Tra tagli lineari e spending review che fine ha fatto l’innovazione?

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Oramai non fa più notizia o, meglio, non quanto dovrebbe: chiamiamoli tagli lineari o spending review la pubblica amministrazione viene vista e trattata come un corpaccione grasso da snellire rapidamente a colpi di mannaia piuttosto che di chirurgia estetica. Non ci sono dubbi che sia un processo, negli intenti ultimi, necessario ed inevitabile ma quello che lascia perplessi, ogni volta che si riaffronta il problema, è la mancanza di un progetto esplicito su quali siano i modelli operativi e gli strumenti che una pubblica amministrazione mutilata dovrebbe adottare nel cercare, a fronte della drastica riduzione dei costi, di svolgere la propria funzione di pubblico interesse. Una pubblica amministrazione che, continuando su questi passi, è destinata sempre più a diventare quel "regno inerme" ipotizzato da De Rita, sempre più distante dalla società e dai bisogni dei suoi cittadini.

10 Luglio 2012

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Gianni Dominici

Oramai non fa più notizia o, meglio, non quanto dovrebbe: chiamiamoli tagli lineari o spending review la pubblica amministrazione viene vista e trattata come un corpaccione grasso da snellire rapidamente a colpi di mannaia piuttosto che di chirurgia estetica. Non ci sono dubbi che sia un processo, negli intenti ultimi, necessario ed inevitabile ma quello che lascia perplessi, ogni volta che si riaffronta il problema, è la mancanza di un progetto esplicito su quali siano i modelli operativi e gli strumenti che una pubblica amministrazione mutilata dovrebbe adottare nel cercare, a fronte della drastica riduzione dei costi, di svolgere la propria funzione di pubblico interesse. Una pubblica amministrazione che, continuando su questi passi, è destinata sempre più a diventare quel "regno inerme" ipotizzato da De Rita, sempre più distante dalla società e dai bisogni dei suoi cittadini.

In diverse occasioni abbiamo sottolineato l’importanza di avviare una riflessione su una nuova forma operativa che la PA dovrebbe prendere per poter assolvere alle sue funzioni: a più riprese abbiamo parlato di Governo della Rete, di Big Society, di innovazione sociale, di innovazione tecnologica.
Già, l’innovazione nella PA. Se la crisi non attanaglia solo il nostro paese, il nostro è invece tra i pochi a continuare a dare importanza marginale all’innovazione. Guardiamo i dati del Digital Agenda Scoreboard l’analisi che monitora i progressi dei diversi paesi nel raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. L’Italia è penultima in Europa, dietro ha solo la Romania, nella percentuale di cittadini che usano i servizi di e government: il 20% contro l’80% della Danimarca. Situazione simile la troviamo per quanto riguarda gli indicatori sulla penetrazione della banda larga o dell’e-commerce. Il nostro ritardo non si traduce soltanto in un deficit in termini di trasparenza, di partecipazione e di collaborazione ma anche di efficienza e di risparmio. Ad esempio, grazie alla ricerca di sprechi ora abbiamo una idea più precisa del numero e dei costi della auto blu ma invece non sappiamo nulla dei data center, dei centri di elaborazione dati utilizzati dalle diverse pubbliche amministrazioni a livello nazionale e locale, anche perché l’ultimo censimento risale al 2006. Eppure negli altri paesi è una della priorità rese possibili dalla nuove tecnologie cloud: si può risparmiare rendendo i servizi più efficienti e più economici. Il governo degli Stati Uniti con la sua iniziativa Federal Data center Consolidation conta di risparmiare 5 miliardi di dollari, mentre il governo australiano ha previsto un risparmio di un miliardo di dollari. Analoghi impegni sono stati presi dal governo del Regno Unito che ha esplicitato la propria strategia tramite il documento Government Cloud Strategy

E’ inevitabile, quindi, la grande attesa che sta montando in questi giorni nei confronti delle politiche sull’innovazione di questo governo con il timore però che le azioni promesse rischino di diventare lettera morta, di fare cioè la stessa fine delle azioni dei governi precedenti a cominciare dal nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale la cui applicazione avrebbe dovuto introdurre grandi risparmi nella PA ma le cui norme sono in gran parte disattese. Nelle prossime ore, nei prossimi giorni (speriamo non troppo oltre) capiremo meglio le intenzioni del Governo Monti in campo di innovazione, cioè quando finalmente vedranno la luce il documento di programmazione “La strategia italiana per un’Agenda Digitale” e il Decreto DigItalia che dovrebbe individuarne norme, risorse e modalità di attuazione. Solo allora sapremo se all’innovazione organizzativa e tecnologia sarà destinato un ruolo centrale nel ridisegnare un pubblica amministrazione che sia in grado di accettare la sfida di fare di più spendendo di meno o se verrà relegata a fare la ciliegina su una torta peraltro per niente appetibile.

In questo contesto difficile, noi, come al solito, vogliamo essere propositivi e lo facciamo a modo nostro, lanciando un nuovo supplemento al nostro portale dedicato all’innovazione: www.smartinnovation.it. Come scriviamo nella presentazione, il supplemento nasce con l’obiettivo di fornire un punto di riferimento per tutti i lettori attenti ai fenomeni d’innovazione che interessano il nostro paese. Si focalizza su tre grandi temi:

  • l’open government come modello di governance basato su strumenti e tecnologie che rendono le amministrazioni pubbliche aperte, trasparenti e partecipate dai cittadini;
  • l’innovazione sociale come capacità di sviluppare nuove idee e forme organizzative per affrontare i problemi della nostra società, anche grazie al supporto delle tecnologie;
  • la smart city come territorio che grazie alla diffusione di tecnologie abilitanti, ad una governance illuminata e alla partecipazione attiva dei cittadini riesce a garantire una superiore qualità della vita.

Sono tre prospettive di lavoro chiaramente correlate che rappresentano in questo momento storico importanti riferimenti per le amministrazioni pubbliche, le imprese e i cittadini che desiderano contribuire al cambiamento del paese. 

Da oggi seguiteci anche su SmartInnovation.it, il supplemento di forumpa.it per approfondire i temi dell’Open Gov, dell’Innovazione Sociale e delle Smart City

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