e-Gov per le imprese, una strada ancora in salita
A tre anni dalla prima edizione Retecamere, società delle Camere di commercio per i progetti e i servizi integrati, ha presentato il 10 luglio scorso il 2° Rapporto e-Gov.Impresa, con il quale si è voluto fare il punto sul numero e la qualità dei servizi on line messi a disposizione delle imprese dalla pubblica amministrazione italiana, cercando anche di tracciare strategie di miglioramento attraverso un confronto internazionale.
17 Luglio 2008
A tre anni dalla prima edizione Retecamere, società delle Camere di commercio per i progetti e i servizi integrati, ha presentato il 10 luglio scorso il 2° Rapporto e-Gov.Impresa, con il quale si è voluto fare il punto sul numero e la qualità dei servizi on line messi a disposizione delle imprese dalla pubblica amministrazione italiana, cercando anche di tracciare strategie di miglioramento attraverso un confronto internazionale.
Oggetto dell’indagine, 2.214 enti pubblici, che coprono tutto lo spettro della Pa, da quella centrale fino ai Comuni (esaminati quelli con più di 10mila abitanti), passando per Regioni, Province, Comunità Montane, ma anche Aziende Sanitarie Locali, Camere di commercio e principali enti pubblici centrali e locali. In pratica, tutti i soggetti censiti all’interno del portale impresa.gov; per questo nel Rapporto i vari enti sono stati messi a confronto secondo tre tipologie di servizio, corrispondenti proprio alle tre macroaree in cui è articolato il portale: informazioni, moduli e servizi on line.
Da una prima occhiata ai risultati del Rapporto si potrebbe essere ottimisti sullo stato di salute dell’e-Gov in Italia: i dati parlano, infatti, di un incremento del 53% dei servizi offerti dalle amministrazioni, rispetto al biennio 2005/2006. Il quadro si fa, però, meno roseo se si va ad analizzare la tipologia di questi stessi servizi: nel 69,3% dei casi si tratta esclusivamente di contenuti informativi (soprattutto obblighi e adempimenti amministrativi, fiscali e previdenziali); per il 38% si tratta di modulistica e solo per un 1,7% di servizi on line in senso stretto, ovvero tutti quei servizi transattivi, fruibili completamente via web grazie alle direttive della CNS – Carta Nazionale dei Servizi – e la firma digitale. Proprio l’aspetto più innovativo, insomma, risulta essere quello meno potenziato: la pubblica amministrazione, pur dedicando una maggiore attenzione alle tecnologie digitali, non è ancora in grado di sfruttare pienamente le reali potenzialità del mezzo.
Ancora notevole, inoltre, appare la disparità di partecipazione all’e-Government tra Nord e Sud Italia: le percentuali dei contributi offerti si attestano al 58,7% sul totale per il Nord, al 26% per il Centro e al 15,4% per il Sud.
Se si va poi ad analizzare quali siano gli enti più “attivi” nei servizi e-Gov per le imprese, è il Sistema camerale a guidare la classifica: su un totale di 27.179 contributi presenti sul portale, la percentuale di sua pertinenza è infatti del 31,6% (43,8% sul totale dei contenuti informativi, 13,1% sulla modulistica e 11,1% sui servizi on line).
A seguire vengono Comuni ed enti comunali, con il 41,8% sul totale delle risorse sul portale, Province ed enti provinciali con il 9,5%, Regioni ed enti regionali con il 5,1%. Chiude la Pa centrale, con il 4,9% sulla documentazione totale. La categoria Altri – che raggruppa Comunità montane, Aziende Sanitarie Locali, Università e Centri di ricerca, Agenzie locali di sviluppo – contribuisce con il 7,1% al totale dei documenti.
Un altro elemento di criticità che emerge dal Rapporto è la frequente ripetizione di moduli e servizi on line forniti, nella stessa versione, da più Comuni. Per fare qualche esempio, nella modulistica si ripetono ben 429 volte i contributi relativi alla DIA per l’edilizia, 358 volte i permessi di costruzione e 351 volte la dichiarazione ICI, fino alle 107 ripetizioni delle comunicazioni di vendita delle medie e grandi strutture. Una frammentazione e una ridondanza che male si conciliano con il principio di semplificazione e che si potrebbero evitare concentrando l’erogazione di numerosi moduli e servizi su un unico ente centrale.
Infine, uno sguardo oltre confine. Dal confronto internazionale emerge un dato interessante: solo il 50% delle nostre attività imprenditoriali sfrutta i servizi transattivi. Un numero ancora esiguo; tanto per fare un esempio, in Finlandia si parla di una percentuale del 78%. Insomma, anche le imprese devono ancora fare il salto di qualità necessario per sfruttare pienamente le potenzialità del web.
Un’occasione per discutere e confrontarsi su questi temi, utilizzando i nuovi strumenti di social networking, sarà offerta, a partire da settembre, da un ‘Innovation Forum’ realizzato da Luiss Research Network, Retecamere e Nova Il Sole 24 ORE. Una community per lanciare una nuova stagione di e-Government nel Paese, a cui potranno partecipare operatori pubblici e privati.
Per saperne di più, scarica l’executive summary del rapporto “e-Gov.Impresa” o leggi il rapporto completo.