ICT per i Beni culturali. La Biblioteca Medicea Laurenziana

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Sul tema dell’ICT per i Beni culturali, riceviamo e pubblichiamo la presentazione del progetto di digitalizzazione del Fondo Plutei presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, realizzato con il contributo di Siav. Per la mole di manoscritti e per il valore culturale delle opere, il progetto assume una valenza notevole nel settore dei beni culturali e della digitalizzazione di beni librari. I curatori ci spiegano che è stato eseguito “con l’ausilio delle più sofisticate tecnologie di ripresa digitale, a garanzia di elevata qualità delle immagini digitalizzate e di attenzione alla cura dell’integrità dei documenti originali”.

3 Febbraio 2011

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Sul tema dell’ICT per i Beni culturali, riceviamo e pubblichiamo la presentazione del progetto di digitalizzazione del Fondo Plutei presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, realizzato con il contributo di Siav. Per la mole di manoscritti e per il valore culturale delle opere, il progetto assume una valenza notevole nel settore dei beni culturali e della digitalizzazione di beni librari. I curatori ci spiegano che è stato eseguito “con l’ausilio delle più sofisticate tecnologie di ripresa digitale, a garanzia di elevata qualità delle immagini digitalizzate e di attenzione alla cura dell’integrità dei documenti originali”.

La Biblioteca Medicea Laurenziana
Il primato della Biblioteca Medicea Laurenziana, con i suoi circa 11.000 manoscritti, si basa sulla coincidenza di due elementi: la specificità dei contenuti e dell’edificio che li conserva, progettato e in parte realizzato da Michelangelo Buonarroti. Tra i tesori della Laurenziana vanno annoverati codici fondamentali per unicità e antichità contenenti, fra le numerose eccellenze, le opere di Tacito, Plinio, Eschilo, Sofocle, il Virgilio corretto nel 494 da Turcio Rufio Aproniano Asterio, nonché il più antico testimone del Corpus Iuris di Giustiniano.
Due date segnano la storia della Biblioteca: nel 1571 la Biblioteca fu aperta al pubblico per volere del granduca Cosimo I nel suo mirabile, sebbene incompiuto, allestimento michelangiolesco. L’altra data, il 1757, è quella della nomina del canonico laurenziano Angelo Maria Bandini a Bibliotecario della Laurenziana; durante la sua direzione non soltanto Bandini operò una oculatissima scelta delle acquisizioni, ma compilò alcuni monumentali cataloghi a stampa di tutti i suoi codici, strumento ancora insuperato di erudizione e di consultazione. La Biblioteca Medicea Laurenziana è ancora oggi una inesauribile fonte di studi sulla tradizione classica e umanistica.

Il Fondo Plutei
Il fondo principale corrisponde a circa 3.000 manoscritti che vennero collocati nei plutei (banchi di noce) all’apertura della Biblioteca. I manoscritti provengono dalla raccolta privata della famiglia Medici il cui nucleo originario è individuato nei 63 libri posseduti da Cosimo il Vecchio. Lorenzo il Magnifico arricchì particolarmente la sezione in lingua greca e trasformò la fisionomia della biblioteca rendendola esauriente luogo di ricerca. Giovanni, pronipote di Cosimo il Vecchio, eletto pontefice nel 1513 con il nome di Leone X portò i codici a Roma nel palazzo di famiglia. Solo sotto il pontificato di papa Clemente VII si realizzò il ritorno a Firenze della raccolta. Agli esemplari appartenenti alla famiglia de’ Medici si aggiunsero quelli provenienti dalle biblioteche umanistiche di Francesco Sassetti e di Francesco Filelfo, i codici dedicati a Leone X e quelli da lui acquistati nel periodo romano. Alcuni manoscritti, fra i più preziosi, furono acquisiti infine dalla Biblioteca del convento domenicano di San Marco.

Il progetto di digitalizzazione
Il progetto di digitalizzazione del fondo Plutei intende promuovere la conoscenza di una delle più importanti collezioni manoscritte del mondo anche ai non addetti ai lavori e favorire l’accesso ad un patrimonio culturale di inestimabile valore. Il progetto si pone inoltre come obiettivo la conservazione sul lungo periodo delle risorse digitali prodotte. La collezione digitale risultante dalle operazioni di acquisizione dei manoscritti e codifica dei metadati è costituita da oltre 1.401.344 immagini, corrispondenti a 3.962 manoscritti integralmente riprodotti. Le immagini sono corredate dalle informazioni di carattere scientifico provenienti dal recupero in formato digitale dei tre principali cataloghi a stampa settecenteschi (Bandini, Biscioni, Assemani) che descrivono i codici appartenenti al fondo, anche questi integralmente digitalizzati (6.006 immagini relative a 13 volumi). Complessivamente sono stati indicizzate 25.502 notizie, ovvero tutti i codici e tutte le opere in essi contenute.

