I dati culturali per un riuso creativo e sostenibile
ArcheoArte è un progetto che importa gli open data di ICCD, cercando il connubio tra conoscenza, stimolo delle comunità, generazione di valore economico e sociale collegato al riuso creativo e sostenibile
21 Ottobre 2016
Alessandra Donnini, Istituto Italiano Open Data
ArcheoArte è un progetto di coinvolgimento culturale, partito da un’idea di Piersoft (Francesco Piero Paolicelli) di sfruttare gli open data pubblicato da ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) per coinvolgere intorno a questi dati esperti di beni culturali. Oltre a Piersoft (innovatore eclettico per cui anche informatico), hanno aderito attivamente molti professionisti che lavorano nell’ambito dei beni culturali: Emmanuele Curti (archeologo), Anna Marras (archeologa), Maria Giovanna Romano (restauratrice), Chiara Mangiante (archeologa), Michele Cignarale (consulente marketing e comunicazione), Luigi Catalani (bibliotecario, wikimediano e docente di informatica umanistica), Lorenzo Madaro (critico d’arte), Giusi Caroppo (storico dell’arte e curatore, art director), Sabrina Fiorino, Alessandra Donnini (informatica ed esperta di formati di catalogazione, nonostante questo, creativa) e ci sono tanti altri che mostrano interesse per il progetto.
Alla base del progetto c’è la costruzione di un unico luogo virtuale dei beni e dei racconti, ma anche delle informazioni scientifiche prodotte dagli esperti, fruibile tramite degli strumenti, attualmente prototipi, ma già efficaci: il sito ArcheoArte e il bot Telegram ArcheoArte.
Il BOT Telegram inserendo parole chiave, fornisce i dati dei beni che soddisfano i criteri di ricerca, compreso l’identificatore univoco. Il sito di ArcheoArte contiene i post degli esperti, che possono rifersi in modo univoco ai beni utilizzando gli URL (indirizzi internet) che si riferiscono al bene, come ad esempio http://www.archeoarte.it/openiccd/?id=03 00180068 che rappresenta il quadro del Cristo morto di Mantegna (l’ultima parte dell’indirizzo internet è l’identificativo del bene nei dati ICCD).
I dati di catalogo openiccd contengono le informazioni storico-culturali del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e etnoantropologico nazionale, come dice MG Romano, “sono dati precisi, puntuali, magari curiosi che, se messi a portata di smartphone, potrebbero innescare quella curiosità che è vita per la rete. E potrebbero innescare quel processo di partecipazione, favorendo e facilitando gli studiosi e appassionati, a tutti i livelli”.
Attualmente ICCD ha pubblicato il 10% delle schede, ovvero più
di 200.000 su un patrimonio di oltre 2.000.000 nominali di schede che
provengono da diversi progetti di catalogazione distribuiti in tutta Italia. I
dati pubblicati attualmente sono “piatti” e riportano solo alcune informazioni
di ogni oggetto, un estratto sintetico di quello che è disponibile nelle schede
e che dovrebbe raccontare tutta la “vita” di ogni bene: uno degli obiettivi di
ArcheoArte è di porsi come controparte attiva nell’ambito della pubblicazione
di questi open data creando un canale di comunicazione con il Mibact per chiedere
da una parte la pubblicazione di un maggior numero di dati, dall’altra un
maggiore approfondimento delle informazioni per ogni bene pubblicando più
informazioni contenute nella scheda di catalogo.
ArcheoArte è il primo progetto ad importare gli open data di ICCD, cercando il giusto connubio tra conoscenza, stimolo delle comunità, generazione di valore economico e sociale collegato al riuso creativo e sostenibile.
Per arricchire ulteriormente il corredo informativo di ciascun oggetto, si prevede inoltre di lavorare sull’integrazione con dataset bibliografici, potendo contare sul progressivo incremento dei linked open data rilasciati dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) e da altre istituzioni culturali italiane che hanno deciso di adottare lo standard RDA (Resource Description Access), uno strumento utilissimo al rilancio del ruolo di musei, archivi e biblioteche (MAB) nel web semantico. Ulteriori, interessanti applicazioni potranno essere elaborate riutilizzando i dati aperti presenti in Wikidata, la base di conoscenza secondaria, libera, collaborativa e multilingua, che raccoglie in un unico database i dati provenienti da centinaia di progetti gestiti dalla Wikimedia Foundation, molti dei quali relativi ai beni culturali.
Obiettivi
ArcheoArte è un luogo di incontro di esperti, archeologi, restauratori, storici dell’arte e cittadini, sempre citando MG Romano “Io immagino una sorte di grande lente d’ingrandimento che, partendo dai dati scritti e senza colori, si avvicina sempre di più ad un’opera, svelando tecniche, costruzione dell’idea, pentimenti, organizzazione della manodopera nella bottega, e tante altre informazioni che si possono catturare osservando con attenzione.
E mentre racconto queste informazioni al mio occasionale compagno di viaggio, arriva il collega che gli fa spostare lo sguardo tutt’attorno, a cercare itinerari di viaggio, luoghi dove fermarsi. E se siamo stati bravi ad accendere la curiosità, il mio occasionale compagno di viaggio cercherà opere simili o dello stesso autore, e avrà inaugurato il suo personale sentiero”.
Tramite ArcheoArte il patrimonio culturale italiano, unico al mondo come ricchezza e importanza, diventa uno strumento per creare partecipazione, ovvero intelligenza collettiva e collaborazione fra le istituzioni e i cittadini, migliorando la qualità delle scelte degli enti pubblici e creando nuove forme di collaborazione. In quest’ottica i cittadini si organizzano per monitorare il patrimonio culturale, attivare forme di sussidiarietà, si pensi, ad esempio, ai cittadini di Talamone che si sono organizzati ed hanno ripulito la Rocca aldobrandesca per aprirla al pubblico per concerti e mostre d’arte, o ai cittadini di Vicopisano che curano e raccontano la Torre del Brunelleschi.
I beni descritti da openiccd sono anche beni pubblici (sono esclusi dalla pubblicazione come open data i beni di proprietà privata), per cui l’approfondimento della conoscenza di questi beni ha un importante valore educativo, perché porta le persone a confrontarsi con il tema generale dei beni pubblici e sui diritti di fruizione. Con l’apertura dei dati, i beni pubblici, come i beni archeologici e culturali, diventano “beni comuni” ovvero beni che potenzialmente giovano all’intera comunità con il riuso sia a fine educativo e culturale che economico: ArcheoArte vuole essere uno strumento per perseguire questi obiettivi.
Con il progetto si vogliono anche attivare ricadute economiche positive sui territori attraverso il legame tra dati, riuso e fruizione turistica dei luoghi collegati al patrimonio artistico e culturale (questo stimolando soprattutto i tour operator e i soggetti che oggi definiscono le dinamiche del mercato turistico verso il nostro paese) e creare delle forme di sostenibilità del progetto stesso.