Wi-fi esperienze pubbliche a confronto

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"Noi della  Provincia di Roma – ci spiega Francesco Loriga* – abbiamo organizzato l’incontro tematico " Wi-fi esperienze pubbliche a confronto" all’interno dell’IGF Italia 2010 perché ci è sembrato il contesto naturale per presentare il progetto Free Italia wi-fi”. Perché? "Innanzitutto perché il wi –fi pubblico è uno strumento che, in questo momento, soprattutto le amministrazioni locali hanno a disposizione nella lotta contro il divide digitale sia culturale che infrastutturale. Prova ne è il fatto che sempre più amministrazioni lo stanno promuovendo. Poi, perché l’idea alla base del progetto è di partire dalle esperienze già presenti e di diffonderle, migliorandole progressivamente attraverso la community che è la vera forza di un progetto che, come il nostro, si ispira alla filosofia “open”.

7 Dicembre 2010

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Chiara Buongiovanni

Articolo FPA

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"Noi della  Provincia di Roma – ci spiega Francesco Loriga* – abbiamo organizzato l’incontro tematico " Wi-fi esperienze pubbliche a confronto" all’interno dell’IGF Italia 2010 perché ci è sembrato il contesto naturale per presentare il progetto Free Italia wi-fi”. Perché? "Innanzitutto perché il wi –fi pubblico è uno strumento che, in questo momento, soprattutto le amministrazioni locali hanno a disposizione nella lotta contro il divide digitale sia culturale che infrastutturale. Prova ne è il fatto che sempre più amministrazioni lo stanno promuovendo. Poi, perché l’idea alla base del progetto è di partire dalle esperienze già presenti e di diffonderle, migliorandole progressivamente attraverso la community che è la vera forza di un progetto che, come il nostro, si ispira alla filosofia “open”.

Soluzioni per il wi-fi libero. Da Roma in tutta Italia
Francesco Loriga ci ha presentato in breve le due linee di azione, al centro dell’incontro del 30 novembre, su cui si sta muovendo Provincia di Roma, in collaborazione con un numero crescente di amministrazioni ed enti territoriali per costruire una rete wi-fi pubblica e gratuita su territorio nazionale, “senza aspettare bandi e grandi finanziamenti, ma lavorando dal basso, con quello che già si ha”.

Free Italia Wi-Fi ha l’obiettivo di creare una federazione nazionale delle reti wi-fi pubbliche già esistenti, sfruttando la possibilità di interconnettere i sistemi di autenticazione, per permettere a ogni utente registrato l’accesso a tutte le reti federate con le stesse credenziali (user id e password).  Su questo fronte, la Provincia di Roma ha avviato un progetto sperimentale di collaborazione con il Comune di Venezia e la Regione Sardegna (con cui è già stato firmato un Protocollo), mentre hanno manifestato il loro interesse le Province di Torino, Firenze, Potenza, Pesaro e Prato.
"Mentre crescono le manifestazioni di interesse dalle amministrazioni – spiega Loriga – abbiamo messo su un gruppo tecnico che sta studiando approfonditamente la questione dell’identità federata, che è evidentemente un nodo cruciale”.
“Oltre al progetto Free Italia Wi-Fi – continua – abbiamo presentato il Kit Open Source (progetto Open WiP) per la realizzazione di reti pubbliche wi-fi, sviluppato da Provincia di Roma e Caspur, e reso disponibile, mediante licenze Open Source e Creative Commons, alle Amministrazioni e ai soggetti interessati che potranno utilizzarlo gratuitamente e potranno collaborare al miglioramento e all’evoluzione dei software e delle architetture utilizzate".

Kit Open Source per il wi-fi, interessante…
“Si, a noi sembra una proposta decisamente interessante per le amministrazioni che vogliono mettere in piedi una rete wi-fi ma ancora non hanno niente.  Di fatto prendiamo il nostro software, tutto open source, che nel tempo abbiamo ovviamente modificato, migliorato e adattato alle nostre esigenze e lo mettiamo a disposizione di tutti.  Stiamo ultimando il lavoro diciamo così di “documentazione” e manualistica per facilitare le amministrazioni interessate alla soluzione. Il punto di forza è questo: c’è un software che le amministrazioni possono non solo prendere gratuitamente, ma migliorare e restituire migliore di prima alla comunità di uso".

