Le città del vino “ecologically correct”
Producono energia per il proprio fabbisogno, attraverso le fonti rinnovabili presenti sul territorio, come l’acqua, il sole, la terra e perfino con la risulta della potatura delle viti; costruiscono edifici “eco-compatibili” perfettamente inseriti nell’ambiente naturale e utilizzano mezzi di trasporto che non inquinano; si definiscono “riciclone”, grazie al sistema della raccolta differenziata porta a porta, e applicano il principio “chi inquina paga”: dal nord al sud del bel Paese, è questa la filosofia delle Città del Vino &ldq
16 Ottobre 2008
Redazione FORUM PA
Producono energia per il proprio fabbisogno, attraverso le fonti rinnovabili presenti sul territorio, come l’acqua, il sole, la terra e perfino con la risulta della potatura delle viti; costruiscono edifici “eco-compatibili” perfettamente inseriti nell’ambiente naturale e utilizzano mezzi di trasporto che non inquinano; si definiscono “riciclone”, grazie al sistema della raccolta differenziata porta a porta, e applicano il principio “chi inquina paga”: dal nord al sud del bel Paese, è questa la filosofia delle Città del Vino “ecologically correct”. Le Città del Vino di tutta Italia riunite in Convention (dal 16 al 19 ottobre, Comunità delle Colline tra Langa e Monferrato), premiano i “Comuni virtuosi”, che fanno della cultura dell’eco-sostenibilità il proprio stile di vita.
Per un esempio dei progetti “d’impronta ecologica” che saranno presentati in occasione della Convention, visita il sito dell’Associazione Nazionale Città del Vino.