Contributo “I fattori decisivi di interazione con la rete” di G. Massolo
Ho molto apprezzato il saldo collegamento fra rete e innovazione, che emerge quale tema portante della strategia partecipativa di FORUM PA 2011. Per il Ministero degli Esteri, tradizionalmente “gestore di rete” (oltre 300 sedi all’estero fra Ambasciate, Consolati, Istituti di Cultura), è del resto indispensabile stimolare continui circuiti di confronto sulle scelte dell’Amministrazione: per adeguare costantemente su basi condivise, in termini tecnologici e di reingegnerizzazione dei processi, l’offerta di servizi alle attese di cittadini ed imprese. In tale prospettiva, dalla nostra esperienza continuiamo a vedere come decisivi alcuni fattori di interazione con la rete.
12 Novembre 2010
Giampiero Massolo
Ho molto apprezzato il saldo collegamento fra rete e innovazione, che emerge quale tema portante della strategia partecipativa di FORUM PA 2011. Per il Ministero degli Esteri, tradizionalmente “gestore di rete” (oltre 300 sedi all’estero fra Ambasciate, Consolati, Istituti di Cultura), è del resto indispensabile stimolare continui circuiti di confronto sulle scelte dell’Amministrazione: per adeguare costantemente su basi condivise, in termini tecnologici e di reingegnerizzazione dei processi, l’offerta di servizi alle attese di cittadini ed imprese.
In tale prospettiva, dalla nostra esperienza continuiamo a vedere come decisivi alcuni fattori di interazione con la rete.
- In primis, la formazione del personale. Non mi riferisco naturalmente solo a meri processi di apprendimento tecnico (pur necessari), ma ad occasioni di incontro che coinvolgano rete e personale nella “visione” e nella “missione” del Ministero, che favoriscano l’identificazione nei valori dell’Amministrazione, che in definitiva corroborino il “senso di appartenenza” all’Istituzione dell’operatore pubblico. Si tratta di percorsi complessi (anche se non necessariamente troppo costosi, almeno in termini di risorse finanziarie) che dovremmo veder attivati con sempre maggiore sistematicità e coerenza nella Pubblica Amministrazione italiana. E l’enfasi sul benessere organizzativo dei dipendenti è evidentemente una scelta strettamente connessa con questa impostazione: coinvolgere ampie fasce di personale nei processi produttivi, favorendo arricchimento e gratificazioni professionali di ciascun dipendente.
- Quindi un’appropriata strategia comunicativa interna ed esterna, che mantenga saldo il flusso informativo verso la rete e ne orienti con modalità omogenee (ma non rigidamente standardizzate) i messaggi da veicolare verso l’opinione pubblica. E’ anche questa un’esigenza che si viene oggi rafforzando, in ragione della difficoltà per l’operatore pubblico di decifrare l’ampio ventaglio di fonti – se non di vere e proprie pressioni, anche contrastanti fra loro – che egli è chiamato ad interpretare e cui deve rispondere, nelle scelte progettuali di fondo così come nella pratica quotidiana.
- Inoltre il decentramento decisionale, sinonimo della capacità stessa della rete di mantenere un adeguato dinamismo gestionale. Vedo qui una partita che si gioca proprio sull’innovazione: sia con il pieno sviluppo delle potenzialità informatiche (dall’informalità della posta elettronica a piattaforme telematiche ben più raffinate), sia con metodi di lavoro che valorizzino e diano visibilità a capacità e merito dei singoli (a qualunque livello), sia con un progressivo mutamento nella mentalità manageriale… Lo sviluppo di modelli di autonomia finanziaria della rete – che stiamo concretamente sperimentando alla Farnesina – ne rappresenta un ulteriore livello, quale modalità amministrativa che appare sempre più obbligata, a fronte di risorse decrescenti per la Pubblica Amministrazione.
- Le reti vanno poi razionalizzate (noi ci stiamo impegnando in questo senso nella rete diplomatico-consolare), ricalibrando su nuovi obiettivi e con un occhio alle economie di scala ed alla gestione efficiente delle risorse (“fare di più con meno”).
- In questo contesto, diamo maggior spazio alla “fantasia” delle nuove generazioni di pubblici dipendenti! Il progressivo invecchiamento della popolazione delle amministrazioni pubbliche tende purtroppo a perpetuare fenomeni di “ingessamento” della logica di rete; l’esperienza professionale, prezioso patrimonio da preservare e in qualche modo tramandare, non deve penalizzare la determinazione a far circolare idee, contenuti innovativi, proposte anche … dirompenti degli schemi burocratici esistenti!
- Naturalmente condivido pienamente l’esigenza di aprire la rete P.A all’esterno e di rafforzare le esperienze di “open governement” italiano. E l’approccio inclusivo di contributi e stimoli della società civile non andrebbe declinato solo in chiave di comunicazione e scambio (favorita evidentemente dall’innovazione tecnologica), ma anche di adeguamento delle strutture (al MAE, intorno alle “strategie di promozione Paese” all’estero di fatto abbiamo articolato il recente processo di riforma dell’Amministrazione centrale…). In parallelo, le reti della P.A. possono divenire importanti “collettori d’innovazione” sul territorio (per esempio, per Ambasciate e Consolati, sperimentazioni provenienti dalle PP.AA. dei principali Paesi partner, per poi contribuire alla loro diffusione in Italia).
- Infine, prepariamoci ad intercettare umori e fermenti che ci giungono da Internet, rete telematica per definizione. Dobbiamo imparare a leggere in filigrana messaggi, pareri, critiche ed anche apprezzamenti che alimentano oggi i c.d. “social network” (Facebook, Twitter, blog vari…), mettendo la rete della P.A. in condizioni di partecipare e reagire (prevenendo, tra l’altro, possibili attacchi alla “web reputation”).
Sono questi temi che il Ministero degli Esteri sta coltivando con convinzione e che vorremmo condividere con la platea di colleghi ed utenti proprio in occasione del FORUM PA.