Il valore, nel tempo, è nella comunità d’uso?
“Chiaro. Quello che ci aspettiamo è che, appunto, questa comunità di uso –  che può essere fatta da amministrazioni diverse – faccia in modo che il software migliori costantemente.Qui c’è il valore dell’open source".  ”A questo proposito – specifica –  si deve tenere in considerazione che il valore dell’open source è eccezionale …quando funziona. E che per funzionare l’open source ha bisogno di una comunità di uso. Per i progetti open source c’è bisogno che ci siano più utenti che utilizzano quel dato software.  Nel nostro caso, ad esempio, siamo gia in due, noi e Regione Sardegna. Così, Regione Sardegna, che è arrivata dopo di noi , ha preso il nostro software e lo ha migliorato in alcuni moduli.  Noi, successivamente, abbiamo sostituito un vecchio modulo con uno modificato da Regione Sardegna, perché era migliore. L’idea è proprio questa: chiunque arriva dopo prende tutto quello che gia c’è, magari ne migliora un pezzettino e lo rende disponibile a tutti gli altri”.

Cosa è venuto fuori dall’incontro "Wi-fi esperienze pubbliche a confronto?
Una cosa che mi ha colpito molto positivamente è che su una lettera del presidente della Provincia di Roma di invito all’incontro per la presentazione del progetto, partita una settimana prima, sono arrivate tantissime manifestazioni di interesse da amministrazioni, soprattutto provinciali ma non solo, da tutta Italia.  E’ decisamente un ottimo segno: una progettualità che parte dalle amministrazioni sui territori, che decidono di federarsi attorno un progetto comune, in maniera autonoma e non in risposta a bandi di e-gov o a promesse di finanziamenti. Questa è un punto importante, che dovrebbe far riflettere anche sulle modalità di finanziamento dell’innovazione da parte del governo nazionale.
Un altro punto emerso è che sull’emergenza digital divide le amministrazioni locali si stanno muovendo più delle altre, anche se con risultati di diversa efficacia. Ma rimane il dato che c’è una divisione netta tra amministrazioni locali e enti territoriali, regioni comprese e il governo nazionale, in relazione all’impegno profuso nella lotta al digital divide.
Ancora su questo, vorrei sottolineare che l’impegno al digital divide da parte delle amministrazioni locali in risposta ad un impegno insufficiente da parte del governo centrale è assolutamente bipartisan, prescindendo dallo schieramento politico degli amministratori. In questo la nostra iniziativa è emblematica.

Il livello provinciale è idoneo più di altri a questo tipo di azioni?
Nel TUEL non c’è scritto che le Province si debbano occupare di digital divide, probabilmente anche perché quando è stato scritto il digital divide non era ancora un tema molto chiaro. In molti casi si sono attivate le Regioni che effettivamente hanno funzioni  e finanziamenti in cui può essere fatta rientrare la lotta al digital divide. E’ un dato di fatto che dove le Regioni sono un po’ più indietro, le Province stanno cercando di prendere questo ruolo. Il risultato è che molte Province italiane sono attive nella lotta al digital divide. Va assolutamente sottolineata l’apertura totale alla collaborazione interistituzionale e interterritoriale di iniziative di lotta al digital divide come quella di cui ci siamo fatti promotori. Forse non è un caso che abbiamo a firmare il Protocollo siano stati una Regione, una Provincia e un Comune di diverse aree geografiche d’Italia, anche se chiaramente non è stata una circostanza ricercata. Rimane l’evidenza che gli enti locali sono quelli che si stanno occupando della questione.

Dunque, cosa succede adesso?
Lavoriamo da subito sui due punti seguenti:

  •  federazione di reti. Stiamo mettendo insieme tutte le adesioni che ci sono arrivate. L’aspetto prioritario è rendere possibile per gli utenti spostarsi da una rete all’altra con un’ “identità” digitale federata e senza complicazioni.
  • open source per il wi-fi Da una parte stiamo lavorando per documentare nel miglior modo possibile il progetto e renderlo più accessibile, dall’altra lo stiamo già "dando" alle amministrazioni provinciali che l’hanno richiesto. Lavoriamo per costruire dal basso una comunità di uso il più estesa possibile tra le amministrazioni locali.

*Francesco Loriga è Dirigente Sistemi informativi, Reti e Innovazione Tecnologica della Provincia di Roma

 

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