Le fasi del progetto

  • La lavorazione dei documenti è eseguita con l’ausilio delle più recenti e sofisticate tecnologie di ripresa digitale, garanzia di elevata qualità delle immagini digitalizzate e di attenzione all’integrità dei documenti originali, in particolare limitando al massimo lo stress fisico ed escludendo l’esposizione a fonti luminose composte da radiazioni potenzialmente dannose. Il progetto si articola in quattro distinte macro-fasi: l’indicizzazione dei codici, la digitalizzazione delle immagini, la produzione dei metadati ad esse relativi e il caricamento degli oggetti digitali sulla Teca della Biblioteca Medicea Laurenziana.
  • Indicizzazione dei codici. Durante la prima fase ciascun codice viene indicizzato recuperando le informazioni dai tre cataloghi a stampa Bandini, Biscioni, Assemani. In particolare vengono evidenziati i campi relativi a: segnatura; datazione del codice; autore dell’opera; titolo dell’opera; numero delle carte per ciascun ms.; tipologia del ms.; eventuali altri dati relativi alla presenza di elementi di pregio, quali miniature, ecc.
  • Digitalizzazione degli originali. La seconda fase prevede la digitalizzazione e la produzione di immagini ad altissima risoluzione. Ogni immagine viene archiviata sia in un formato adeguato alla conservazione a lungo termine, sia in formati più leggeri destinati alla consultazione in rete locale ed in internet. L’ottima qualità delle immagini master consentirà di limitare il ricorso diretto agli originali favorendone così la conservazione, e permetterà di avere un’alternativa qualitativamente superiore ai microfilm esistenti. Dal punto di vista tecnico, le caratteristiche delle immagini master risultano in linea con quelle utilizzate in ambito internazionale da altri importanti progetti di digitalizzazione: risoluzione di 600 dpi non interpolati, formato di codifica dei file TIFF non compresso, con una profondità di colore di 24 bit RGB. Anche per i file destinati alla consultazione ci troviamo di fronte a caratteristiche standard: risoluzione di 300 dpi per la consultazione locale e 100/150 dpi (in funzione delle caratteristiche degli originali) per la consultazione in rete web e archiviazione in formato JPEG compresso, con una profondità di colore di 24 bit RGB.
  • Metadati e caricamento su Teca digitale. L’associazione delle riproduzioni digitali ai dati catalografici delle opere e la produzione di metadati secondo lo schema MAG 2.0.1 costituiscono l’elemento di congiunzione tra i dati e le immagini digitalizzate. Le immagini per la consultazione via web corredate dai relativi metadati sono caricate sulla Teca digitale della Biblioteca Medicea Laurenziana. La Teca permette la consultazione di tutte le immagini e dati prodotti; visibili molto interessante è la possibilità di accedere anche le riproduzioni digitali integrali delle schede redatte da Assemani, Bandini e Biscioni relative ai singoli manoscritti, con un link diretto tra i codici e le immagini dei cataloghi storici che li descrivono. Questa funzionalità è particolarmente utile agli studiosi per accedere direttamente alle fonti dei cataloghi storici, in modo non mediato, É possibile eseguire numerose tipologie di ricerca: Ricerca Libera, Ricerca Semplice, Ricerca Avanzata (tutti i campi Dublin Core o dati contenuti nella sezione <bib> del mag; se valorizzati più campi la ricerca è eseguita in AND).

Interoperabilità
"La Teca digitale – sottolinea Sabina Magrini, direttore dei lavori del progetto per la Biblioteca Medicea Laurenziana – si integra perfettamente oltre che con i principali portali della cultura nazionali ed europei anche con le altre risorse informative messe a disposizione dal catalogo online della Biblioteca. L’utente viene messo nelle condizioni di potere passare in modo semplice e veloce dalla visualizzazione del manoscritto alla lettura delle pagine pertinenti del catalogo storico, dall’esame della bibliografia del codice alla disamina di chi lo ha consultato dall’inizio del secolo scorso. Al contempo gli viene offerta la possibilità di consultare le descrizioni recenti del manoscritto disponibili o di navigare all’interno di percorsi espositivi virtuali laurenziani (e non) che comprendono quel testimone in particolare". 

Numeri
Dalla prima e parziale pubblicazione in rete del risultato del progetto (nel novembre del 2008) il numero dei frequentatori della Teca digitale è stato continuamente in crescita. Si è passati dalle 17.364 richieste con 176 pagine consultate del novembre 2008 alle 275.600 richieste e 46.880 pagine del gennaio 2011.
Parallelamente, e in buona parte di riflesso, sono notevolemnte aumentate le consultazioni del catalogo online laurenziano.
 

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