Perché in Italia il bollettino è più forte della moneta elettronica
Nonostante permetta di risparmiare significativamente, la domiciliazione (addebito diretto preautorizzato) è poco sviluppata nel nostro paese; eppure è anch’essa fondamentale nella guerra al contante e la sua diffusione merita di entrare nelle iniziative a livello paese. Ecco una fotografia della situazione italiana
25 Luglio 2016
Giorgio Porazzi
Osservando le rilevazioni statistiche BCE (ottobre 2015) risulta evidente il divario che separa il nostro paese dalla media europea nell’uso delle carte di pagamento. Gli italiani effettuano circa 40 transazioni di pagamento all’anno contro una media europea di circa 100 transazioni. Un cittadino europeo effettua quindi in media 2,5 transazioni per ogni transazione effettuata da un italiano.
Il dato è ben noto e oggetto di attenzione da parte degli operatori del settore, degli enti accademici, delle istituzioni nonché della politica; meno transazioni elettroniche implicano un maggior uso del contante con tutte le problematiche di elusione, evasione e efficienza correlate. Ma le statistiche BCE evidenziano anche un ulteriore dato che è meno oggetto di attenzioni, ma non meno significativo agli stessi fini di contrasto all’uso del contante.
Parliamo delle domiciliazioni, ovvero delle transazioni catalogate come “direct debit”. Sempre con riferimento alle rilevazioni statistiche BCE di ottobre 2015, in ambito direct debit gli italiani hanno contabilizzato 10 transazioni di direct debit contro una media europea di oltre 40. Un cittadino europeo contabilizza quindi in media 4 transazioni di direct debit per ogni contabilizzazione in carico ad un italiano.
Le statistiche indicano quindi un comportamento addirittura peggio che nell’uso delle carte di pagamento. Confrontando a titolo di esempio il dato nostro con quello della Germania risulta oltremodo evidente tale anomalia di comportamento. Se in ambito carte di pagamento Italia e Germania sono addirittura livellati (38 vs 40) analizzando il direct debit vediamo che alle 10 contabilizzazioni direct debit di un italiano corrispondono 105 contabilizzazioni di un cittadino tedesco.
Acqua, energia elettrica, gas, telefonia, televisione sono solo alcuni delle utilities di cui riceviamo i bollettini e che ci portano al rispetto di scadenze mensili obbligandoci al pagamento, per lo più in contanti, con aggravi in media di circa due euro a bollettino portando il conto annuale finale non distante da circa 100 euro a famiglia che, moltiplicato per il numero di famiglie italiane (i dati Istat riportano circa 26 milioni di famiglie) costano complessivamente alle famiglie oltre due miliardi e mezzo di euro.
Un bel risparmio che potrebbe essere utilizzato diversamente, a livello famiglia e a livello paese. Ma perché non domiciliamo su conto bancario, postale o su carta di credito queste utilities? Comportamenti culturali, scarsa informazione, diffidenza e difficoltà operative ma soprattutto, a mio modo di vedere, una impostazione sistemica orientata a facilitare il pagamento anziché a semplificare il processo di domiciliazione.
Gli operatori di mercato dei pagamenti si sono sviluppati proprio in quest’ottica: rendere capillare i servizi di pagamento dei bollettini. E’ pertanto necessario lo sviluppo di servizi e funzionalità che permettano di domiciliare per sempre tali scadenze, con una operazione analoga al pagamento di un bollettino, e non richiedere invece compilazioni di moduli da presentare a mano.
Come per le azioni in corso sui pagamenti, è anche auspicabile una azione sistemica mirata alla informazione ed alla sensibilizzazione. Sarebbe in linea con gli obiettivi paese di digitalizzazione ed efficace nel fornire rapidi risparmi. Forse, come consumatori, vogliamo controllare la correttezza di un bollettino prima del pagamento per mancanza di fiducia sulla correttezza e temiamo di non recuperare delle somme impropriamente addebitate.
Ma, non è così; ogni bolletta, ancorché domiciliata, può essere bloccata nel pagamento entro il giorno precedente a quello di regolamento e per ogni addebito derivante dalla domiciliazione, abbiamo comunque otto settimane di tempo (normativa comunitaria) per contestare errori significativi e quindi ottenere lo storno dell’operazione.
In definitiva otterremmo risparmio, nessuna dimenticanza delle scadenze e la restituzione delle cauzioni che, in sua assenza, paghiamo per garantirci il servizio. Meno bollettini da pagare implicherebbe inoltre una riduzione anche dei consumi di carta risultando ecologicamente apprezzabile. E, non dimentichiamo, si farebbe guerra al contante in ottica preventiva. In definitiva: pagare le bollette è curativo, domiciliare è preventivo.