Gal “Far Maremma”: l’importanza della partnership tra pubblico e privato
Quali sono le strategie messe in atto dal GAL "Far Maremma" per promuovere lo sviluppo dell’economia rurale in Toscana? L’abbiamo chiesto a Catia Segnini, direttore del GAL, la quale ci ha parlato della formula scelta dalla sua amministrazione per raggiungere le proprie finalità.
15 Gennaio 2008
Quali sono le strategie messe in atto dal GAL "Far Maremma" per promuovere lo sviluppo dell’economia rurale in Toscana? L’abbiamo chiesto a Catia Segnini, direttore del GAL, la quale ci ha parlato della formula scelta dalla sua amministrazione per raggiungere le proprie finalità.
L’obiettivo centrale del Gal "Far Maremma" è quello di promuovere, sviluppare e potenziare l’economia rurale in Toscana mediante la rivitalizzazione del tessuto economico, sociale e culturale. A tal proposito può descriverci come la sua amministrazione sta procedendo per raggiungere tali finalità?
La formula per lavorare efficacemente a supporto dello sviluppo locale è puntare su due elementi cardine: la partnership locale e il rilevamento dei fabbisogni dal basso.
Per quanto riguarda la partnership locale il FAR Maremma ha deciso di creare un’ampia rete di operatori locali (pubblici e privati), che potessero, ognuno per la loro competenza, contribuire a definire le linee di intervento e assumersi le responsabilità delle scelte prioritarie.
Attualmente la società, in vista della nuova programmazione 2007-2013, ha provveduto a ricapitalizzare la società e la compagine sociale è composta da 66 soci di cui 30 enti pubblici e 36 organismi di diritto privato.
La strategia di intervento e le scelte sulle azioni da sviluppare vengono definite in base ad un lavoro di ampia animazione sul territorio cercando di raggiungere e coinvolgere il maggior numero di operatori locali.
Qual è stata la visione strategica e le motivazioni che hanno spinto i vari partner a puntare nel 2002 sulla costituzione del GAL – società consortile?
La Provincia di Grosseto sviluppa l’Iniziativa Leader già con l’edizione del 1989, mentre con Leader II, esistevano due società di gestione, una nella zona dell’Amiata e l’altra nella pianura maremmana.
Con Leader Plus le due società hanno costituito un solo GAL (FAR Maremma) valorizzando le due esperienze gestionali sia dal punto di vista strategico che organizzativo.
LEADER è un intervento strutturale dell’Unione Europea a sostegno delle aree rurali preventivamente individuate dai Piani Leader Regionali, che fungono da veri e propri "laboratori" in cui si sperimentano azioni innovative e integrate di sviluppo. Ritiene che questo sia uno strumento efficiente ed efficace per raggiungere gli obiettivi che si prefigge? Quali i punti di forza e le criticità?
Dal nostro punto di vista la necessità di integrazione delle politiche comunitarie e regionali registra forti elementi di criticità, tant’è che Leader, soprattutto con la nuova edizione, potrebbe fungere da strumento di raccordo e strategia di governance per molti dei programmi di sviluppo locale.
I punti di forza sono appunto quelli indicati al punto iniziale, mentre la criticità principale e che non esiste una strategia "pensata" di utilizzazione efficace dei risultati e delle metodologie sperimentate con leader.
Nelle aree dove agisce il GAL esistono anche altri strumenti per lo sviluppo locale? E’ emersa in questi anni la necessità di un’integrazione con progetti diversamente finanziati?
Nell’area di azione del GAL esistono vari organismi che si occupano di sviluppare politiche di settore, l’integrazione dei programmi di sviluppo e la scelta delle priorità locali aiuterebbe nel chiarire il panorama delle competenze e delle attività, spesso ripetute e sprecate.
Il GAL sente fortemente la necessità di condividere e confluire in un disegno strategico territoriale forte, nel rispetto delle eccellenze di tutti.
Per saperne di più:
Far Maremma