PanelPA “Città più sicure. Quali proposte?”
Quando parliamo di sicurezza urbana facciamo riferimento alla capacità di prevenire e affrontare un insieme di eventi diversi che coinvolgono la sicurezza di infrastrutture, beni e persone. Si tratta di un aspetto molto sentito dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda i fenomeni di criminalità comune. Abbiamo chiesto agli iscritti alla nostra community di indicarci quali sono, secondo loro, i fattori che ostacolano una risposta efficiente da parte della PA alla domanda di sicurezza urbana. Ma non solo: abbiamo anche provato a tracciare possibili strade per superare questi ostacoli e rendere le città non solo più sicure, ma anche più vivibili.
14 Marzo 2011
Michela Stentella
Quando parliamo di sicurezza urbana facciamo riferimento alla capacità di prevenire e affrontare un insieme di eventi diversi – da crimini quali aggressioni, furti e rapine, agli incidenti più o meno gravi, fino agli incendi e ai disastri naturali – che coinvolgono appunto la sicurezza di infrastrutture, beni e persone. Si tratta di uno degli aspetti più sentiti dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda i fenomeni di criminalità comune.
La percezione di sicurezza influenza anche lo sviluppo e la vivibilità della città, perché se un quartiere è visto come insicuro i cittadini tendono ad abbandonarlo facendone a quel punto davvero terreno fertile per la criminalità. Abbiamo chiesto agli iscritti alla nostra community di indicarci quali sono, secondo loro, i fattori che ostacolano una risposta efficiente da parte della PA alla domanda di sicurezza urbana. Ma non solo: abbiamo anche provato a tracciare possibili strade per rendere le città più sicure e vivibili, superando gli ostacoli di natura economica, organizzativa, professionale, infrastrutturale.
Sono 1.430 le interviste valide del PanelPA[i], che si è svolto dal 23 febbraio al 7 marzo 2011.
Ecco una sintesi dei risultati.
Prima di tutto abbiamo chiesto al nostro Panel di mettere in ordine di preferenza, assegnando un punteggio da 1 a 4, gli ostacoli che la PA può incontrare nel dare una risposta adeguata alla domanda di sicurezza che arriva dai cittadini. Il fattore organizzativo è, secondo il 31% del nostro Panel, quello che pesa di più: mancano, all’interno della PA, metodologie e modelli adatti a gestire in maniera efficiente una domanda di sicurezza complessa e articolata. Seguono, praticamente a pari merito, la mancanza di risorse economiche (24%), di professionalità adeguate (23%) e di infrastrutture efficienti (22%).
Abbiamo quindi chiesto al nostro Panel di scegliere tra diverse azioni volte a superare questi ostacoli. In pratica, per ognuna delle problematica individuate (di natura organizzativa, economica, professionale, infrastrutturale), abbiamo offerto un elenco di possibili soluzioni, da quelle di tipo più tradizionale a quelle inserite in una logica di “rete”, fino alle soluzioni più innovative, basate sull’adozione e l’applicazione delle nuove tecnologie.
Ostacoli economici: una risposta dalle nuove tecnologie
Per la maggioranza assoluta del nostro Panel (65%) è fondamentale cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie di rete e ICT per coordinare le forze e i mezzi in campo, razionalizzando e ottimizzando così le risorse disponibili. Molto distanziate le altre risposte: il 18% del Panel ritiene prioritario avviare partnership pubblico/privato e solo il 12% pensa che si dovrebbe puntare ad ottenere maggiori stanziamenti da parte del governo.
Ostacoli organizzativi: integrare le politiche
Puntare su una politica integrata della sicurezza che includa azioni di coesione sociale, partecipazione civile, vivibilità in senso più ampio: questa la soluzione preferita dal 62% del nostro Panel per affrontare quello che emerge come il principale ostacolo all’efficienza della PA in materia di sicurezza urbana. Per il 24%, invece, è prioritario adottare – anche con l’ausilio delle nuove tecnologie che consentono di raccogliere e incrociare tutti i dati disponibili – un approccio strategico agli interventi definendo con chiarezza obiettivi, strumenti ed azioni. Solo il 12%, infine, chiede di potenziare l’azione congiunta e sinergica tra tutti i diversi attori e livelli istituzionali, ognuno nell’ambito delle proprie responsabilità (Regioni, Province, Comuni, Forze dell’Ordine nazionali e locali).
Ostacoli legati alle competenze: fare rete!
La logica della rete è quella che prevale per superare i limiti legati alle competenze: per il 56% del Panel, infatti, i diversi attori (pubblici, privati e del non profit) dovrebbero mettere a fattore comune esperienze e progetti. Il 40% del Panel suggerisce invece di investire sulla formazione delle risorse umane interne alla PA, mentre solo il 2% suggerisce di ricorrere a competenze esterne qualificate.
Ostacoli infrastrutturali: potenziare l’esistente attraverso le nuove tecnologie
Per il 53% del nostro Panel è necessario adottare "tecnologie intelligenti", sistemi ICT in grado di potenziare le infrastrutture esistenti e offrire soluzioni per la realizzazione e la gestione di sistemi integrati di sicurezza. A seguire, il 35% del Panel chiede di puntare sulla rete sociale come infrastruttura per la prevenzione del crimine, mentre solo il 10% crede che sia sufficiente aumentare le infrastrutture già esistenti.
In sintesi: sicurezza non e’ solo repressione. Una visione innovativa.
Tutti gli aspetti problematici nella gestione della sicurezza urbana (carenza di fondi e di competenze, carenze organizzative e infrastrutturali) secondo il nostro Panel vanno affrontati in un’ottica innovativa, che vede in primo piano:
- l’utilizzo delle moderne tecnologie per agevolare il coordinamento tra le forze e i mezzi in campo con conseguente razionalizzazione delle risorse e risparmio economico;
- lo sviluppo di politiche integrate – con il concorso di attori istituzionali, ma non solo (imprese, università, centri di ricerca, associazioni) – che includano ad esempio progetti per il decoro urbano e riqualificazione di quartieri degradati, inserimento e integrazione nel tessuto sociale dei cittadini stranieri, risoluzione del problema abitativo, tutela dei minori, promozione di una cultura del dialogo e della legalità, appropriata fruizione dei parchi e degli spazi pubblici, politiche giovanili di animazione, aggregazione, formazione, prevenzione della devianza.
Questa visione “innovativa” emerge soprattutto quando si tratta di affrontare gli ostacoli di natura infrastrutturale: in questo caso ben il 90% del nostro Panel suggerisce di puntare su “tecnologie intelligenti” e politiche di prevenzione, mentre solo il 10% ritiene sufficiente aumentare le infrastrutture esistenti (video-sorveglianza nei luoghi pubblici, illuminazione, presidi di controllo, etc). Nel dettaglio: il 53% del Panel vede nei sistemi ICT uno strumento ideale per potenziare le infrastrutture esistenti offrendo soluzioni per la realizzazione e la gestione di sistemi integrati di sicurezza (semafori intelligenti; centrali operative in grado di gestire e coordinare gli interventi per ogni tipo di emergenza; archivi criminali con informazioni integrate che possono essere incrociate in tempo reale; sistemi informativi in grado di rappresentare le problematicità di ogni territorio, non solo reati ma anche disordine sociale e degrado ambientale etc); il 35% individua nella rete sociale l’infrastruttura più adatta per la prevenzione del crimine e quindi chiede politiche in grado di agevolarne la nascita attraverso un’attenta pianificazione urbana, degli edifici e degli spazi pubblici e il coinvolgimento dei cittadini.
PanelPA "Città più sicure. Quali proposte?"