Evitiamo casi di “incarichi multipli” negli OIV

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Le dimissioni di Mastrapasqua Presidente Inps che aveva accumulato ben 25 incarichi pone nuovi problemi all’orizzonte, anche per chi fa valutazione nella pubblica amministrazione. Molti sedicenti esperti di valutazione, infatti, sono componenti in molti Organismi Indipendenti di Valutazione: si parla di decine ognuno. Naturalmente fare valutazione di qualità nella PA significa seguire con coscienza e professionalità un numero limitato di enti, anche se la normativa vigente e la pratica in essere permettono numerosi esempi aberranti. Giovanni Urbani, valutatore e manager pubblico mantovano, presenta chiaramente sia il problema sia una proposta di soluzione.

4 Febbraio 2014

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Giovanni Urbani*

Le dimissioni di Mastrapasqua Presidente Inps che aveva accumulato ben 25 incarichi pone nuovi problemi all’orizzonte, anche per chi fa valutazione nella pubblica amministrazione. Molti sedicenti esperti di valutazione, infatti, sono componenti in molti Organismi Indipendenti di Valutazione: si parla di decine ognuno. Naturalmente fare valutazione di qualità nella PA significa seguire con coscienza e professionalità un numero limitato di enti, anche se la normativa vigente e la pratica in essere permettono numerosi esempi aberranti. Giovanni Urbani, valutatore e manager pubblico mantovano, presenta chiaramente sia il problema sia una proposta di soluzione.

Abbiamo preso atto che Antonio Mastrapasqua, da tempo al centro del dibattito per i suoi 25 incarichi, ha rassegnato le dimissioni da presidente dell’Inps. Il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha ricevuto e accettato il 1 febbraio scorso la comunicazione della volontà, da parte di Mastrapasqua, “di rassegnare le dimissioni dall’incarico di presidente dell’Inps”, “anche alla luce delle decisioni assunte ieri dal consiglio dei ministri”. Il Governo, infatti, ha deciso finalmente di accelerare il processo di riforma della governance di Inps e Inail e ha approvato un disegno di legge che dovrà disciplinare le incompatibilità fra le posizioni di vertice all’interno degli enti pubblici nazionali, prevedendo, per gli incarichi di maggiore rilevanza un regime di “esclusività”, in grado da prevenire qualsiasi tipo di conflitto d’interesse e favorire maggiore serietà nell’impegno lavorativo. Risolto il problema con il gigante, a cascata in altri ambiti si potrebbe ridefinire almeno un limite massimo di incarichi cumulabili, come per gli Organismi Indipendenti di Valutazione della pubblica amministrazione. Oggi regna il caos nella valutazione pubblica, con sedicenti esperti negli OIV che arrivano a superare abbondantemente i 25 incarichi dell’ex-presidente Inps, nonostante le indicazioni del legislatore.

La delibera 12/2013 CiVIT (oggi A.NA.C.) cui rimanda il D.Lgs.150/09 (Riforma Brunetta) prevede che "nessun componente può appartenere contemporaneamente a più Organismi Indipendenti di Valutazione".  Il principio di esclusività potrebbe essere derogato solo per enti di "piccole dimensioni" che si convenzionano nella stessa area geografica. Se in passato mi sono fatto carico di stigmatizzare come l’esclusività dell’OIV fosse una cosa non intelligente in senso assoluto, è altresì vero che dovrebbe esistere un confine circa la partecipazione a più OIV di un singolo soggetto, evitando effetti aberranti sull’abuso.

Tale confine non esiste oggi di fatto ed è una zona d’ombra pericolosa: questa segnalazione è già stata fatta recentemente al Presidente della A.NA.C.

Pericolosa perchè esistono moltissimi valutatori-oiv che sono componenti ognuno in decine di OIV, senza peraltro dichiararli nelle domande circa gli avvisi pubblicati dalla pa (in un caso ho sentito parlare di 50!) e non ci sono controlli, ex ante ed ex post.

Secondo me, come già scritto in passato con documento AIV alla CiVIT del 2012 e in un paio di articoli su Il Sole 24 Ore, preso atto delle esigenze delle pa (minimo 10.000 componenti OIV) e il numero dei valutatori capaci (nell’ordine di poche centinaia), non è corretto anteporre l’esclusività di componente OIV a quello dell’efficacia del sistema. E’ necessario però permettere che chi segue più OIV lo faccia in modo serio, dedicandovi tempo, professionalità e perchè no, passione.

Per questo credo che sia importante mettere dei confini, delle collaborazioni numeriche che non possono essere superate. Evitiamo i casi “Mastrapasqua” negli OIV delle pa. 

In sintesi credo, da valutatore professionista, nonché manager pubblico, che con le seguenti regolette si possa tutelare il sistema evitando abusi:

  1. non è possibile essere componente OIV in più di un organismo ministeriale;

  2. non è possibile essere componente OIV in più di una regione;

  3. non è possibile essere componente OIV in più di un capoluogo di regione;

  4. coerentemente con i punti 1-2-3 è possibile essere componente in più OIV con il limite massimo di 5 (cinque).

Naturalmente il numero massimo del punto 4 può essere anche diverso e più o restrittivo, ma s’intendeva in questa sede solo proporre “il” limite consentito, oltre il quale è "vietato" andare (e da riportare nel punto 3.5 della Delibera CiVIT 12/2013 come punto n). Il problema, di cui ho anche relazionato all’Università di Milano-Bicocca (10.12 u.s. al DEMS), può essere risolto facilmente e, ora, dopo il caso Mastrapasqua, anche in tempi brevi.

Teniamo alto il livello professionale ed etico della valutazione nella pa!

Il fatto che il sistema di misurazione e valutazione della performance sia strutturato su due dimensioni (individuale e organizzativa) ne testimonia la connotazione di concetto complesso e multidimensionale: gli OIV, per primi, debbono contribuire con continuità a superare il semplice adempimento formale e a potenziare l’utilità sociale della valutazione.

 

*Giovanni Urbani, valutatore e manager pubblico

 

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