Città a misura di ciclisti. “Cities fit for Cycling” anche in Italia

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Si fa un gran parlare di mobilità sostenibile e bike sharing, ma la sicurezza dei ciclisti nelle città europee ha bisogno di maggiore attenzione e misure aggiuntive. A chiederlo sono le comunità di ciclisti urbani, italiane ma non solo, e gli stessi numeri delle vittime su strada. In Italia nel 2010 i ciclisti morti su strada sono stati 263, in Europa dietro solo a Germania (462 morti) e Polonia (280). Negli ultimi 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime della strada in bici, oltre il doppio dell’Inghilterra nello stesso arco temporale. E dal quotidiano britannicoThe Times parte la campagna che “Cities fit for Cycling” per chiedere al governo britannico maggiori tutele a favore dei ciclisti, raccolta da bloggers e tesate giornalistiche di tutta Europa per chiedere ai rispettivi amministratori città a misura di bici. Con un Manifesto in 8 punti.

9 Febbraio 2012

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Si fa un gran parlare di mobilità sostenibile e bike sharing, ma la sicurezza dei ciclisti nelle città europee ha bisogno di maggiore attenzione e misure aggiuntive. A chiederlo sono le comunità di cilcisti urbani, italiane ma non solo, e gli stessi numeri delle vittime su strada. In Italia nel 2010 i ciclisti morti su strada sono stati 263, in Europa dietro solo a Germania (462 morti) e Polonia (280). Negli ultimi 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime della strada in bici, oltre il doppio dell’Inghilterra nello stesso arco temporale. Ed è proprio dal quotidiano britannico The Times che parte la campagna “Cities fit for Cycling” per chiedere al governo britannico maggiori tutele a favore dei ciclisti, raccolta da bloggers e tesate giornalistiche di tutta Europa per chiedere ai rispettivi amministratori città a misura di bici.

Sono 8 i punti del Manifesto che sta facendo il giro della rete e che lanciamo anche sulle pagine di forumpa.it, ospitando l’appello rivolto alle città italiane

 

The Times Cities fit for cycling

 

  • Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
  • I 500 incroci più pericolosi  devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
  • Dovrà essere condotta un’indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
  • Il 2% del budget della società che controlla le autostrade dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
  • La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
  • I 30 km/h devono essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
  • I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays.
  • Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
     
L’ashtag è #cyclesafe, questa è la pagina Facebook .
 

PS. La campagna è nata a seguito di un grave incidente che ha coinvolto Mary Bowers, giornalista del quotidiano britannico investita in bici proprio mentre si recava a lavoro ed ha subito avuto il sostegno del campione del mondo 2011 di ciclismo su strada Mark Cavendish, oltre all’appoggio dei sei campioni olimpici inglesi di ciclismo: Bradley Wiggins, Rebecca Romero, Chris Boardman, Victoria Pendleton, Chris Hoy e Nicole Cooke.

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