Le competenze comunicative del dirigente scolastico
La necessità per il dirigente scolastico di avere competenze adeguate sul versante della comunicazione interna ed esterna è spesso sottovalutata. Ecco perché invece bisogna porle in primo piano
14 Ottobre 2016
Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione
La necessità per il dirigente scolastico di avere competenze adeguate sul versante della comunicazione interna ed esterna è spesso sottovalutata. Bisogna invece porle in primo piano, poiché sono la base per attuare anche all’interno dell’ambito scolastico i principi base dell’amministrazione aperta, in termini di trasparenza, partecipazione, collaborazione e accountability (dar conto delle proprie decisioni e dei risultati della propria azione).
Poiché questi principi sono essenziali per tutte le amministrazioni e ancor di più per la scuola, che a questi stessi principi dovrebbe educare i nuovi cittadini, è necessario che la loro attuazione non passi attraverso la logica dell’adempimento, ma sia chiaramente all’interno del perseguimento della mission principale. E quindi è necessario che siano sviluppate le competenze essenziali da parte del dirigente scolastico.
In particolare, le competenze di comunicazione dovrebbero essere sviluppate:
- sulla comunicazione interna, per favorire la partecipazione attiva dei docenti e del personale amministrativo, in una logica di condivisione dell’obiettivo comune rispetto alle iniziative portate avanti dalla singola scuola;
- sulla comunicazione esterna, per favorire il contributo delle famiglie e dei diversi attori esterni (es. enti, associazioni), in base ad una logica di apertura anche in termini di progetti che si realizzano sul territorio;
- sulla comunicazione e l’apertura dei dati, sia in una logica di trasparenza ma anche di possibili servizi realizzabili per migliorare l’offerta complessiva a supporto delle attività scolastiche;
- sulla rendicontazione sociale, in nome proprio di quel principio del “dare conto”, elemento essenziale per l’instaurazione di un rapporto di fiducia e collaborazione, e che però si basa su processi interni chiari e ben governati.
Le competenze che si richiedono al dirigente scolastico sono, in questo senso, più elevate di quelle che deve possedere un qualsiasi manager di un’organizzazione pubblica che basa la sua mission sul servizio diretto agli utenti. Perché si tratta di costruire una community che si forma attraverso le modalità di lavoro e quindi anche di comunicazione. La comunità scolastica, infatti, ha la particolarità di poter trasmettere valori e metodi solo se ne è completamente permeata e se il suo modello di funzionamento li interpreta completamente.
Per questa ragione l’approccio alla comunicazione è bene che sia strutturato e basato su una profonda analisi del contesto territoriale (come richiede anche il Rapporto di Autovalutazione) e la programmazione conseguente della comunicazione sia definita in modo da cogliere le caratteristiche essenziali che possano renderla quanto più efficace possibile, in termini soprattutto di individuazione degli attori, dei contenuti, dei canali e degli strumenti comunicativi. Così da approdare ad un vero e proprio piano di comunicazione, misurabile negli obiettivi e negli interventi previsti.
La chiave, naturalmente, è di far sì che il piano comunicativo sia strettamente coerente con il piano di attuazione del PNSD nella scuola specifica, così da utilizzare le tecnologie digitali (e gli strumenti di base come sito web, social network, posta elettronica) in modo coerente con quanto si intende applicare nella didattica quotidiana e nei progetti in cui sono coinvolti gli allievi. E per far questo, la consapevolezza digitale diventa fondamentale.