S@lute 2017: al via oggi la terza edizione

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Oggi abbiamo aperto con un confronto diretto tra tutti i protagonisti del sistema sanitario sui temi dell’innovazione per la salute, lungo le tre direttrici: ricerca, digitalizzazione e welfare. Domani la seconda giornata, in calendario la presentazione dei vincitori del Premio “InnovaS@lute2017”

20 Settembre 2017

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redazione

Si è chiuso il primo giorno di S@lute 2017, una vetrina di grande valore dedicata ai temi dell’innovazione per la salute. La giornata è iniziata con un intervento di Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA, che ha evidenziato come la sostenibilità del sistema salute sia determinata da un’innovazione di tipo organizzativo, tecnologico e digitale e dalla caccia intelligente agli sprechi, sapendo che spreco è tutto quello che non crea valore per i cittadini. L’esperienza ci dice che la trasformazione digitale non regge se non sviluppiamo l’empowerment all’interno delle strutture sanitarie, in modo da creare “organizzazioni solide, sviluppare consapevolezza, rafforzare partecipazione e formazione”.

I protagonisti del sistema sanitario hanno animato il confronto sui temi delle nuove sfide e i nuovi modelli organizzativi per una sanità universalistica: una partita da giocare dentro le amministrazioni, con i cittadini, nella sinergia pubblico privato. Questo è quanto emerso dal messaggio che il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha inviato in occasione della Giornata inaugurale e che Alessandro Beulcke, Presidente di Allea, ha pubblicamente letto.

Nessun modello sanitario permette, meglio di quello universalistico, il conseguimento dell’obiettivo fondamentale di ogni sistema sanitario, ovvero assicurare a tutti un’assistenza caratterizzata da elevati standard di sicurezza e qualità, uguaglianza ed equità di accesso alle cure (come sancito nell’articolo 32 della carta costituzionale). Affinché questo modello rappresenti ancora la risposta migliore ai bisogni di salute della popolazione, è fondamentale individuare e adottare modalità di erogazione delle cure indirizzate alla costruzione di prestazioni personalizzate e processi assistenziali di tipo preventivo, curativo e riabilitativo. I temi delineati, come emerso dal confronto tra i direttori generali di aziende sanitarie, vanno strutturati in un sistema assistenziale centrato sul valore.

Marco Trivelli, DG del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, ha sottolineato una scoperta degli ultimi anni, una verità lapalissiana, che “un paziente cronico è malato sempre”, necessita di assistenza permanente. Competenze specialistiche per un’assistenza altamente qualificata, visione strategica che guardi all’ospedale di comunità intraospedaliero, conoscenza del dato come personalizzazione della cura, ospedali più small e specializzati, monitoraggio in remoto dei pazienti dimessi, sono solo alcuni degli obiettivi della medicina di valore.

L’innovazione tecnologica, altro punto chiave di valore, ha rivoluzionato i modelli organizzativi permettendo di ridurre il tempo di degenza e puntare più sull’attività ambulatoriale, condiviso anche da Monica Calamai, DG dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi.

Nella continuità assistenziale ospedale-territorio cambiano le professioni. Durante il tavolo “Nuove professioni e nuovi modelli di assistenza e cura”, Ausilia Pulimeno, Presidente del Collegio Ipasvi di Roma, ha valorizzato il mondo infermieristico e messo in luce la valutazione degli esiti dell’assistenza. Le professioni si innovano, cambia il rapporto con il cittadino che chiede di essere accompagnato nel suo percorso assistenziale e la cura diviene sempre più “complessa e collaborativa”, è quanto è emerso dalla presentazione di Massimo Magi, Segretario Regionale Fimmg delle Marche.

Nel pomeriggio abbiamo parlato del valore dei dati oggi a disposizione e di come utilizzarli, dandogli valore e garantendo la sicurezza del dato stesso, in ambito sanitario. E poi la legge Gelli e i suoi decreti attuativi e la presa in carico di pazienti cronici nel percorso avviato in Regione Lombardia, che permette di stabilire un piano annuale d’intervento sulla base dei bisogni di ogni singolo paziente. Giulio Gallera, Assessore al Welfare Regione Lombardia, ha riportato un dato significativo “in Lombardia i pazienti cronici intercettano il 70% delle risorse sanitarie”.

Con le banche dati si conoscono i bisogni dei cittadini, si riducono gli sprechi e si potenziano le aree nodali quali la prevenzione e l’assistenza territoriale.

Vi invitiamo alla giornata conclusiva di domani, verranno presentati i vincitori del “Premio InnovaS@lute2017”.


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