L’Agenda digitale si può fare se… Un contributo concreto, anzi 4, a #FPA2015

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Le aree di impatto su cui si misura l’innovazione digitale sono le stesse su cui lavora chi si occupa di economia: occupazione, produttività, competitività internazionale, ecosistema startup. L’Agenda Digitale è dunque una riforma strutturale che va al di là del digitale puro e che non riguarda solo la PA o singoli comparti del Paese, ma l’intera nazione. Di lamentele sui ritardi e le inefficienze sull’attuazione dell’Agenda ne abbiamo sentite e lette moltissime, ora è il caso di provare a proporre qualche soluzione. Ci proviamo riprendendo l’hashtag di #FPA2015 #sipuòfarese ed il contributo degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in particolare con Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio Agenda Digitale.

7 Maggio 2015

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Tommaso Del Lungo

Le aree di impatto su cui si misura l’innovazione digitale sono le stesse su cui lavora chi si occupa di economia: occupazione, produttività, competitività internazionale, ecosistema startup. L’Agenda Digitale è dunque una riforma strutturale che va al di là del digitale puro e che non riguarda solo la PA o singoli comparti del Paese, ma l’intera nazione. Di lamentele sui ritardi e le inefficienze sull’attuazione dell’Agenda ne abbiamo sentite e lette moltissime, ora è il caso di provare a proporre qualche soluzione. Ci proviamo riprendendo l’hashtag di #FPA2015 #sipuòfarese ed il contributo degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in particolare con Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio Agenda Digitale.

Il rapporto dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano pubblicato lo scorso settembre bacchettava duramente il Governo e le strutture tecniche di supporto all’attuazione dell’Agenda Digitale Nazionale che non erano state in grado di proporre e supportare una corretta strategia, facendo perdere posizioni al Paese in tutte le principali classifiche internazionali.
In questi 9 mesi però forse qualcosa è cambiato, in particolare il piano crescita digitale ed il piano sulla banda ultralarga si propongono proprio l’ambizioso compito di far risalire all’Italia i ranking di competitività europei e mondiali. In vista dell’evento centrale di FORUM PA, organizzato proprio in collaborazione con l’Osservatorio Agenda Digitale, abbiamo provato a fare il punto con Alessandro Perego, responsabile scientifico.

“Devo dire che questi nove mesi sono stati abbastanza centrali per il tema delle politiche di innovazione digitale – spiega Alessandro Perego – Il documento Strategia italiana per la Crescita digitale è un passo in avanti importante perché esplicita la situazione e prova a tracciare una strategia. Il punto è che quello stesso documento è ancora debole, e fa emergere alcune lacune importanti nella strategia proposta, primo fra tutti la mancanza di un sistema di misura: alcune aree presentano degli indicatori, mentre altre no offrendo un quadro frammentato, e non è chiaro il collegamento tra le misure e il fabbisogno finanziario. Dove troviamo i soldi non è certo un problema da tralasciare all’interno di una strategia nazionale.”

A questo va aggiunto il problema (ormai noto) di una governance poco chiara e certamente debole cioè senza una figura di riferimento forte all’interno del governo che abbia piena responsabilità dell’attuazione e che faccia da vertice della linea di controllo e di responsabilità che arrivi fino all’AgID come struttura più tecnica di coordinamento e di attuazione. “Tuttavia – continua Perego – anche questo è un elemento su cui abbiamo fatto dei passi in avanti, se non altro quello che il documento crescita digitale dice chiaramente che questo è uno degli elementi chiave su cui lavorare”

I “pezzi” positivi dell’attuale agenda

Altro elemento che secondo Perego e gli Osservatori Digital Innovation è da valutare positivamente in questi ultimi nove mesi, è rappresentato dai “Pezzi del Paese che si stanno muovendo in maniera corretta”. Tra essi certamente la finalizzazione di molti progetti nati nel periodo di Caio: fatturazione elettronica, spid, anagrafe unica della popolazione, ma anche il lavoro di coordinamento per realizzare una struttura di coesione delle Agende digitali regionali portato avanti da Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana e Umbria. “Sono sicuramente tutti tasselli importanti che vanno nella direzione giusta, ma ovviamente non riusciranno mai a fare sistema in assenza di un vertice che definisca la strategia complessiva.”

Uno, anzi quattro contributi concreti

“Tuttavia se ci limitassimo a queste considerazioni il nostro non sarebbe un contributo né utile né costruttivo. In questi mesi all’interno dell’Osservatorio abbiamo lavorato su quattro temi. Quattro contributi di conoscenza che pensiamo di poter dare a chi prenderà in mano l’impostazione dell’agenda digitale”. E la prossima occasione per presentarli sarà il prossimo FORUM PA 2015, in particolare il 27 maggio mattina nel corso dell’evento “Il Piano di Crescita digitale”.

I quattro contributi dell’Osservatorio Agenda Digitale Perego ce li illustra così:

1.     Finanziamento all’agenda digitale: abbiamo ragionato su quali sono le fonti di finanziamento pubblico a livello europeo e nazionale, quanto valgono e quale è la stima del finanziamento disponibile nei prossimi cinque anni. Poi abbiamo incrociato questi dati con gli strumenti a disposizione dalla PA per accedere a quelle fonti di finanziamento in combinazione anche con fondi di natura privata.

2.     Modelli innovativi di procurement pubblico: il modo con cui la PA compra ICT è inadeguato a favorire lo sviluppo di innovazione, quindi occorrono modelli che superino la logica del massimo ribasso di prezzo e siano capaci di coinvolgere correttamente il privato in un progetto innovativo. In questo senso la nostra analisi prende in considerazione gli strumenti di procurement già contemplati dalla normativa e, quindi, già disponibili per le amministrazioni che li vogliano mettere in pratica.

3.     Misura dell’attuazione dell’agenda digitale: stiamo lavorando all’elaborazione di un sistema di indicatori coerente col modo con cui veniamo giudicati e misurati dall’Europa. Un sistema che possa essere incorporato in una nuova versione del documento “Strategia”.

4.     Verifica della coerenza tra le agende digitali regionali e il documento di Strategia nazionale: stiamo cercando di sviluppare questo tema in collaborazione con le strutture di coordinamento a livello regionale che si stanno costituendo spontaneamente. Tra i documenti Agende digitali regionali c’è, infatti, una forte eterogeneità, sia in termini di ampiezza che di profondità.

 

“Un quadro ambizioso, ma coerente – conclude Alessandro Perego – che saremo lieti di presentare all’AgID, ai referenti della politica nazionale e regionale e a tutti coloro che vorranno intervenire il prossimo 27 maggio a FORUM PA 2015”.

L’appuntamento quindi è con “Il Piano di Crescita digitale”, mercoledì 27 maggio alle ore 10.00 a #FPA2015. E’ possibile iscriversi fin da ora.

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