Corso: “Ecco le misure per accelerare la trasformazione digitale in Sanità”
30 Maggio 2016
Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano
Cresce la consapevolezza nei vertici delle Aziende Sanitarie dell’importanza dell’innovazione digitale. Secondo la Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, il 56% dei Direttori intervistati ritiene che le tecnologie digitali debbano supportare l’innovazione e il miglioramento dei processi dell’azienda e il 26% sostiene che possono rendere possibili nuovi modelli di cura e assistenza. Non sempre tuttavia questa consapevolezza si traduce nella volontà e capacità di attuare politiche concrete di trasformazione digitale.
Ad incidere su questa crescita di attenzione e capacità deve contribuire l’azione del Governo e delle Regioni di passare dallo sviluppo di piani alla loro concreta attuazione. L’Osservatorio ha monitorato i passi che sono stati fatti successivamente alla pubblicazione del documento “Strategia per la crescita digitale 2014-2020” nel marzo 2015, relativamente al capitolo “Sanità Digitale”.
- Fascicolo Sanitario Elettronico:
- il 3 settembre 2015 è stato emanato il Decreto attuativo per lo sviluppo dei FSE, pubblicato in gazzetta ufficiale l’11 novembre 2015 ed entrato in vigore il 26 novembre;
- il 31 dicembre l’Agenzia per l’Italia Digitale e il Ministero della Salute hanno presentato il primo rilascio dell’infrastruttura per l’interoperabilità del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE);
- a fine maggio 2016, sono 7 le Regioni che hanno un FSE già attivo e operativo, mentre 9 sono quelle che hanno aderito alla piattaforma di interoperabilità.
- Dematerializzazione delle ricette:
- il 14 novembre 2015 è stato firmato il Decreto che consente di utilizzare le ricette elettroniche su tutto il territorio nazionale a partire dal 1° marzo 2016;
- a dicembre 2015, secondo i dati forniti da Federfarma, la quota nazionale delle ricette dematerializzate era pari al 67%, in forte aumento rispetto a quanto rilevato a dicembre 2014, quando questa quota rappresentava solo il 26% del totale. A febbraio 2016, la quota ha raggiunto il 72% e le Regioni con il più alto livello di dematerializzazione sono Veneto (89%), Campania (88%), Sicilia (88%) e Provincia Autonoma di Trento (87%).
- Dematerializzazione dei referti e delle cartelle cliniche, secondo le stime dell’Osservatorio:
- i referti completamente dematerializzati hanno rappresentato nel 2015 circa il 40% del totale dei referti prodotti dalle aziende sanitarie, in aumento rispetto al dato stimato nel 2012 che era pari al 30%;
- grazie alla dematerializzazione dei referti, nel 2015 i referti consegnati via web al cittadino sono stati il 16% del totale dei referti, dato in crescita rispetto a quanto rilevato nel 2012 (13%);
- le cartelle cliniche completamente dematerializzate hanno rappresentato nel 2015 il 9% del totale di cartelle prodotte dalle aziende, con un incremento del 50% rispetto a quanto rilevato nel 2012 (6%).
- Prenotazione e pagamento online, sempre secondo le stime dell’Osservatorio:
- nel 2015 la quota di prenotazioni online rispetto al totale delle prenotazioni effettuate dai cittadini è stata pari al 12%, in aumento rispetto al dato stimato nel 2012 (7%);
- in aumento anche la quota di pagamenti online, che nel 2012 era pari al 6% e nel 2015 passa all’8%.
Sulla base di quanto emerso dal monitoraggio, si può affermare che le azioni normative tese a stimolare la digitalizzazione dei servizi digitali cominciano a dare i primi frutti. In assenza di una politica di investimento coerente a tutti i livelli, tuttavia, la velocità di attuazione dei piani di digitalizzazione della Sanità risulta ancora insufficiente e disomogenea, inadeguata rispetto alla portata e all’urgenza delle sfide in gioco.
Quali sono le barriere che impediscono alla Sanità Digitale di passare da miraggio a realtà? Cosa consentirebbe di accelerare il processo di rinnovamento tecnologico e organizzativo?
Secondo le Direzioni Strategiche delle strutture sanitarie, la barriera più rilevante all’innovazione digitale in Sanità è costituita dalla scarsa disponibilità di risorse economiche (68%), seguita dalla resistenza del personale a tecnologie che richiedano cambiamenti organizzativi e dei processi (50%) e dalla scarsa cultura digitale degli operatori sanitari (32%). Coerentemente, la principale azione che il 64% delle Direzioni si aspetta dal Governo è il sostegno nell’accesso ai finanziamenti, a cui segue la richiesta di definire standard (53%) e di semplificare le normative sulla gestione della privacy (52%). Alle Regioni, si chiedono risorse economiche (67%) e che vengano definiti obiettivi comuni e convergenti (39%) e linee guida (39%). Le Direzioni sono consapevoli che uno dei principali fattori trainanti sia la cultura digitale del personale (56%) e la familiarità nell’utilizzo delle soluzioni digitali (44%).
Se il ruolo del Governo deve essere quindi quello di normatore e regolatore, spetta alle Regioni un ruolo di indirizzo e di promozione dell’innovazione digitale, con obiettivi chiari e comuni e con l’offerta di servizi condivisi alle aziende sanitarie, per consentire di mettere in pratica i piani della Sanità digitale definiti dal Governo. Compete, invece, ai CIO, in collaborazione con gli attori dell’offerta ICT, il ruolo di ‘evangelisti’ del digitale in azienda, facendo comprendere alle Direzioni Strategiche e al personale i benefici dell’innovazione digitale, a fronte di investimenti sempre più necessari.
Solo quando tutti gli attori del Sistema Sanitario saranno in grado di ricoprire in modo responsabile e coerente il proprio ruolo, dandosi obiettivi precisi e ambiziosi, la Sanità digitale potrà diventare finalmente realtà.