Al Ministero della Difesa il più grande progetto italiano di migrazione a software open source

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Si chiama LibreDifesa e si pone l’obiettivo di
migrare circa 150mila postazioni a software libero LibreOffice per la
produttività individuale e adottare come standard dei documenti il formato
aperto Open Document Format, garantendo così interoperabilità, leggibilità nel
tempo e sicurezza nello scambio di documenti.

17 Febbraio 2016

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Sonia Montegiove*

Annunciato lo scorso settembre con la sottoscrizione da parte dell’ammiraglio Di Biase di un accordo con l’associazione LibreItalia che sostiene la comunità italiana di LibreOffice, il progetto di migrazione a software open source del Ministero della Difesa è il più grande d’Italia e il secondo d’Europa.

LibreDifesa, che coinvolgerà tutte le forze armate della Difesa italiana, sarà coordinato dal Generale Camillo Sileo, del Reparto Sistemi C4I e Trasformazione di Stato Maggiore della Difesa. Tra le principali motivazioni della decisione il risparmio economico in licenze, quantificabile in oltre dieci milioni di euro, e la possibilità di reinvestire le risorse in attività utili a migliorare la produttività degli uffici. Una scelta, insomma, che risponde al motto adottato dalla Difesa “Smart Defence”, ovvero fare di più con meno. Oltre al risparmio, LibreDifesa consente il rispetto della normativa, che impone per le Pubbliche Amministrazioni attraverso l’art. 68 del Codice di Amministrazione Digitale, l’obbligo di preferire software di tipo open source o in riuso rispetto a quello proprietario.

Nel progetto LibreDifesa si è cercata fin da subito interazione e collaborazione con la community italiana di LibreOffice e con altre Pubbliche Amministrazioni che hanno fatto la stessa scelta, al fine di condividere e quindi riusare buone pratiche e materiali da poter adottare, migliorare per poi ricondividere, contribuendo così all’ottimizzazione delle risorse economiche e umane della PA.

Grazie all’accordo siglato con LibreItalia, la Difesa ha potuto organizzare a costo zero, con il contributo volontario dell’associazione onlus, dei corsi di formazione per formatori, referenti informatici e tecnici specializzati in LibreOffice: una squadra di esperti in grado di affiancare i colleghi supportandoli durante la fase di passaggio da Office a LibreOffice. Dalla collaborazione tra Scuola delle Trasmissioni e Informatica dell’Esercito (SCUTI) e LibreItalia nascerà anche un corso e-learning su LibreOffice base e uno finalizzato al conseguimento della Patente Europea del Computer (ECDL) su software libero, rilasciati in licenza copyleft al fine di consentirne il riuso ad altre Pubbliche Amministrazioni e scuole.

Le attività di migrazione – che seguono il protocollo suggerito dalla fondazione indipendente The Document Foundation che gestisce il progetto LibreOffice – stanno procedendo regolarmente e dopo l’analisi preliminare, la comunicazione del progetto ai soggetti coinvolti e la formazione dei formatori interni si sta ora procedendo con l’installazione di LibreOffice presso i primi Enti pilota individuati.

LibreDifesa porta, anche attraverso attività di comunicazione e condivisione del progetto, un forte messaggio di attenzione alla legalità, al risparmio e all’etica. La stretta collaborazione con la comunità LibreOffice, la valorizzazione della contribuzione volontaria messa in campo dall’associazione LibreItalia, la trasparenza del progetto e la volontà di rilasciare materiali in riuso a favore della collettività costituiranno un esempio prezioso per altre PA, non solo italiane.

*Sonia Montegiove è la presidente di LibreItalia

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