Soluzioni intelligenti per la mobilità
Lo scorso 25 Maggio durante il FORUM PA 2007 si è svolta la conferenza dal titolo "Congestion charge e Tecnologie ICT Politiche, infrastrutture e soluzioni intelligenti per Città senza traffico" organizzato in collaborazione con Vision&Value.
5 Luglio 2007
Lo scorso 25 Maggio durante il FORUM PA 2007 si è svolta la conferenza dal titolo "Congestion charge e Tecnologie ICT Politiche, infrastrutture e soluzioni intelligenti per Città senza traffico" organizzato in collaborazione con Vision&Value. La conferenza è stata un’occasione per approfondire alcune delle questioni più interessanti relative alla domanda e offerta di mobilità nonché un momento di confronto tra i principali attori in gioco nel sistema dei trasporti e del traffico urbano (policy makers, produttori di tecnologie, esperti di settore, studiosi).
Traffico, non solo un’emergenza ambientale
Sempre più spesso gli amministratori locali sono costretti a prendere provvedimenti "straordinari" per porre rimedio alle emergenze ambientali causate dal traffico. Blocco della circolazione e targhe alterne sono due esempi lampanti di questo modo di fare che – a detta di tutti – non rappresenta una soluzione al problema, ma solo un escamotage per ridurre gli effetti più evidenti come il livello delle polveri sottili nell’aria. Raramente, invece, ci si riferisce al traffico come un problema di tipo economico. Poco o nulla si sa dei 14 miliardi di ore che gli italiani "bruciano" annualmente incolonnati in ingorghi di varie dimensioni sulla rete stradale delle nostre metropoli (circa 40 minuti al giorno in media ad abitante).
Senza contare poi il discorso dell’equità delle varie misure adottate, dato che chi ha la possibilità di acquistare una macchina catalitica è sicuramente avvantaggiato rispetto a chi questa possibilità non ce l’ha, così come chi possiede più di una macchina ha maggiore probabilità di avere sia una targa pari che una dispari e di poter utilizzare l’auto anche con il vincolo delle targhe alterne. Focalizzare l’attenzione su questo argomento era esattamente lo scopo dell’incontro del 25 maggio scorso, oltre a quello di mostrare e valorizzare il ruolo che le tecnologie potrebbero avere nell’individuare soluzioni più efficaci, sostenibili nel tempo ed eque.
Cause e rimedi
La soluzione non può più essere quella tradizionale: inefficiente quasi dappertutto appare la costruzione di nuove strade e troppo scarse le risorse a disposizione del rafforzamento del servizio pubblico. Il cuore del problema che va affrontato in maniera drastica è il modello comportamentale degli abitanti delle città che considerano le automobili come il mezzo più comodo per muoversi, utilizzandole con un tasso di inefficienza elevatissimo: il 90% degli spostamenti in auto si concentra nel 15% del tempo e sull’11% della rete viaria disponibile. Inoltre solo il 22% dello spazio interno di un automobile è utilizzato da passeggeri ed ogni veicolo rimane parcheggiato per il 95% della sua vita media. Eliminando questi fattori di inefficienza la produttività del sistema aumenterebbe di alcuni ordini di grandezza.
Come la maggior parte dei problemi di inefficienza la chiave sta nella quantità e, soprattutto, nella qualità dell’informazione a disposizione, fondamentale per avere una visione globale del problema. Non abbiamo – come automobilisti, utilizzatori del servizio pubblico, gestori del sistema – sufficienti informazioni e se le abbiamo esse sono confuse, non facili da gestire, non utili per effettuare decisioni. È per questo motivo che la soluzione può essere quella di un uso strategico e integrato delle tecnologie.
Congestion charge: la proposta Vision&Value
Durante il convegno è stata anche presentata la nota di Vision & Value sugli strumenti a disposizione dei decisori per affrontare la situazione della mobilità urbana, partendo dalla ricostruzione dei costi che il sistema dei trasporti genera per un Paese. L’analisi è così strutturata:
1 – I costi esterni della mobilità urbana in Italia sono più che significativi e arrivano a superare i 113 miliardi di euro l’anno – oltre il 10% del PIL – determinati da costi di tempo perso, emissioni, sicurezza e spazio.
2 – Il tempo perso costituisce il maggior costo pesando per oltre 40 miliardi di euro l’anno.
3 – Il traffico, inoltre, rappresenta uno dei fattori che maggiormente penalizzano la capacità di attrazione delle grandi città.
