblica amministrazione. L’app, infatti, favorisce un avvicinamento relazionale tra utente-cittadino e mondo della giustizia. Ed è questa la vera rivoluzione di queste nuove applicazioni”.

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