Benessere equo e sostenibile, un nuovo strumento per le policy a FORUM PA 2013
Secondo il quadro concettuale proposto dall’Ocse, si ha un vero progresso della società quando si verifica un incremento del benessere equo e sostenibile. Partendo da questo assunto, il Cnel e l’Istat hanno avviato un processo per misurare il benessere attraverso indicatori condivisi a livello nazionale con il terzo settore, i sindacati e le associazioni di categoria, le associazioni femminili, ecologiste e dei consumatori.
22 Maggio 2013
Redazione Istat
Secondo il quadro concettuale proposto dall’Ocse, si ha un vero progresso della società quando si verifica un incremento del benessere equo e sostenibile. Partendo da questo assunto, il Cnel e l’Istat hanno avviato un processo per misurare il benessere attraverso indicatori condivisi a livello nazionale con il terzo settore, i sindacati e le associazioni di categoria, le associazioni femminili, ecologiste e dei consumatori. Questi indicatori, che si riferiscono a 12 dimensioni essenziali del benessere (Salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi) possono diventare un riferimento per il dibattito pubblico e servono a meglio indirizzare le scelte democratiche rilevanti per il futuro del Paese.
Domandarsi quali siano le dimensioni del benessere e come misurarle equivale infatti a condurre una riflessione su quali siano i fenomeni che è necessario prendere in considerazione per migliorare il nostro Paese, su come definire obiettivi di breve e lungo periodo e su come valutare i risultati dell’azione pubblica.
In questo senso, gli indicatori del Bes aspirano a divenire una sorta di “Costituzione statistica”, cioè un riferimento costante e condiviso dalla società italiana che segni la direzione del progresso da realizzare. In altri termini, si tratta di fare del Bes uno strumento cardine del funzionamento delle istituzioni nazionali. L’entusiasmo e la competenza con il quale le parti sociali hanno lavorato al progetto, l’interesse crescente da parte degli Enti locali, le sfide poste dalla crisi economica, la necessità di trovare nuove prospettive politiche basate su concetti come crescita, equità e sostenibilità, nonché gli sviluppi della materia a livello europeo e internazionale sono tutti elementi che indicano l’irrinunciabilità della prospettiva qui delineata.
Il convegno "Benessere equo e sostenibile: un nuovo strumento per le policy", in programma il 30 maggio a FORUM PA (ore 9,30 – 11,30) si propone di riflettere sulle attività che politica, parti sociali e istituti di ricerca potrebbero intraprendere: il rapporto sul Bes può essere oggetto di campagne informative istituzionali e di dibattito nelle più alte sedi istituzionali. Così come già avviene in alcuni paesi, le relazioni di accompagnamento alle nuove leggi potrebbero cercare di valutare l’impatto di queste ultime sui diversi domini del Bes e non solo riferirsi alle grandezze economico-finanziarie.
L’Italia ha l’opportunità, anche grazie alle caratteristiche economiche, sociali ed ambientali che la contraddistinguono, di svolgere un ruolo chiave in questo processo, ponendosi all’avanguardia in un nuovo modo di intendere la politica ed il rapporto tra quest’ultima, le parti sociali e i cittadini. In ultima analisi, si tratta di definire un percorso condiviso di rinnovamento e progresso del Paese, nonché di misurarne le caratteristiche e orientare le scelte individuali e collettive, tutti fattori indispensabili per assicurare il funzionamento di una democrazia moderna nella cosiddetta “società della conoscenza”.