4 – Molte delle soluzioni tradizionali appaiono sempre meno efficaci e si presentano, comunque, come rimedi per arginare i danni e non come soluzioni al problema.
5 – Gran parte dei problemi è, infatti, causato da un utilizzo poco efficiente dell’automobile che non viene risolto dalle soluzioni tradizionalmente attuate.
6 – Viene dato poco risalto alla quantità e alla qualità dell’informazione tanto degli automobilisti, quanto di chi è chiamato a decidere.
7 – avendo a disposizione informazione di qualità si potrebbe arrivare alla creazione di un mercato in cui spazio e domanda di spostamento si incontrino nell’individuazione di un "prezzo".
Una congestion charge, un prezzo o pedaggio, che si può presentare sotto molti aspetti, alcuni già sperimentati con successo anche in Italia come le ZTL, o i parcheggi a pagamento, ed altri che invece potrebbero essere implementati sfruttando le nuove tecnologie.
Uno sguardo Oltremanica
A Londra grazie alle condizioni climatiche, al contrario che nel nostro Paese, a generare maggiori preoccupazioni non è mai stato l’inquinamento, quanto la congestione. Nel 2003 il sindaco Ken Livingstone ha coraggiosamente introdotto un sistema di tariffazione per l’uso delle strade pubbliche: la cosiddetta Congestion Charge. A partire dalle 7 e fino alle 18.30 dei giorni lavorativi, tutti i veicoli privati (con rare eccezioni, tra cui i motocicli) sono tenuti al pagamento di una tassa di 5 sterline (circa 7,50 euro) per entrare nel centro della capitale inglese. Una vasta rete di telecamere poste a ogni punto di ingresso della zona a traffico limitato legge i numeri di targa delle auto e li confronta automaticamente con il database dei paganti, identificando i trasgressori. I risultati sono stato così efficaci che nel 2005 latassa è salita a 8 sterline e a febbraio scorso la zona "vincolara è stata estesa ulteriormente. L’equità della "tassa" sta nel fatto che il denaro raccolto viene utilizzato per interventi sulla mobilità pubblica, cioè viene speso a favore di coloro che hanno rinunciato a prendere l’auto.
Da noi in Italia alcune amministrazioni hanno provato ad avviare iniziative di questo genere scontrandosi però con forti resistenze da parte di tutte le categorie. Il caso di Milano rimane emblematico ed anche altre città come Torino si sono trovate costrette a accantonare l’idea e ad individuare soluzioni alternative.
Car-sharing a Torino
L’amministarzione comunale di Torino ad esempio ha messo in campo una serie di azioni diversificate per rispondere alle esigenze di traffico "Il nodo – ci ha spigato l’Assessore alla mobilità Maria Grazia Sestero – consiste nel far cambiare abitudine alla gente. Se, infatti, da una parte è vero che l’unico rimedio è il trasporto pubblico, è altrettanto vero che non basta potenziare solo quello, occorre modificare il comportamento e fornire soluzioni che offrano sul piatto della bilancia più vantaggi che svantaggi. Ovviamente essendo i comportamenti variegati, le soluzioni devono anche esse essere altrettanto variegate. Benvengano, dunque, tutte le idee e le soluzioni orientate in questa direzione, dalle piste ciclabili alle navette elettriche che collegano i parcheggi periferici al centro città fino al car-sharing". Torino è stata, infatti, una delle prime città italiane a collaborare con la ICS, la società del Ministero dell’Ambiente nata per sviluppare ed incentivare il car-sharing, la modalità di utilizzo condiviso dell’automobile nelle città. Dopo una fase iniziale un po’ difficile il servizio ha cominciato a prendere piede fino a raggiungere i 1500 utenti abituali e a portare utili alla società (in parte pubblica) che lo gestisce. Al momento si sta pensando ad aumentare le postazioni, le auto e l’area di utilizzo, ed alcune richieste sono giunte persino dai Comuni della cintura, segno tangibile che il car-sharing si sta inserendo come un’alternativa vantaggiosa per gli automobilisti.
Il successo è stato tale che il Comune ha anche presentato al Ministero dell’Ambiente un progetto di van-sharing per la condivisione di furgoni merci. "La distribuzione al dettaglio – continua l’assessore Sestero – è infatti un grande problema, soprattutto da quando gli esercizi commerciali hanno dismesso i magazzini e i furgoni sono diventati delle specie di magazzini ambulati sempre e continuamente in movimento, generando un carico di traffico pesantissimo, costituito in buona percentuale da mezzi vecchi ed inquinanti. Il van-sharing potrebbe essere una soluzione innovativa".