Il Sud che non chiede risorse, ma linee di indirizzo chiare. Un commento sul FORUM DELL’INNOVAZIONE Mezzogiorno
L’incontro di Napoli dello scorso 17 febbraio, terza tappa del FORUM DELL’INNOVAZIONE, ha dimostrato il valore del “moto circolare dell’innovazione”. Solo ascoltando e dialogando con i protagonisti del territorio, infatti, è possibile “scovare” punte di eccellenza in un contesto problematico come il meridione del nostro paese, farle conoscere e provare a portarle a sistema.
22 Febbraio 2010
Tommaso Del Lungo
L’incontro di Napoli dello scorso 17 febbraio, terza tappa del FORUM DELL’INNOVAZIONE, ha dimostrato il valore del “moto circolare dell’innovazione”. Solo ascoltando e dialogando con i protagonisti del territorio, infatti, è possibile “scovare” punte di eccellenza in un contesto problematico come il meridione del nostro paese, farle conoscere e provare a portarle a sistema.
Il messaggio di questo terzo FORUM DELL’INNOVAZIONE sembra essere il seguente: anche in un territorio che viaggia con il freno a mano tirato, come il Mezzogiorno, possono esserci esperienze, modalità e, perché no, politiche, virtuose da prendere ad esempio e da portare a sistema per dare una marcia in più all’intera nazione. Sicuramente sono presenti in maniera minore rispetto al Nord Ovest e al Nord Est (che abbiamo incontrato nelle due tappe precedenti) e probabilmente in ambiti diversi, ma gli elementi di riflessione e i suggerimenti da raccogliere emersi nelle tre sessioni di lavoro della giornata sono molti.
“Abbiamo inteso il FORUM DELL’INNOVAZIONE Mezzogiorno, come un momento di forte dialogo con le strutture del Ministero – ha detto nel suo intervento nella tavola rotonda della mattina l’Assessore all’Innovazione della Regione Campania, Nicola Mazzocca (leggi l’intervista) – non vogliamo fare promesse su quello che faremo, ma portare all’attenzione del livello centrale quello che abbiamo già fatto in modo che possa servire agli altri e diventare patrimonio comune”.
E di cose interessanti in tema di innovazione il Mezzogiorno ne ha fatte davvero molte: dall’investimento in banda larga e nel distretto delle energie rinnovabili della puglia, ai progetti di partecipazione della Calabria, fino ai numerosi progetti della Campania: l’attivazione dei centri servizi territoriali; la realizzazione dell’infrastruttura di connettività e dei servizi digitali, sia di tipo infrastrutturale, come la cooperazione applicativa, sia di tipo verticale, come il protocollo informatico (utilizzato da tutti i comuni campani per oltre il 90% delle pratiche); la creazione dei Centri di competenza, che mettono insieme centri di ricerca pubblica e imprese, piccole e grandi, per trasferire innovazione: ed infine il protocollo sull’applicazione della riforma Brunetta siglato con il Ministro all’indomani dell’approvazione della legge .
Ovviamente nella giornata non sono stati messi in luce solo gli elementi vincenti del Mezzogiorno, anche in tema di innovazione le zone d’ombra e gli sprechi non mancano.
Il primo elemento problematico e forse più preoccupante, emerso in diversi interventi è quello della mancanza di un direttore d’orchestra, un regista o un timoniere (a seconda delle metafore usate dai relatori) che si assuma la responsabilità di guidare il paese, attraverso i singoli territori, indicando le linee guida e obbligando ad un utilizzo virtuoso delle risorse messe a fattor comune.
In questo momento il mezzogiorno sta vivendo un periodo di grandi opportunità. “Gli unici fondi disponibili per l’innovazione – ha ricordato Giulio De Petra della Regione Calabria (leggi l’Intervista) – sono quelli che l’Europa mette a disposizione per le quattro regioni della Convergenza (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) per la programmazione 2007-2011”. Sono anche gli ultimi che l’Italia riceverà e pretendere che non vadano sprecati è, come si dice, il minimo.
Le sfide per il mezzogiorno
La prima sfida è, dunque, riuscire a gestire bene queste risorse e non sprecarle, concentrando gli sforzi in pochi progetti mirati ed innescando quei processi di misurazione, valutazione e riconoscimento del merito che rappresentano da sempre la nota dolente del nostro Mezzogiorno.
La seconda sfida è quella di riuscire ad innescare processi capaci di andare oltre il mandato elettorale e che siano in grado di trasformarsi in valore reale per il territorio. Una sfida ardua in una nazione che vive una campagna elettorale perenne e ancor più ardua in un territorio che fonda parte della propria economia sul clientelarismo.
Una sfida ulteriore, poi, è quella della rendicontazione. In un sistema basato sull’autonomia l’unica leva che obblighi ad un utilizzo virtuoso delle risorse deve essere cercata nel momento del finanziamento individuando obblighi precisi per le amministrazioni locali in termini di utilizzo dei fondi e di raggiungimento di obiettivi reali. “La revoca di un finanziamento ad un ente che non ha rispettato gli impegni presi durante la progettazione – ha spiegato Mazzocca – è il vero elemento innovativo nelle politiche di innovazione. Elemento che siamo riusciti ad inserire nella nostra azione e che ci sentiamo di portare al Paese”.
Infine la sfida più grande è quella della visione di lungo periodo, l’unica che permetta di uscire dalla logica dell’innovazione come prototipo. Non di tecnologie ha bisogno il sistema, ma di una rotta, di un orizzonte di riferimento. “Le tecnologie – per dirla con le parole di Antonino Mazzeo (leggi l’intervista) – lasciamole al mercato, cominciando ad imporgli la missione che la pubblica amministrazione ha pensato per l’innovazione.”
Non è, dunque, un Sud che chiede maggiori risorse come spesso siamo abituati, ma un Sud in grado di contribuire a delineare le linee guida per l’innovazione per l’intero paese, che chiede indirizzi politici chiari. Un Sud a cui il Capo Dipartimento per la Digitalizzazione Renzo Turatto risponde in maniera accogliente: “Ascolto dei territori, stimolo ai cittadini affinché la domanda di innovazione nasca da loro e ricerca della cultura della valutazione e del merito sono esattamente gli obiettivi che il ministero si è dato,e che portiamo avanti anche con eventi come il FORUM DELL’INNOVAZIONE, così come abbiamo fatto nostro l’impegno a concentrare gli sforzi e le risorse su pochi progetti qualificati, in settori così arretrati che permettono ampi margini di miglioramento anche con un investimento contenuto”.