Esistono le piattaforme tecnologiche per abilitarla, è sempre più presente nell’agenda dei comuni italiani, ma la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali delle politiche pubbliche resta ancora sulla carta. E’ il messaggio che emerge dal secondo e ultimo giorno di ICity Lab 2017, che si è conclusa oggi dopo due giornate che hanno visto confrontarsi
191 relatori in 32 convegni, tavoli di lavoro, racconti di esperienze e soluzioni progettuali, sui temi delle città sostenibili e intelligenti.“Oggi la partecipazione, intesa come coinvolgimento diretto dei cittadini alle scelte politiche, rischia di andare verso una pericolosa deriva populista – dichiara
Gianni Dominici, Direttore generale di FPA –. Nonostante l’aumento, rispetto al passato, del coinvolgimento delle comunità portatrici di interessi nella vita politica e amministrativa delle città, le iniziative concrete per facilitare la cittadinanza attiva sono ancora troppo poche ed estremamente eterogenee. Le amministrazioni comunali in molti casi scontano un ritardo culturale e tecnologico che impedisce di predisporre i giusti strumenti per andare incontro alle esigenze della cittadinanza e valorizzare la partecipazione civica”.Un esempio di questo ritardo, secondo il Direttore generale di FPA, sono le piattaforme tecnologiche che dovrebbero abilitare il coinvolgimento attivo dei cittadini. In molti casi, i comuni spendono tempo, risorse e competenze preziose per creare e promuovere nuove piattaforme e applicazioni che poi non riescono a raggiungere un elevato numero di residenti, perché non corrispondono alle loro abitudini e alle loro esigenze.Un modello che potrebbe essere imitato dalle nostre amministrazioni è
Decidim, la piattaforma di democrazia partecipativa del Comune di Barcellona, che consente di proporre azioni, commentarle, monitorarle e pianificare incontri in presenza. Inoltre, la piattaforma risponde al bisogno di privacy e sicurezza dei cittadini: le informazioni personali non sono condivise con altri, gli utenti possono controllare i propri dati e le notifiche e non ci sono cookies.Anche in Italia ci sono esempi virtuosi. Il Comune di Milano, ad esempio, ha appena lanciato
“Milano Partecipa”, un’iniziativa di partecipazione civica articolata in quattro fasi. Nella prima fase, da settembre a ottobre, il cittadino può proporre un’idea, condividerla e promuoverla e, se risulta fra le più popolare può contribuire alla fase di progettazione e sviluppo. Nella seconda fase, da novembre 2017 a febbraio 2018, il cittadino inizia a lavorare insieme ai tecnici dell’Amministrazione per sviluppare la sua idea in un progetto, collaborando alle decisioni progettuali ed economiche e occupandosi di condividere i documenti e le informazioni con la comunità. A marzo 2018 si entra nella terza fase, la votazione: i cittadini potranno votare e far votare i propri progetti preferiti; possono partecipare residenti e pendolari dai 16 anni in su e di qualsiasi nazionalità e ogni cittadino può dare 3 voti, scegliendo fra tutti i progetti dei 9 municipi. La fase finale dell’iniziativa, a partire da maggio 2018, consente di seguire l’avanzamento dei lavori di tutti i progetti più votati.Per facilitare lo sviluppo della partecipazione civica, lo scorso luglio
FPA, insieme ad
ANCI e a un gruppo di esperti di facilitazione partecipativa, ha ideato
PartecipaNet, una community che riunisce gli assessori con delega alla partecipazione dei comuni italiani allo scopo di monitorare e approfondire le novità introdotte dal nuovo Codice degli Appalti, analizzare le modalità di coinvolgimento civico nell’allocazione e nella gestione delle risorse locali e confrontare le piattaforme messe a disposizione dagli Enti locali per raccogliere le istanze dei cittadini ed erogare i servizi.“L’obiettivo di PartecipaNet è mettere a punto una mappatura delle esperienze digitali delle istituzioni locali sui temi della condivisione, consultazione e partecipazione dei Comuni italiani – conclude Dominici –. Ad oggi hanno già aderito
37 assessori alla partecipazione, che con le informazioni che condivideranno contribuiranno a scattare una fotografia dello stato dell’arte dell’innovazione digitale italiana e dei processi partecipativi”.