Lo European Data Portal a un anno dal lancio: verso una PA data driven

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Lo European Data Portal è uno tra gli strumenti che maggiormente mostra concretamente il concetto di ‘European Digital Single Market’. Uno strumento in grado di fare “cultura del dato ai quattro angoli d’Europa” indicando ai diversi attori europei le condizioni di base, non prescindibili, per costruire, con i dati di ogni singola amministrazione

18 Novembre 2016

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Francesca Gleria, Community Open Data Trentino

Circa un anno fa veniva lanciato all’European Data Forum 2015 in Lussemburgo, l’ European Data Portal . In quell’occasione ho visto per la prima volta i dati delle “botteghe storiche del Trentino” con i metadati tradotti in 14 lingue a fianco a tutti gli altri dati simili prodotti dalle istituzioni Europee. E’ stata una folgorazione, niente di più auto-evidente per capire cosa stava accadendo e cosa stavamo veramente facendo in ogni piccolo ufficio di ogni piccola amministrazione europea.

L’European Data Portal è per me lo strumento comunitario che maggiormente mostra in modo palpabile il concetto di “European Digital Single Market” e passare del tempo a guardare i propri dati e quelli degli altri, i materiali messi a disposizione dalla piattaforma, statistiche, formazione, politiche e quant’altro, è fonte di grandi idee e prefigurazioni di come sarà la pubblica amministrazione europea fra 4 – 5 anni.

Da alcune settimane l’European data Portal ha messo a disposizione un cruscotto con l’aggiornamento settimanale di alcune statistiche relative alla qualità dei dati.

In queste statistiche il catalogo dati.trentino.it si sta posizionando ai livelli più alti, meglio di alcuni attori assolutamente rilevanti del contesto Europeo. La cosa ci ha stupiti non poco e quindi abbiamo avviato alcune riflessioni forse utili per capire sempre di più che sta accadendo a questa parte del processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Quello che riguarda gli open data.


L’analisi si basa su tre criteri

  • l’accessibilità delle distribuzioni, ovvero la presenza di una URL di accesso funzionante per ogni risorsa – i singoli contenitori informativi presenti all’interno dei dataset
  • la leggibilità da parte delle macchine (machine readability), ovvero se il formato delle distribuzioni fa parte di un preciso elenco di formati machine readable
  • la conformità allo standard europeo di metadatazione DCAT-AP.

Queste tre dimensioni sono quelle preliminari a qualsiasi altro sviluppo possibile a partire dagli open data. In particolare la questione del “machine readable” è per noi un nodo cruciale per cogliere e spiegare il cambiamento in corso e che, come progetto, abbiamo spiegato ai colleghi titolari dei dati in questi. E’ infatti il modo in cui la potenza di calcolo e la pervasività delle tecnologie sta cambiando il mondo in cui viviamo attraverso economie e pubbliche amministrazioni data driven, ovvero guidate dai dati.

I cambiamenti tecnologici modificano il mondo attorno e dentro i nostri uffici. Produrre dati leggibili dalle macchine vuol dire poterne garantire l’aggiornamento, l’accudimento e avviare in modo positivo la catena di valorizzazione del dato. Riuscire a garantire questo dentro gli uffici vuol dire traghettare la pubblica amministrazione verso una amministrazione data driven.

Con la messa in primo piano di queste tre dimensioni l’Europen Data Forum sta facendo “cultura del dato ai quattro angoli d’Europa” indicando ai diversi attori europei le condizioni di base, non prescindibili, per costruire, con i dati di ogni singola amministrazione, anche il più piccolo municipio, un mercato unico digitale europeo, spazio entro il quale dare valore ai nostri dati dentro mercati europei e non solo locali.

Ma come mai in Trentino sta andando così bene?

Nonostante le difficoltà delle risorse disponibili che sono ormai quelle di tutti, pensiamo che questo sia il frutto di un lavoro di rete di attori e punti di vista diversi ma allineati.

  • l’apertura di numerosi dati anche grazie all’ apporto di un forte investimento e di competenze da parte del Consorzio dei Comuni Trentini – sono più di 3 mila i dataset che approdano sul catalogo da questo canale – questo ha permesso di entrare fra i soggetti pubblici che stanno aprendo più dati in Europa;
  • la collaborazione con la Provincia di Bolzano che ha avviato dopo di noi il processo ma che è uno stimolo continuo per pensare con modalità “cross-border” in ottica DSM e con i quali stiamo collaborando per l’adeguamento di CKAN allo standard DCAT_AP_IT
  • un allineamento a monte di qualsiasi processo decisionale con AGID, già in fase di definizione delle linee guida trentine e oggi di quelle nazionali, perché non c’è vero valore nei nostri dati se non siamo in grado di farli parlare con quelli degli altri: senza la funzione di coordinamento dei nodi europei, nazionali e regionali non si fanno veri standard
  • la continua attenzione della Provincia autonoma di Trento e di Informatica trentina nel promuovere un cambiamento culturale nella PA per quanto riguarda gli OD, attraverso un “lavoro artigianale” di monitoraggio e assistenza su tutti i dettagli concernenti questo nuovo paradigma, con particolare attenzione alla sua sostenibilità nel tempo.
  • E ovviamente la stessa esistenza dell’Europen Data Portal che in modo semplice e perfetto individua e propone, passo passo, i riferimenti necessari per poter costruire una community europea di competenze e real data.

A mio parere questa è un po’ come la lista degli ingredienti che consiglio a chiunque voglia portare a casa quei risultati necessari allo sviluppo nei nostri territori di dati come materia prima per la crescita e competenze come capacità di trarne valore.

La pubblica amministrazione deve occuparsi del primo anello della catena di valore nei dati: qualità, sostenibilità, standard, definizione e uso di ontologie. Questa cosa si può fare solo assieme dentro ai diversi livelli istituzionali e attraverso i confini linguistici. Il vero valore economico del Digital Single Market che stiamo costruendo sta nel mettere a fattor comune la possibilità di rintracciare le ricchezze di ogni territorio e renderle riutilizzabili su ampia scala.

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